Film parlato e altri racconti
- Autore: Irene Némirovsky
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2013
“Parigi, fine marzo, crepuscolo. Le luci girano così veloci, che si riesce a scorgere solo un vortice di fuoco.”
Irène Némirovsky (1903 – 1942) appartenente a una ricca famiglia di emigrati russi di origine ebraica riparati a Parigi in seguito alla Rivoluzione Russa del 1917, in tutte le sue opere (15 romanzi e una cinquantina di racconti) trasfuse i ricordi d’infanzia, il rapporto difficile con la madre e il proprio bagaglio culturale. In questo primo racconto di 12, raccolti dal suo biografo Olivier Philipponat che cura il volume e firma il saggio Nella trama del destino, l’autrice mette in scena un racconto/sceneggiatura che è appunto un film parlato. È lo stesso Philipponat a specificare che Irène era un’assidua frequentatrice delle sale cinematografiche parigine e non solo. La sera del 6 marzo del 1931 presso la nuova sala Gaumont a Champs – Elisées era stato proiettato il primo film sonoro francese David Golder. La pellicola diretta da Julien Duvivier era stata tratta dall’omonimo romanzo breve della Némirovsky edito nel 1929 da Bernard Grasset. Il volume aveva riscosso immediatamente un clamoroso successo di critica e pubblico anche perché il lungo racconto, parabola della vita di un ricco uomo d’affari di religione ebraica, era stato redatto con uno stile secco, asciutto e lineare, come se la giovane Irène avesse già avuto in mente di trarne l’adattamento. In Film parlato e altri racconti (titolo originale del volume Les Vierges et autres nouvelles traduzione di Marina Di Leo) la scrittrice, “una novelliera nata” come l’aveva definita lo scrittore Jean – Pierre Maxence, aveva messo in luce tutta se stessa, quella facilità nello scrivere e nel descrivere che la rende a pieno titolo una delle maggiori autrici del Novecento.
“I Grands Boulevards. Comincia a imbrunire e a un tratto Parigi si accende e risplende di luci.”
Primi anni Trenta del XX Secolo. Eliane, teme che la figlia Anne si perda come è accaduto a lei.
“Nessuno ha il diritto di mettere al mondo un figlio per farne un infelice.”
In quella trama che il destino sceglie per noi, due donne legate dallo stesso sangue, si fronteggiano e l’esito forse sarà scontato ma non per questo meno struggente.
“Vi odio! Vi maledico! Siete stata la mia rovina!.”
A causa delle circostanze, si è appena sposata sua figlia Aline, Marie – Louise Seurat rivede la propria vita in quella della giovane.
“Intravedeva una sorta di bagliore che si irradiava furtivo da una grande e fulgida luce, come una ricompensa, un giusto risarcimento: Aline si inoltrava nella vita che era stata di sua madre, ma con la possibilità di essere felice.”
Le carte interpellate dalla ballerina nelle cui vene scorre sangue zigano, “sa leggere i presagi, i numeri, i sogni”, danno sempre responso negativo, anticipando il finale tragico di questo racconto.
Le pagine di questo volume riflettono lo stato d’animo della scrittrice, siamo ai primi anni della II Guerra Mondiale e Irène Némirovsky sta per essere inghiottita nel buio di Auschwitz, ma la sua voce resta eterna.
“Siamo nati orgogliosi, è il nostro sangue a imporcelo.”
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