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Recensioni di libri

Pranzi di famiglia di Romana Petri

Neri Pozza, 2019 - In una Lisbona dal fascino struggente e retrò, Rita, Joana e Vasco dovranno capire in che modo mandare avanti la propria vita, ora che la madre è morta, lasciandoli soli.

Alessandra Stoppini
Alessandra Stoppini Pubblicato il 11-03-2019
Pranzi di famiglia

Pranzi di famiglia

  • Autore: Romana Petri
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Neri Pozza
  • Anno di pubblicazione: 2019

“Pranzi di famiglia” (Neri Pozza 2019) è il seguito di “Ovunque io sia”, il romanzo capolavoro che Romana Petri, autrice, traduttrice, editrice e critico letterario, vincitrice di numerosi premi come il Premio Mondello, il Rapallo Carige, il Grinzane Cavour e il Bottari Lattes, ha pubblicato nel 2008 per Cavallo di Ferro, e che ora è edito da Superbeat.

Ormai era tutto finito. Per il momento non c’erano tempi migliori da attendere. Del resto, anche la descrizione più dettagliata non avrebbe mai restituito nemmeno il dolore.

Maria do Ceu era morta in ospedale alle prime ore del 15 novembre. In quel fatale momento i suoi tre figli, Rita e i gemelli, Joana e Vasco, non erano con lei. Maria do Ceu, la cui maternità per tutta la vita era stata intrecciata con la gioia e la sofferenza, era morta. La scomparsa di sua madre, donna straordinaria per forza d’animo e volontà ferrea, aveva fatto pensare a Vasco di non aver usato a sufficienza il tempo che aveva avuto a disposizione per ventotto anni. I giorni erano passati tutti, dal primo all’ultimo, gli anni erano volati via, senza che mai Vasco si fosse reso conto fino in fondo della loro tremenda fatalità.
Durante tutti quegli anni Maria do Ceu si era dedicata a Rita, nata deforme che aveva dovuto subire quindici operazioni “a cranio aperto per rimettere in sesto i lineamenti che la natura le aveva messo in faccia a suo piacere”. Anche per questo motivo Tiago, il marito di Maria do Ceu, non aveva retto la difficile situazione familiare e alla prima occasione aveva abbandonato la moglie, quando Rita non aveva nemmeno tre anni e Vasco e Joana ne avevano solo uno. Il pragmatico Tiago aveva ben presto trovato una compagna, Marta, che in seguito avrebbe sposato e incontrava i suoi tre figli solo ogni domenica a pranzo. “Una cosa frettolosa”, simbolo del suo essersi sfilato via pezzo per pezzo la propria famiglia. Per il resto della settimana quello che accadeva nella sua famiglia precedente non era affare suo, Tiago, del resto, era un padre, mica una madre. I padri avevano impegni diversi. Tiago da perfetto egoista qual era non si era mai nemmeno posto il problema della diversità economica, anche perché Maria do Ceu aveva sempre concesso a Tiago quest’assurdo comportamento.
Adesso con la scomparsa del baricentro della famiglia, anche se i figli erano ormai trentenni, cosa sarebbe accaduto? Fare i conti con il proprio passato ma soprattutto ritrovare i ricordi sbiaditi con il tempo, trasportati via dal vento assolato di Lisbona che porta con sé, ora questo spettava di fare ai figli di Maria do Ceu.

In fondo, il padre nemmeno lo conoscevano.

È ancora Lisbona, città d’adozione dell’autrice, adagiata sulla riva Nord del fiume Tago, dal fascino struggente, retrò e melanconico, battuta dal vento e piena di luce, la protagonista del romanzo redatto con una scrittura elegante, nitida e precisa. Una Lisbona tardo autunnale, dal cielo carico di pioggia, dove le nuvole si muovono veloci insieme al vento, “ma quando si fermavano, gettavano un’acqua obliqua che sembrava correre sempre in direzione del mare”. La città lusitana sembra vestire i colori del lutto per un dolore antico quanto il mondo, un dolore difficile da accettare, dal quale si può uscire solamente adulti e consapevoli. In queste evocative pagine il lettore ritrova con gioia i protagonisti di “Ovunque io sia”, qui rimasti orfani della loro luce guida, ma come ben sa Vasco, l’amore materno e quello di Maria do Ceu è stato immenso, resta incollato addosso per sempre.

Ovunque io sia, io continuerò a stare anche qui, e vedrò e saprò quello che farai

È la frase d’addio che Maria do Ceu rivolge al figlio Vasco Dos Santos nelle pagine finali del primo volume di quella che si annuncia essere nelle intenzioni di Romana Petri, nata a Roma ma che vive attualmente tra questa città e Lisbona, una Trilogia.

In realtà nella mia mente per “Ovunque io sia”, come per “Alle Case Venie”, c’è sempre stata in mente una trilogia. Dopo” Alle Case Venie” è uscito “Tutta la vita” e poi ce ne sarà un altro. Così per la storia ambientata a Lisbona

Ci ha rivelato l’autrice.

I ricordi gli passano veloci. Per quelli che rammenta lui, ci vuole ben poco. Sono più che altro immagini che si sovrappongono, e non ci sono date.

Pranzi di famiglia

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Pranzi di famiglia

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