Il romanzo e le idee
- Autore: Mary McCarthy
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Sellerio
“Il romanzo e le idee” (Sellerio, 1985) è uno degli ultimi saggi pubblicati, qualche anno prima della sua scomparsa, della scrittrice e critico statunitense Mary McCarthy, elegante e brillante intellettuale dai molteplici interessi e, soprattutto, una donna libera ed indipendente. Il romanzo e le idee, (purtroppo fuori catalogo) raccoglie i testi delle conferenze tenute dall’autrice all’University College di Londra negli anni Ottanta, avente tema il romanzo e la narrativa del Novecento.
Un saggio letterario molto interessante, che suscitò numerose polemiche, nel quale la scrittrice analizza la tipologia del romanzo del diciannovesimo secolo, il romanzo classico, le cui caratteristiche narrative, forti delle sue idee, erano le inquietudini romantiche, la realtà sociale e storica. Idee ed argomenti di questioni pubbliche come la politica, la religione, il potere, il sesso e il denaro, ella sosteneva che scrivere un romanzo era causa di angosce e atroci dolori, come raccontano le biografie di alcuni dei più grandi scrittori, George Eliot, Flaubert, Lawrence, Proust, Joyce, Woolf; un impegno intellettuale ed espositivo profondo che aveva definito una grande epoca della narrativa.
Un testo in cui si vogliano esprimere idee necessita di un portavoce, che nel romanzo classico è quasi sempre l’eroe o l’eroina, ad esempio in “Anna Karenina” il portavoce è Levin, in “Guerra e pace” è la voce di Tolstoj, nei “Miserabili” Victor Hugo rende portavoce Jean Valjean, e in Manzoni lo diventano Renzo e Lucia.
Tra i vari personaggi, impariamo presto a riconoscere qual è la controfigura dell’autore, ovvero il suo rappresentante autorizzato, colui del quale possiamo fidarci poiché ha ricevuto pieni poteri di commentare ciò che accade, e di trarre le dovute conclusioni.
Dai grandi scrittori russi, a quelli francesi, al nostro Manzoni, agli autori statunitensi, la McCarthy esamina tutti sotto la sua lente critica e severa, fino al declino di un’epoca letteraria irripetibile, in cui il romanzo delle idee verrà definito datato.
Con le opere narrative di Henry James, il romanzo classico cambia stile in romanzo di immagini, di finzione, con i personaggi interessati solo a se stessi, scrive l’autrice, nasce un nuovo genere letterario, una narrativa raffinata di descrizioni di luoghi e di persone.
“L’importanza di James non è tanto nella sua perfezione quanto nella sua diversità. È innegabile che lo scrittore americano ha inventato, quasi da solo, un nuovo, peculiare genere di narrazione più raffinata, più maestosa d’ogni altra precedente … se si pensa a James alla luce dei suoi predecessori si scopre subito quello che in lui non c’è: le battaglie, le sommosse, le tempeste, le aurore, le fogne di Parigi, i delitti, la fame, la peste, il patibolo, il clero. Non sono stati semplicemente i limiti di classe o d’esperienza a trattenere la penna di James. Il suo era un preciso proposito, molto americano, di ripulire d’ogni dato materiale i propri divini testi. Egli rese il romanzo così etereo da farlo sembrare anestetizzato.”
Del resto lo scrittore americano, afferma la McCarthy, amava l’arte ma non era interessato alla politica, e le trame dei suoi romanzi si svolgevano esclusivamente al piano nobile, come egli concepiva le relazioni sociali.
“Non in alto nelle mansarde del lavoro intellettuale, ne nel seminterrato e nelle cucine delle fatiche domestiche”
dei grandi romanzi del passato di Dickens, Hugo, Dostoevskij, Stendhal, Balzac, Flaubert, Manzoni, le cui idee sono vere e proprie strutture portanti sulle quali si regge la storia.
Lo studio e le osservazioni della scrittrice esaminano le principali forze operanti del pensiero nelle nuove forme narrative, non più considerate da lei pertinenti al romanzo nella sua forma più nobile, non sarà più il narratore a saper descrivere i cambiamenti della storia, le forze sociali in movimento, ma impererà solo il racconto di destini individuali.
Il romanzo, sottolinea infine la nostra autrice, è il mezzo migliore per mostrare le idee e convertire il pensiero, e dal pensiero l’azione, quando le idee da buone diventano cattive, ecco che il momento storico diviene difficile e, se persistono, la civiltà può essere in pericolo.
Il romanzo e le idee
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