Una peccatrice
- Autore: Giovanni Verga
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Italiana
Lo scrittore Giovanni Verga si ricorda per due momenti ben distinti della sua produzione letteraria. Il primo periodo è caratterizzato da una narrativa piuttosto elaborata e di stampo quasi decadente con personaggi appartenenti alla media o alto borghesia e con una lingua con sfumature toscaneggianti, mentre il secondo, noto a studiosi e studenti, colloca il catanese tra i maggiori maestri del Verismo.
In "Una peccatrice , romanzo ambientato nella Catania elegante dei primi anni dell’unità d’Italia, l’autore fa ruotare la vicenda intorno a un giovane scrittore e poeta quasi suo alter ego che perde la testa per una bellissima e altera contessa che poi a sua volta, come la Ellénore di "Adolphe" che ha con il romanzo di Verga alcune analogie, si ritroverà "perduta" a causa di questa colpevole passione fino a morirne esattamente come accade nel romanzo di Benjamin Constant.
Pietro, il personaggio maschile, promettente poeta, sconvolto dalla morte dell’amante si ritira nel natìo paesello a scrivere mediocri versetti per i parenti.
La storia che descrive la breve e bruciante passione tra due persone di indole romantica è un bozzetto della saga dei vinti che accompagnerà lo scrittore catanese fino alla sua morte.
Pietro e Narcisa, la bella contessa che cade nella rete della seduzione e del sentimento, sono due vittime, due sconfitti che si lasciano trascinare dagli eventi senza combattere, ma lasciandosi andare e finendone poi entrambi uccisi, il primo spiritualmente, la seconda nel corpo.
Ecco quindi apparire sia pure in nuce in un romanzo minore e poco noto dei concetti "alti" che si vedono poi in maniera meno sfumata nell’altro e più famoso romanzo giovanile di Verga: "Storia di una capinera".
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Il Romanzo si apre con un’introduzione nella quale il narratore del quale non si svelerà l’identità è impegnato con degli amici in una corsa tra il suo calesse e un’elegante carrozza, mezzi che vengono bruscamente frenati a causa del passaggio di un corteo funebre. Il lettore già nell’introduzione conosce l’esito del romanzo, Verga usa una tecnica narrativa piuttosto insolita, tuttavia l’attenzione dell’autore si soffermerà sul come si è arrivati a quel punto. L’intera storia è già accaduta, in un passato recente e viene secondo l’espediente dell’autore narrata da un uomo ai suoi amici.
Il protagonista del romanzo non coincide con il narratore e si chiama Pietro Brusio che da un diligente studente si tramuta già nel primo capitolo in un servo d’amore dell’affascinante Narcisa Valderi, nobildonna sposata.
Il protagonista è visto dalla critica quasi come l’alter ego dell’autore, un giovane che per realizzare la sua arte deve allontanarsi dal suo luogo natio Catania come Giovanni Verga, tuttavia a differenza di quest’ultimo non viaggia molto ma si arresta a Napoli. È in questa città che avviene il secondo incontro tra Pietro Brusio e la giovane nobildonna.
Non subito la contessa si rende conto di chi sia l’artista che è riuscita a intrigarla e proprio nel capitolo dell’incontro da i due personaggi c’è un cambiamento nella storia. Il personaggio che ha colpito Narcisa e che quest’ultima chiede di incontrare è un Pietro Brusio diverso da quello dei capitoli precedenti; nel sesto capitolo Verga mostra un personaggi cresciuto, maturo non solo a livello artistico ma anche umano. Se finora Pietro Brusio era riuscito a realizzarsi come artista per essere un personaggio al pari della contessa, ora è la nobildonna che decide di rinunciare alla sua precedente vita per una nuova storia d’amore e di passione intensa.
Pietro Brusio nonostante abbia lottato per questa donna fino a rischiare la vita in duello, ben presto si rivelerà freddo e distaccato e questo rifiuto porterà al suicidio dell’innamorata.
Questo romanzo non conosciuto adeguatamente da tutti, sebbene non possa considerarsi un capolavoro di Giovanni Verga, è un importante anello di congiunzione tra la prima produzione narrativa e la seconda, quella dei capolavori quali I Malavoglia e Mastro don Gesualdo.