

Storie di gatti e altri animali
- Autore: Albertina Vittoria
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Albertina Vittoria, studiosa di chiara fama, come si dice, docente universitaria di storia contemporanea, è un’osservatrice attenta della politica e della società italiana, proveniente da una famiglia di studiosi, e si cimenta in una storia molto privata, Storie di gatti e altri animali (Metauro, 2024), intima direi, nella quale mette a nudo tutta la sua esistenza di donna, di moglie, di figlia, di madre, di ricercatrice, attraversata tutta dalla presenza di una serie infinita di gatti e di cani, che hanno accompagnato e segnato tappe miliari della sua vita affettiva.
In 18 brevi capitoli, identificati con i nomi della maggior parte dei gatti e dei cani protagonisti di questa storia, Albertina Vittoria racconta molta parte della sua vita, da quando aveva appena ventuno anni, studentessa universitaria, giovane moglie incinta del suo primo figlio quando riceve dal marito il gatto siamese che prenderà il nome di Gustavo, in onore di Mahler. Un arrivo imprevisto in casa: la famiglia del marito non aveva dimestichezza con gli animali domestici, eppure l’affettuoso e giocherellone Gustavo piacque a tutti e fu il benamato, per il lungo tempo che visse in casa. Poi il gatto era scomparso, con grande dispiacere della padrona, che afferma:
Ho amato da sempre gli animali, qualsiasi animale, criceti, scoiattoli, cani, tartarughe, pesci rossi ma soprattutto gatti.
Qui Albertina comincia a intrecciare la vita degli animali di casa con quella della sua famiglia, complicata, come lo sono in verità molte famiglie. Ecco il nonno, con una seconda moglie che aveva una villetta a Fregene, piena di gatti randagi che crescevano allo stato selvaggio, nutriti ma non sterilizzati, in mezzo a una vegetazione rigogliosa, una specie di giungla, dove la giovane Albertina studiava e leggeva con i cuccioli sempre numerosi che continuavano a proliferare.
Ciuffy, Antonia detta da sempre Micia, la nuova protagonista, che presto figlierà dando alla luce ben sette cuccioli, quattro neri e tre tigrati, uno dei quali prenderà il nome di Eurigio, il nome di uno studioso che l’Istituto Gramsci, dove l’autrice lavorava con il marito, aveva da poco pubblicato. Case comode, bagni dedicati pieni di lettiere, terrazze, balconi, tutto era necessario dal punto di vista logistico per ospitare un gran numero di gatti e cani. Intanto la vita va avanti e la scrittrice ci racconta di un nuovo marito, dei figli che crescono, che si allontanano, che abiteranno altrove, di una madre che viene a mancare, di un padre con cui la relazione era stata difficile. Il rapporto tra Albertina e i suoi animali è molto intimo, affettuoso, espansivo.
Chi dice che i cani sono affettuosi e vogliono davvero bene ai padroni mentre i gatti sono solo interessati al cibo e a chi dà loro da mangiare? Non è vero e comunque c’è gatto e gatto. Non ho mai avuto la sensazione che i gatti non fossero affettuosi. Anzi, pure troppo noiosi.
Questa dichiarazione ci parla della qualità della relazione che la scrittrice ha intrapreso con i suoi gatti, che tuttavia resta, in questo libro originale, una storia dalle caratteristiche molto letterarie; pensiamo a quanti scrittori famosi hanno legato il loro nome a un gatto. Penso al thriller di Edgar Allan Poe, il celebre Gatto nero, uno dei racconti più spaventosi dello scrittore americano; ecco il grande T.S. Eliot, che nel celebre Old possum’s book, tradotto in italiano per Bompiani, dedica un poemetto ai Gatti tuttofare. E ancora un piccolo e prezioso libro della scrittrice Doris Lessing, segnalatomi recentemente, La vecchiaia di El Magnifico, dal quale ho tratto questa citazione che ben si attaglia al libro di Vittoria: “Il fatto è che ogni proprietario di gatti che sia anche un buon osservatore, li conosce meglio dei più autorevoli esperti in materia”. Per non parlare della celebre giallista Patricia Highsmith, che afferma : “I gatti hanno sempre un che di malizioso dietro le loro espressioni composte”, mentre la francese Colette dedica un intero piccolo romanzo, La gatta, a Saha, che per il personaggio di Alain “è l’amore incondizionato, esclusivo, paziente, eterno”.
Il libro di Albertina Vittoria, illustrato in modo allegro, colorato, intelligente da Margherita Mazzoli, a cominciare dalla copertina davvero riuscita, porta in esergo la dedica “A mio nonno Alberto e alla moglie di Noè”; germanista, raffinato studioso, Alberto Spaini aveva scritto nel 1964 il libro La moglie di Noè. Trentasei storie di bestie, illustrato da Leonetta Cecchi Pieraccini. Grande tradizione familiare, dunque, a cui Albertina si accosta con affetto e fantasia, mettendo insieme umani e felini, parenti e amici, cani, gatti e tartarughe, in una contemporanea e affettuosa Arca di Noè.

Storie di gatti e altri animali
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