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Recensioni di libri

Cose trasparenti di Vladimir Nabokov

"Cose trasparenti" è un romanzo che aiuta a comprendere meglio la modernità nella tradizione di uno dei più grandi scrittori del Novecento. Una letteratura di immagini più che una composizione di idee, un gioco di figure retoriche e di metafore qual è la scrittura di Nabokov.

Teresa D'Aniello
Teresa D’Aniello Pubblicato il 21-08-2014

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Cose trasparenti

Cose trasparenti

  • Autore: Vladimir Nabokov
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Adelphi

“Quando noi ci concentriamo su un oggetto materiale, ovunque esso si trovi, l’atto stesso di prestare la nostra attenzione può farci sprofondare involontariamente nella sua storia. I principianti devono imparare a sfiorare la superficie della materia se vogliono che essa rimanga all’esatto livello del momento. Cose trasparenti, attraverso le quali si intravede il passato!”

Cose trasparenti è uno dei romanzi di Vladimir Nabokov appartenenti al suo ultimo periodo, quando lo scrittore si trasferì dagli Stati Uniti (dopo aver insegnato per molti anni letteratura russa alla Cornell University di New York) in Svizzera a Montreux. Qui trascorse i suoi ultimi anni alternando l’amore per la scrittura alla passione di entomologo. Nato in una nobile famiglia russa nella quale si parlava correttamente sia l’inglese che il francese, il nostro autore visse i primi anni della sua infanzia a Pietroburgo. Poco dopo la rivoluzione del 1917, la sua famiglia lasciò la Russia e si stabilì in Gran Bretagna dove Vladimir terminò gli studi all’Università di Cambridge. La sua vita è stata costellata dai successi editoriali (Lolita è il romanzo che lo ha reso noto a tutti) vissuta come esule tra le città di Londra, Berlino, Parigi, New York.

Cose trasparenti è un piccolo capolavoro scritto da Nabokov nel 1972, negli anni che lo videro di rientro in Europa. È sufficiente leggere solo le prime righe del romanzo per comprendere la genialità di un autore che in poche parole riesce, annullando lo spazio tempo che definisce il passato, il presente e il futuro di un uomo, a prospettare una realtà percepibile simile ad un sogno. Le cose sono trasparenti perché attraverso loro rifulgono il passato.

“Forse, se esistesse un avvenire concreto e individuale percepibile da un cervello superiore, sarebbe meno seducente il passato, le cui esigenze risulterebbero controbilanciate da quelle del futuro. Allora le persone potrebbero trovarsi in equilibrio sul punto centrale dell’altalena mentre contemplano questo o quell’oggetto. Potrebbe essere divertente. Ma il futuro non possiede questo genere di realtà, contrariamente al passato rievocato e al presente percepito; il futuro non è se non una figura retorica, un fantasma del pensiero.”

Il protagonista di questo romanzo, di non facile approccio, è Hugh Person, un giovane redattore di una casa editrice americana, al suo quarto viaggio in Svizzera. I viaggi precedenti lo hanno visto adolescente con il padre in quei luoghi, poi giovane uomo innamorato di un’adorabile fanciulla, Armande, che diventerà sua moglie e successivamente correttore di bozze di uno scrittore che risiedeva lì, di origine tedesca e che scriveva in inglese. Hugh avrà modo di rivivere i suoi trascorsi soggiorni e rivedere i fantasmi dei suoi incubi. Saranno proprio i suoi ricordi, nascosti negli oggetti del suo quotidiano, a fargli vivere una situazione paradossale nella quale lo scorrere del tempo farà riemergere gli avvenimenti della sua vita. La storia avrà il suo senso compiuto quando il nostro protagonista tenterà, tra angoscia e follia, di afferrare in un mare di inquietudini le sue memorie, per quanto irraggiungibili.

“Altra cosa che dovremmo fare è spiegare l’impossibile. Gli uomini hanno imparato a vivere con un fardello nero, un’enorme gobba dolorante: la supposizione che la realtà potrebbe essere soltanto sogno. Quanto più terrificante sarebbe se la consapevolezza stessa che sei consapevole del carattere onirico della realtà fosse anch’essa sogno, innata allucinazione! Conviene tenere presente, tuttavia, che non esiste miraggio senza punto di fuga, come non esiste lago senza cerchio chiuso di terra su cui fare affidamento.“

In Cose trasparenti, il confine tra immaginazione e memoria quasi non esiste, diviene fugace ed insieme i due elementi sono fondamentali nella costruzione della narrazione letteraria colta, raffinata e onirica. Una letteratura di immagini più che una composizione di idee, un gioco di figure retoriche e di metafore quale è la scrittura di Nabokov. La realtà è una faccenda molto soggettiva; amava scrivere, una successione infinita di passi, di gradi di percezioni e di doppi fondi. Cose trasparenti è un romanzo che aiuta a comprendere meglio la modernità nella tradizione di uno dei più grandi scrittori del Novecento.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cose trasparenti

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