Thomas Stearns Eliot, meglio noto come T.S. Eliot, è stato il poeta che meglio ha rappresentato la corrente del Modernismo che si andava diffondendo in Inghilterra a inizio Novecento in antitesi con la tradizione letteraria vittoriana.
Nel 1948 T.S. Eliot fu insignito del premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione:
Per il suo eccezionale e pionieristico contributo alla poesia contemporanea.
Lo ricordiamo oggi nell’anniversario della sua morte, avvenuta il 4 gennaio 1965.
La rivoluzione poetica di T.S. Eliot
T.S. Eliot è stato il maggiore innovatore della poesia del Novecento diventando il principale esponente della corrente modernista. Eliot introdusse nel Modernismo la tecnica che poneva l’immagine al centro dell’opera come correlativo oggettivo capace di trasporre significati concettuali astratti in una visione concettuale.
Le innovazioni introdotte da T.S. Eliot in poesia furono epocali, crearono una spaccatura pari a quella prodotta da James Joyce e Virginia Woolf nel romanzo novecentesco.
La tradizione poetica dunque conosce inevitabilmente un “prima e un dopo” Thomas Stearns Eliot.
Ora la parola, nel linguaggio poetico come nella prosa, metteva in evidenza la profonda crisi culturale che l’Occidente stava attraversando. La poesia cantava l’alienazione dell’uomo, il senso di solitudine provato dall’artista, in un caleidoscopio di immagini che ponevano il linguaggio discorsivo in secondo piano rispetto all’impatto emotivo suscitato dalle impressioni visive e sonore.
Inoltre Eliot introdusse il cosiddetto “mythical method”, il metodo mitico, che vedeva in perfetta antitesi un passato glorioso e ricco di valori contrapposto a un presente sterile connotato da un profondo vuoto spirituale. Nel mito antico il poeta ritrova una forma di salvezza per l’uomo.
In un saggio sulla propria poesia T.S. Eliot teorizzerà la tecnica del “mythical method” scrivendo che per lui si tratta di:
Un modo di controllare, di ordinare, di dare una forma e un significato all’immenso panorama di vanità e anarchia che è la storia contemporanea.
T.S. Eliot: la vita
Thomas Stearns Eliot nacque a Saint Louis, nello stato del Missouri, il 26 settembre 1888. Figlio di un industriale di origine britannica e di una nobildonna appartenente a un’antica famiglia di nobili origini del Massachussets, il piccolo Eliot ricevette un’ottima educazione. A dieci anni scriveva già le prime poesie, che vennero pubblicate sui giornalini scolastici.
Nel 1906 T.S. Eliot si iscrisse alla facoltà di lettere e filosofia di Harvard trasferendosi quindi a Londra, che diventerà la sua città di adozione. Gli anni universitari ampliarono la sua conoscenza della letteratura europea dandogli l’opportunità di vivere appieno un ambiente intellettuale prolifico e ricco di stimoli.
Tra i banchi di Harvard Eliot conoscerà Alan Seeger e Conrad Aiken, futuri poeti che allora erano suoi compagni di studi. Si racconta che il trio passasse le ore leggendo la Divina Commedia di Dante Alighieri e discutendo dei versi del magistrale poeta italiano. In età matura Eliot avrebbe dedicato a Dante un importante saggio critico Scritti su Dante (1929) nel quale osservava come l’universo dantesco avesse influenzato la sua poetica.
Conclusa l’università T.S. Eliot si recò a Parigi per un certo periodo di tempo, nella capitale francese studiò alla Sorbona e scoprì il simbolismo francese. Fece ritorno in Inghilterra, nel 1914, dopo aver ottenuto una borsa di studio per un dottorato in filosofia presso il Merton College di Oxford.
A Londra Eliot conobbe Vivienne Haigh-Wood, una ballerina, che presto diventerà sua moglie. Terminato il dottorato iniziò a lavorare dapprima come insegnante e, in seguito, come impiegato alla Lloyds Bank. Eliot viveva infatti una difficile condizione economica da quando il padre decise di rifiutargli ogni aiuto per opporsi alla sua scelta di proseguire la carriera accademica.
Nel 1917 pubblicò il primo libro di poesie Prufrock e altre osservazioni. Negli anni successivi uscirono le raccolte Poesie (1919) e La terra desolata (1922) che gli procurarono un discreto successo. Nel 1923 divenne direttore della rivista letteraria The Criterion, in seguito della casa editrice Faber and Faber. In quello stesso periodo ottenne la cittadinanza inglese che gli consentirà di stabilirsi definitivamente a Londra, e si convertì all’anglicanesimo del quale diventerà fervido credente.
La terra desolata di T.S. Eliot
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Tra gli anni ’20 e gli anni ’30 del Novecento T.S. Eliot iniziò a sperimentare la tecnica letteraria del Modernismo seguendo quella fazione di autori che si distaccavano nettamente dalla tradizione poetica vittoriana recuperando lo stile dei poeti inglesi seicenteschi.
Nel suo capolavoro The Waste Land (1922), tradotto in italiano come La terra desolata, il poeta mostra la propria concezione del mondo moderno: una terra spettrale in cui l’assenza di fede e l’aridità spirituale hanno privato la vita di ogni significato. La struttura del poema si compone dell’intersecarsi di diversi piani di esperienza che rende l’opera espressione di un dramma cosmico, di una crisi insita nella stessa condizione umana. In The Waste Land si afferma il senso di una città opprimente ma allo stesso tempo irreale, una sorta di “Unreal city”, dove le persone si muovono chiuse nella loro pena come i dannati di Dante.
Aprile è il mese più crudele, genera / lillà da terra morta, confondendo / memoria e desiderio, risvegliando / le radici sopite con la pioggia della primavera.
La struttura di The Waste Land è divisa in cinque parti:
- The Burial of the Dead, in cui è contenuta l’opposizione tra sterilità e infertilità;
- A Game of Chess, forte antitesi tra il presente squallore e il meraviglioso passato;
- The Fire Sermon, che narra dell’alienazione dell’uomo;
- Death by Water, il naufragio finale dell’anima;
- What the Thunder Said, ultimo trionfo della religione.
Eliot terminò il poema nel gennaio 1922 e ne spedì una copia all’amico e connazionale Ezra Pound che intervenne massicciamente. Per ringraziarlo Eliot gli dedicò The Waste Land definendo Pound il “miglior fabbro” (espressione presa in prestito da Dante Alighieri, che definiva così Arnaut Daniel nel canto XXVI del Purgatorio).
T.S. Eliot scrisse l’intera opera a Losanna, in Svizzera, dove si ritirò per curare un esaurimento nervoso, in parte dovuto ai problemi familiari. Dopo una lunga riflessione decise di separarsi dalla moglie Vivienne, che con i suoi problemi mentali gli aveva fortemente condizionato la vita. La donna morirà in una clinica psichiatrica nel 1947. L’anno successivo T.S. Eliot avrebbe ricevuto il premio Nobel per la Letteratura.
Gli ultimi anni di Eliot
Il poeta trascorse gli anni successivi alla sua consacrazione letteraria occupandosi soprattutto di saggistica e di opere critiche. Teorizzò in diversi scritti la pratica poetica del Modernismo e la sollecitazione morale contenuta nella sua poesia.
Il 4 settembre 1964 venne insignito della Medaglia presidenziale della libertà dal presidente americano Lyndon B. Johnson. Morì meno di un anno dopo, il 4 gennaio 1965 a Londra a causa di un enfisema polmonare.
Dopo la sua scomparsa è stata posta in sua memoria una lastra commemorativa sul pavimento del Poets’ Corner della Abbazia di Westminster a Londra.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: T.S. Eliot: vita e opere del poeta modernista
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