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Recensioni di libri

La ricompensa di una madre di Edith Wharton

Elliot, 2014 - Enorme è il dilemma morale di una madre che si trova a dover scegliere tra la propria felicità e quella della figlia, entrambe innamorate dello stesso uomo.

Alessandra Stoppini
Alessandra Stoppini Pubblicato il 14-11-2014

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La ricompensa di una madre

La ricompensa di una madre

  • Autore: Edith Wharton
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Elliot
  • Anno di pubblicazione: 2014

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“Come d’abitudine, Kate Clephane si svegliò quando i raggi del sole della Riviera colpirono obliqui il suo letto”.

In quella misera stanzetta di terz’ordine dell’Hotel de Minorque et de l’Universe, la donna non voleva più sentir parlare di aurore, perché le rammentavano le troppe gioie perdute, il fulgore della giovinezza spesa nel rincasare all’alba dopo aver ballato fino allo sfinimento.

Ora la quarantaquattrenne si domandava che cosa avesse fatto finora di veramente rilevante dopo aver abbandonato il marito diciotto anni prima per salpare sullo yacht di Hylton Davies, destinazione le Indie Occidentali. “Mi mancava il respiro” era tutto ciò che Mrs Clephane sapeva dire a sua difesa. Oltre a John Clephane, Kate aveva lasciato sua figlia Anne di tre anni appena, il gesto aveva comportato un dolore terribile e allo stesso tempo una sensazione d’indicibile sollievo, perché aveva significato fuggire dall’oppressione della vita coniugale, da quella “pesante atmosfera di compiacimento e indifferenza che John Clephane emanava come le perdite di gas illuminante dalla caldaia”. Nonostante l’ostracismo del clan Clephane e della buona società, perché aveva osato sfidare l’antico codice sociale newyorkese, Kate non aveva mai perso l’orgoglio.

“Una madre non può confessare, nemmeno alla parte più intima di sé di aver abbandonato volutamente la figlia”.

Erano seguiti anni solitari e monotoni, inframmezzati da una fugace visita in America a causa della morte di sua madre. Tornata nella vecchia Europa, Kate aveva incontrato Chris Fenno di circa dieci anni più giovane di lei e per la prima volta “l’anima le parve respirare a pieni polmoni”. La passione, però era finita presto. Kate allora era diventata una di quelle donne erranti, senza radici sulle quali paradossalmente lo scoppio della I Guerra Mondiale aveva avuto “un effetto curativo e di unificazione”.

Adesso in tempo di pace la cerchia di Mrs Clephane era lì, nella grande città della riviera dove si era rifugiata nel 1916, in seguito alla rottura definitiva con Chris, e nella quale, dopo due anni di volontariato di guerra che le erano valsi la medaglia della Reconnaissance Francaise, poteva camminare a testa alta. Due telegrammi, “Signora Clephane deceduta” e “Carissima mamma, voglio che tu torni a casa immediatamente. Voglio che tu venga a vivere con me. Tua figlia Anne”, cambiavano il futuro di Kate Clephane. Sua suocera, la “temibile capotribù era morta”, Anne non era più così lontana, così invisibile, così sconosciuta. La lunga espiazione in solitudine dovuta alla “breve sbandata” con Hylton Davies era terminata. Quell’ammasso babilonese che era New York, sontuosa città, il cui simbolo era la nuova Fifth Avenue, si spalancava di fronte a Kate “più simile a un politico che riassume la sua carica che non a un figliol prodigo che si ricongiunge ai suoi cari”.

Nel 1925 Edith Wharton (1862-1937) pubblicava The Mother’s Recompense, storia di un difficile e complesso rapporto madre/figlia. La casa editrice romana Elliot edita per la prima volta in Italia il romanzo accompagnato dalla bella copertina raffigurante Elizabeth Winthrop Chanler (1893) ritratta da John Singer Sargent e dalla traduzione di Maurizio Bartocci. ”Sono stata ricompensata!”, era questa la strana fantasticheria di Kate Clephane, riammessa nel clan, perché per la famiglia la madre di Anne era nata un’altra volta su quella passerella del transatlantico che l’aveva ricondotta a casa.

Quella casa che era rimasta tale e quale a quando era di Kate, “museo del passato” dove, ventiquattro anni prima “era stata condotta in abito da sposa”. Per l’autrice americana, il percorso esistenziale di Kate è l’ennesimo espediente letterario per mettere a fuoco le ipocrisie e le ferree leggi tribali della ricca e conformista high society di New York, alla quale apparteneva.
Nata Newbold-Jones, sposata senza amore a un banchiere, amica e confidente di Henry James, prima donna a vincere il premio Pulitzer con il romanzo-capolavoro L’età dell’innocenza, Edith Wharton, in questo romanzo inedito, si conferma autrice raffinata e moderna.

Enorme è il dilemma morale di una madre che si trova a dover scegliere tra la propria felicità e quella della figlia, entrambe innamorate dello stesso uomo.

“Voglio che tu sia felice con me, mia cara. Mi sposerò con il maggiore Fenno.”

Bellissima e dolente insieme la figura di Kate Clephane, consapevole di appartenere a un’altra epoca, in una città preda di cambiamenti travolgenti avvenuti negli anni della sua assenza trascorsa in esilio in luoghi isolati e tranquilli o nelle “immutabili capitali europee”. Anche per Edith Wharton, come per Shelley “la desolazione è una cosa delicata”.

La ricompensa di una madre

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La ricompensa di una madre

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