Nel cuore della notte
- Autore: Rebecca West
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2019
Nel secondo romanzo della trilogia dedicata alla famiglia Aubrey di Rebecca West, "Nel cuore della notte", Rose Aubrey ci offre un’immagine intima e indimenticabile della sua famiglia, che ora conduce una vita idilliaca, quasi spensierata, in Inghilterra negli anni precedenti la Prima guerra mondiale. La famiglia adesso ha una sicurezza economica.
Le gemelle Mary e Rose sono due pianiste affermate e vivono le difficoltà che comporta avere un talento straordinario. La sorella maggiore, Cordelia, ha abbandonato la musica per sposarsi e accomodarsi nel ruolo di moglie convenzionale. La cugina Rosamund, affascinante più che mai, lavora come infermiera. La madre comincia piano piano a spegnersi, mentre il padre è sparito definitivamente. Il piccolo Richard Quin si è trasformato in un giovane seduttore brillante e sembra destinato alla carriera letteraria a Oxford.
Purtroppo però la Prima guerra mondiale incombe e cambiamenti dolorosi attendono la famiglia e tutta l’Inghilterra. Mentre l’Inghilterra intera è costretta a separarsi dai suoi uomini, l’universo delle Aubrey si fa sempre più femminile: gli uomini e l’amore rimangono un grande mistero, un terreno inesplorato da attraversare, pagine ancora tutte da scrivere che, forse, troveranno spazio nel prossimo volume di questa appassionante saga familiare.
Avevamo già incontrato con simpatia gli Aubrey nel primo romanzo della West “La famiglia Aubrey” (Fazi, 2018) una famiglia un po’ alla deriva a causa dei problemi economici, ma dai gusti e comportamenti nobili e artistici. “Nel cuore della notte” (Fazi, 2019) inizia un anno dopo le protagoniste non sono più bambine, ma delle donne che hanno fatto delle scelte consapevoli e Richard l’unica figura di spicco maschile percorre la sua strada con successo.
La narrazione, più lenta e dettagliata dal primo racconto, si snoda tra lunghe descrizioni e minuziosi monologhi che si concludono in un finale devastante, triste, intensamente potente, un quadro vivido della prima guerra mondiale e emotivamente coinvolgente di una famiglia borghese inglese che deve guardare in faccia la morte.
Ancora una volta Rebecca West ci mostra la sua bravura nel narrare in prima persona in maniera onnisciente fatti, eventi, personaggi; la sua capacità di intrecciare la storia e la fiction di creare grandi romanzi, must della letteratura mondiale, ma soprattutto afferma ante-litteram il ruolo delle donne rappresentate dalla coraggiosa:
Rose, un’eroina per autoelezione, una femminista ancora in nuce, lo specchio feroce di una scrittrice, Dame West, che per tutta la sua vita ha lottato per il riconoscimento del suo talento di autrice e intellettuale.
Nel cuore della notte (La famiglia Aubrey Vol. 2)
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È passato un anno dagli accadimenti avvenuti nel primo lavoro di questa splendida trilogia, “La famiglia Aubrey” di Rebecca West: questo secondo capitolo “Nel cuore della notte” (Fazi Editore, 2019), ci porta in una dimensione più lenta, intima e introspettiva delle vite dei protagonisti.
I figli sono ormai al limite dell’età adulta: Cordelia ha tralasciato le sue aspirazioni da musicista, Rose e Mary cominciano i loro studi da concertiste, sebbene in due scuole diverse, per evitare paragoni o rivalità, a dire dei loro maestri, Richard Quin è sempre più un adolescente pieno di fascino, che vive la sua vita nel pieno delle sue energie e dei suoi sogni, ma ancora indeciso su quale percorso dare al suo futuro. Retour ligne automatique
Attorno, ritroviamo con piacere, la stessa corona di personaggi, che sono tutti uniti dalla splendida energia della madre, troppo onesta per ferire in qualsiasi modo i sentimenti altrui, troppo pura nei suoi affetti, troppo generosamente pronta ad accogliere individui in difficoltà: pertanto la casa non risulta quasi mai vuota, o silenziosa, o triste, sebbene tutto sembri presagire una strana sensazione
"di essere in attesa di un fiume di lava.”
“L’arrivo della guerra non ci sorprese, perché per tutta l’infanzia avevamo sentito le profezie di nostro padre in proposito. E, considerato quanto lui sosteneva, sapevamo già che non sarebbe stata breve, e che non avremmo vissuto abbastanza a lungo per vederne la fine”
“La prima guerra mondiale non ha attaccato e strangolato la vita dei civili con la stessa velocità della seconda. Semplicemente, potevamo vedere la rovina che fioriva e si diffondeva lentamente, simile a un fungo tra gli oggetti familiari in mezzo ai quali eravamo cresciute.”
Nella ultima parte del libro entriamo forse nella parte più intima e dolorosa del racconto autobiografico dell’autrice, che, con la stessa dolcezza, con gli stessi toni mansueti, con lo stesso fluido scorrere delle parole, ci “schiaffeggia”, mostrando la sua immensa attitudine a saper descrivere, oltre le gioie, anche i dolori, che toccano ognuno di noi.