Malina di Ingeborg Bachmann

La scrittura di Ingeborg Bachmann rivela attitudini filosofiche e impellenze esistenziali che si prestano alla psicoanalisi. Ciò appare particolarmente evidente in Malina, romanzo pubblicato in Germania nel 1971, in Italia a Milano da Adelphi per la prima volta nel 1973 - traduzione di Maria Grazia Manucci - riproposto dalla stessa Adelphi in numerose edizioni successive anche recentissime.

Se dovessi accostare al romanzo un film e un disco gli accosterei, per le modalità espressive fresche, libere e originali che denotano entrambe le opere, Fino all’ultimo respiro di Godard e Blue di Joni Mitchell.
Non che per altri versi tra Malina di Bachmann e le opere citate esistano davvero punti in comune (direi più, anzi, che di punti in comune tra esse e il romanzo d’esordio dell’austriaca non ne esistono affatto), l’accostamento un po’ azzardato serve solo a dare un’idea di ciò che la scrittura di Bachmann può riuscire a trasmettere, talmente appare libera, introspettiva, innovativa e senza schemi fin dalle prime pagine.
Tra i temi del romanzo soprattutto l’amore.
Scrive Bachmann:

Ivan non sospetta che fin dal mattino corro e domando indignata perché non si trova il cerfoglio, dove c’è il dragoncello e quando arriva il basilico, dato che è prescritto nelle ricette. Dall’erbivendolo c’è sparso qua e la solo un po’ di prezzemolo e di porri, in pescheria non si trovano più da anni trote di torrente, e cosi spargo come viene sulla carne e sulla verdura quel poco che si può trovare.
Spero che non mi resti sulle mani l’odore delle cipolle, corro continuamente in bagno a lavarmi le mani per cancellare con il profumo le tracce di quell’odore e per pettinarmi. Ivan deve vedere solo il risultato: che la tavola è apparecchiata e la candela accesa [...]

La scrittrice scava nel proprio intimo riuscendo con naturalezza e immediatezza a descrivere la quotidianità di un sentimento amoroso che ha implicazioni psicologiche personalissime e profonde.

Poetessa austriaca (Klagenfurt 1926 - Roma 1973), Ingeborg Bachmann fonda la propria formazione intellettuale sul pensiero di Heidegger e di Wittgenstein (del pensiero dei due filosofi vi è traccia anche nella sua opera poetica), la sua prosa a tratti cupa e impegnativa e il suo stile denso e a volte caotico, ancorché non di rado poetico, riflettono a ben vedere la storia di una donna confusa, stanca, tormentata e affettivamente dipendente dall’amore e dalle attenzioni di Ivan, uno dei due protagonisti maschili dell’opera.