L’orchessa e altri racconti
- Autore: Irene Némirovsky
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2014
Primo quadro:
“Una strada di Francia, nera di catrame fresco, con ai lati due file di pioppi e due vasti campi grigi. La campagna del nord si estende a perdita d’occhio, piatta e malinconica, senza nessuna variazione”.
Nelle prime ombre della sera le nuvole scorrono nel cielo primaverile, le fronde stormiscono al vento, un cigolio di ruote e di assali: passano macchine e carretti e un treno in lontananza. C’è un paesino “nuovo, tranquillo, brutto”, composto da case basse e grigie con alti muri di cinta, ai piedi della chiesa, sulla piazza del mercato ora deserta, restano nel fango ormai secco, paglia, scarti di verdura e vecchi giornali. In fondo alla strada sorge una fabbrica “piccola e modesta”, accanto c’è una casa con la facciata bianca e le imposte chiuse.
Qualcuno nel salotto buio e soffocante sta suonando un valzer al pianoforte, è una ragazza dal viso calmo e impenetrabile, “dai lineamenti puri e regolari”, i capelli ben pettinati che indossa un vestito chiaro con un colletto chiuso da una spilla d’oro. La ragazza si chiama Madeleine e proprio quella sera conoscerà il suo futuro marito, Henry, in una casa borghese, uguale a quella dove vive lei “come le due metà di un guscio di noce”. Dissolvenza. La stessa sera.
“Ti piace o no, Madeleine? È una faccenda molto seria, cara. È per tutta la vita...”.
Secondo quadro: Ida Sconin appare ogni sera nei music-hall parigini, in cima a una scala di trenta gradini d’oro con altre cinque o sei ragazze incedendo tra due ali di girl seminude “ciascuna con un copricapo di rose e un ombrellino dorato in mano”. Sui muri di Parigi, la sua immagine appare a ogni angolo di strada, il suo nome sfavilla perché ogni nuova stagione segna per la stella del varietà l’inizio di “una battaglia che diventa di anno in anno più dura e più incerta”. Adulata e famosa la vecchia diva ritorna con il pensiero al suo debutto avvenuto quarant’anni prima in un café-chantant di Montmartre.
Terzo quadro: in una cittadina termale dei Vosgi alla fine della stagione, padre e figlio soggiornano presso il Grand Hotel. L’uomo è molto malato, il ragazzo quindicenne non si rende conto delle reali condizioni del padre, l’affetto che prova per lui lo porta istintivamente a stargli accanto, nell’ombra. Nella sala di lettura dell’albergo semivuota e frequentata dai soliti habitué, spicca una matrona dai fianchi robusti, le ginocchia grosse e i lineamenti marcati, imbellettata “come le vecchie che da tempo hanno rinunciato a piacere ma continuano a truccarsi, senza convinzione né diletto, solo per abitudine o per decenza”.
Una commedia borghese, Ida e L’Orchessa fanno parte di questa raccolta, L’orchessa e altri racconti, che contiene nove racconti di Irène Némirovsky che la grande scrittrice, nata a Kiev nel 1903 da una ricca famiglia ebraica e morta ad Auschwitz nel 1942, scrisse tra il 1932 e il ’41. Insuperabile romanziera, basti pensare a Suite francese, superba autrice di testi brevi, Irène seppe descrivere attraverso un dettaglio, un aggettivo o una semplice parola, infiniti sentimenti e stati d’animo, il mondo dei suoi indimenticabili personaggi. È quello che accade in queste brevi pagine nelle quali il lettore vede passare come in una sequenza cinematografica tre filmati. La vita fatta di attese di una donna dal destino segnato, l’esistenza febbrile di una diva sul viale del tramonto consapevole che il segreto del successo consiste nel resistere ad ogni costo, “nell’imprimere un’immagine immutabile di sé nella memoria degli uomini”, e le nostalgie di un’anziana signora.
“I fogli girano sempre più velocemente. Gli anni passano”, ma la voce di Irène Némirovsky a più di settant’anni dalla sua tragica scomparsa si dimostra più potente di quell’immane orrore che la vide vittima.
“Le loro sagome e le loro voci si allontanano. Risalgono lungo la strada, e quando formano solo due piccole ombre indistinte all’orizzonte, la sera cala di colpo e tutto svanisce”.
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