Inganno di Philip Roth

“Questa è la vita: sempre una forma leggermente distorta di letteratura”.

in questa frase che spunta verso la fine del racconto, quasi a voler dare un pizzicotto al lettore per distoglierlo dall’ascolto dato fino a quel momento, si può riassumere il senso di questo romanzo.
“Inganno” di Philip Roth è la rappresentazione della storia di due adulteri, lui scrittore ebreo americano e lei colta donna inglese, i quali ogni volta si incontrano in una stanza e dai cui dialoghi si dà ascolto a tutta una serie di situazioni ed emozioni che spaziano dal divertimento alla malinconia, dallo sfogo al gioco, senza esimersi da un’analisi ironica sull’essenza ebraica newyorkese. Il tutto attraverso una spassionata e sottile sensualità che rende il lettore, lui stesso, complice di tanta complicità.

I due si amano, ma la loro passione è influenzata tanto dalla consapevolezza dell’inganno, quanto dalla precarietà della loro relazione. Phil è uno scrittore e quindi portato all’ascolto, alla valutazione delle parole dell’altra, ma è anche ladro di materiale umano, lei è una donna rassegnata all’infelicità del proprio matrimonio, la cui condizione borghese non le permette di valutare altra deviazione che il tradimento; da qui una certa predisposizione alla depressione che rischia di diventare malattia.

Un romanzo la cui unica sostanza è fatta dalle conversazioni tra i due, schermaglia amorosa simile a una danza che coinvolge i due prima o dopo aver fatto l’amore, due voci a riempire il silenzio di una stanza, luogo di clandestinità dove vivono reclusi gli amanti. Fantasia nella realtà o realtà in forma di fantasia, a un certo punto il dialogo (strepitoso!) tra lo scrittore e la moglie di lui, diventa il punto di rottura, e tutto assume l’aspetto della vita... che sempre è una forma leggermente distorta di letteratura... oppure esattamente il contrario, la letteratura che assume la forma della realtà. Quando due concetti sono così interscambiabili allora non resta che sospirare! Ma il dubbio rimane: di quale inganno intendeva parlare l’autore? probabilmente proprio quello che avviene ovunque tranne che in quella stanza dove i due amanti, attraverso le loro disquisizioni, invece sembrano proprio rappresentare l’unica vera condizione di autenticità.