Sabato 11 novembre l’inserto “Tuttolibri” de La Stampa ha dedicato un’intensa e bella copertina alla scrittrice Irène Némirovsky, ebrea nata a Kiev, poi divenuta francese, arrestata e deportata ad Auschwitz dove morì di tifo nel 1942.
I suoi bellissimi romanzi, usciti postumi, raccontano una grande sensibilità e una struggente angoscia per quanto si stava preparando nell’Europa degli anni Trenta, in modo particolare contro gli ebrei.
“Lettere di una vita”, l’epistolario inedito di Irène Némirovsky
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Il critico francese Olivier Philipponnet, nel presentare il libro di cui è curatore, in uscita in Italia, Lettere di una vita (Adelphi, 2023, traduzione di Laura Frausin Guarino), spiega la sua soddisfazione nei confronti della casa editrice Adelphi e dei lettori italiani che hanno accolto gli scritti di Irène Némirovsky con una sorta di devozione, a partire dal capolavoro, Suite francese, ma non solo.
L’epistolario, uscito in Francia nel 2021, raccoglie lettere ad amici, maestri, familiari, scrittori.
Nell’articolo di “Tuttolibri” viene pubblicata anche l’ultima straziante lettera di Irène:
Mio amato, piccole mie adorate, credo che partiremo oggi. Coraggio e speranza. Vi tengo nel cuore, miei cari. Che Dio ci aiuti. (Giovedì mattina, 16 luglio 1942).
Per i lettori più giovani, che non hanno mai letto questa scrittrice meravigliosa, consiglio, in tempi di rinascente antisemitismo, in Francia in particolare, la coraggiosa scrittura di questa artista, che riguardo al suo paese d’adozione ebbe a dire:
Diventare francese e il mio desiderio più grande poiché, in base alle leggi del nostro paese, non ho più il diritto a dichiararmi russa. Mi auguro di riuscirci. (Parigi, 22 ottobre 1930)
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Lettere di una vita”, l’epistolario inedito di Irène Némirovsky su “Tuttolibri”
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