Un treno nel Sud
- Autore: Corrado Alvaro
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rubbettino
- Anno di pubblicazione: 2016
“Un treno nel Sud” di Corrado Alvaro è presentato in una nuova edizione da Rubbettino, con introduzione di Vito Teti. La prima pubblicazione del libro è di Bompiani, del 1958, come parte finale di “Itinerario italiano”, un reportage di viaggi attraverso il quale Alvaro racconta la sua terra e il Sud in generale. Il tema del viaggio è presente nella narrativa dell’autore anche grazie ad altre esperienze di cui da conto in libri come “Viaggio in Turchia” e “Viaggio in Russia”.
Corrado Alvaro abbandona la Calabria nel 1915 e ritorna episodicamente nel suo paese, riuscendo a cogliere l’essenza e la sostanza di popoli, di comportamenti umani. I ritorni in Calabria sono “rari e brevi”, come nota Vito Teti,
“per trovare i familiari, per la morte del padre, per fare visita alla madre, che abitava con il fratello Massimo”.
L’analisi di Corrado Alvaro è raffinata, acuta e profonda; è anche straordinariamente originale, priva di pregiudizi, capace di cogliere il punto di vista dall’interno del popolo del Sud, al quale appartiene pur essendosene affrancato con l’emigrazione e la cultura. Tratta in particolare della Calabria
“non solo perché è la sua terra di origine e quella che meglio conosce, ma perché la regione assurge a metafora dei contrasti, degli eccessi, dei problemi, dell’arretratezza, delle bellezze del Sud”.
È un mondo che appare lontano anni luce, come ben dimostra il mercato degli schiavi a Benevento. Oggi sembra un episodio medioevale, invece è un evento che ancora si svolge nel dopoguerra, come racconta Alvaro: il 15 agosto di ogni anno, si procede alla vendita di ragazzi tra i nove e i quindici anni di età per mandarli a lavorare e toglierseli come bocche da sfamare a casa. Sono i cosiddetti “gualani” che, accompagnati dai padri, vengono portati al mercato come delle bestie
“Qui, quel rapporto di appartenenza muto fra due persone umane fornite di ragione e di parole, fra padre e figlio, era tra umanità e bestialità, ragione e natura, qualcosa di assurdo. Ma essi non sospettavano neppure. Non parlare tra loro era un omaggio alle bestie”.
L’intervento della polizia
“non disperdeva che uno spettacolo al disotto della bestialità. Il dramma resta”.
Corrado Alvaro mette molto spesso al centro dei suoi racconti la donna anche quando non c’è, come nel racconto dei gualani in cui, dal rapporto tra umanità e bestialità, è esclusa:
“La madre non c’era. Nessuna madre, mi parve, accompagnava il figlio in vendita”.
Le donne sono raccontate nella loro umanità, con i loro piedi scalzi e la forza nell’incedere statuario con i pesi sulla testa, sopportando la difficoltà del vivere quotidiano. Alvaro con L’urlo del torrente racconta in maniera straordinaria il dramma delle alluvioni in Calabria e gli effetti devastanti causati dalle deforestazioni, tra le quali quella determinata dagli inglesi dell’occupazione militare che
“spiantarono centomila metri cubi di abete bianco”.
Il libro di Alvaro ha una sua attualità per l’acutezza dell’analisi, per lo sguardo attento e profondo e, sopratutto, per il taglio giornalistico e narrativo assieme, con racconti avvincenti e a tratti poetici che sono di una straordinaria modernità e attualità.
Un treno nel Sud
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