Il coraggio di essere liberi
- Autore: Vito Mancuso
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2016
In quest’ultimo saggio Vito Mancuso riflette in modo approfondito sulla libertà, un tema sempre attuale in ogni tempo e in ogni luogo, indagando sul suo reale significato.
La libertà ha tante definizioni ma è un concetto che non può mai scomparire dall’attualità della vita degli uomini anche se vi sono molti che la negano. La libertà è un concetto profondo come sostenuto da Niels Bhor, fisico danese, padre della fisica quantistica e vi sono due tipi di verità, quelle semplici il cui opposto è l’assurdo e le verità complesse e profonde il cui opposto è un’altra verità.
“Il coraggio di essere liberi” di Vito Mancuso non tratta tanto la natura della libertà ma la sua esperienza e si conclude con un richiamo al corpo. Bisogna riflettere sul nostro corpo e forse sulla libertà del nostro corpo. Non è un’analisi teoretica sul concetto di libertà che viene appena accennato anche in seno all’ideologia cattolica, dove sono presenti contraddizioni evidenti a cui questo stesso concetto va incontro. Si è voluto invece porre al lettore una semplice e definitiva domanda: «Tu vuoi essere libero?».
Sull’onnipotenza di Dio, quando ci si confronta con l’handicap o con le malattie genetiche dei bambini, considerando anche le altre religioni, appare insostenibile pensare alla Provvidenza che si prende cura anche di questi casi. Si tratta di pensare al rapporto Dio, Uomo, Natura in modo differente, in una diversa visione. Occorre una purificazione del pensiero, leggere e documentarsi su qualunque questione del mondo restando però aperti al grande caos della vita. Si diventa così un poco più sinceri, più veri e più uomini facendo evolvere il proprio pensiero. Ma occorre distinguere tra Caos inteso come libertà-da e Logos come libertà-per, che si dirige cioè verso una determinata direzione. Ma quest’ultima è una libertà che si riempie di contenuti, con una direzione obbligata. Se soltanto ci si libera-da, è pur vero che la vita però richiede relazione, sistema. E questo perché si sente il bisogno di aggregazione, come nella politica, nella famiglia, nei rapporti affettivi. La Politica è bene comune per eccellenza nella sua accezione più nobile. Occorre essere liberi ma la libertà deve essere spesa con l’accortezza che non venga però meno la liberazione iniziale che si è ottenuta. Deve mantenersi intatto il caos primigenio, con la capacità inalterata di potere sempre dire di no anche ai sistemi di cui si fa parte.
In questo senso la libertà è un processo, non è qualcosa di statico. E la creazione è intesa come limitazione, come in Hans Jonas che, pensando ad Auschwitz, affermava che l’unica maniera di concepire la divinità è ritenendo che Dio si sia ritirato da questo mondo. Si affronta la questione della morte come ciò che sembra essere il maggiore limite alla libertà. Il volume è ricchissimo di riferimenti culturali (Michel de Montaigne, Gershom Scholem, Isaac Luria, Jacques Derrida...) si sostiene che nella morte si ha una preferenza adattiva.
Ne “Il coraggio di essere liberi” di Vito Mancuso si parla di due modalità di intendere la morte, una come peccato, una tragedia, un evento che non ci dovrebbe essere oppure come l’ultima pagina del libro della vita e l’autore propende per questa ultima visione. Mancuso prende le distanze dal Cristianesimo ufficiale che non ha saputo dare delle risposte credibili su alcuni grandi temi quali, appunto, quello della morte. La morte seguendo San Paolo, secondo il Cristianesimo ufficiale, è intesa come peccato introdotto nel mondo dal demonio a seguito del peccato originale. La morte non sarebbe stata prevista da Dio. Per Cristianesimo ufficiale si intende quello del Papa, delle encicliche, dei Vescovi, della gerarchia, delle istituzioni che si riconosce nel catechismo. Il Pontefice Francesco non si distacca da questa struttura specie da un punto di vista dottrinale. Questo cristianesimo ufficiale, non deve limitarsi a compiere quegli atti eticamente un po’ ribelli, peraltro apprezzabili, che compie Papa Francesco.
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MAI CREDERE A POLITICI E RELIGIOSI
Perché leggere “Il coraggio di essere liberi “ di Vito Mancuso.
“Se vogliamo riflettere sul concetto di libertà non possiamo fare a meno di accostarla alla parola verità” Vito Mancuso ci chiede e si chiede da che parte stiamo d’istinto se dalla parte della verità o della libertà. Qualcuno può dire le vogliamo tutte e due. Sono secoli che si discute su questa che apparentemente può sembrare una antinomia.
Nell’epoca antica chi comandava era la Verità. Il Vangelo di Giovanni recita “La verità vi farà liberi”, liberi dal relativismo e dal soggettivismo. L’epoca moderna si contraddistingue per aver ribaltato la decisione. È nel 1637 quando Cartesio pubblica “Il discorso sul metodo” che nasce “il dubbio”. Oggi tutti uniti nel nome della Libertà.
Ma cosa intende Mancuso per libertà e verità: la libertà nasce come liberazione, noi non siamo liberi dal nostro corpo, dagli obblighi che pesano che non ci fanno volare. Anche il libero arbitrio, la possibilità di scegliere il bene o il male o la via dritta dalla storta è una scelta necessitata, scelta libera ma obbligata verso il bello, il giusto.
L’autore ci porta verso la scoperta non di un concetto astratto ma verso quello a cui noi uomini aspiriamo e cioè avere il coraggio di essere liberi dalle maschere dietro cui ci nascondiamo e che la nostra esistenza ci impone. Solo quando ne diventeremo consapevoli potremo liberarci delle convenzioni e andare liberi alla ricerca della nostra vera identità.
Leggere Mancuso mi ha aiutato a riflettere su quei valori spirituali che credevo assopiti nel mio animo di agnostica.