Il cimitero senza lapidi e altre storie nere di Neil Gaiman

Il cimitero senza lapidi e altre storie nere (titolo originale M is for Magic) di Neil Gaiman è una raccolta di racconti che mescola i tipici elementi del genere gotico con un sottile sense of humour.

Nell’introduzione è lo stesso scrittore inglese a fornirci le motivazioni che lo hanno spinto a cimentarsi con questa forma narrativa breve. L’intento principale sembra quello di voler catturare il lettore solo per pochi istanti attraverso l’immediatezza di storie dal sapore oscuro.
Tutta la raccolta risponde a questo criterio, fatta eccezione per il primo racconto (Il cimitero senza lapidi), che in realtà è un estratto dal suo romanzo Il figlio del cimitero, all’epoca ancora in lavorazione.

I personaggi che popolano queste pagine sono non solo creature fantasy (fantasmi, streghe, troll, cavalieri leggendari e gatti neri dotati di poteri speciali), ma anche figure connotate in senso realistico, come la vecchina inglese che puntualmente si reca dal suo robivecchi di fiducia o i due adolescenti che si imbucano ad una festa di sole ragazze.

L’abilità di Neil Gaiman consiste proprio in quest’alternanza tra verosimiglianza ed estrema immaginazione, che percorre tutti e undici i racconti facilitando il senso di immedesimazione con i diversi protagonisti, anche se sono furfanti accreditati di mondi sconosciuti (Come vendere il Ponte di Ponti), investigatori in stile anni ’40 nel regno delle filastrocche (Il caso dei ventiquattro merli) o membri di un rinomato club epicureo e culinario (Avis Soleus).

L’effetto finale sarà quello che l’autore anticipa sin dall’inizio:

I racconti che leggi quando hai l’età giusta non ti abbandonano mai davvero. Magari ti dimentichi chi li ha scritti o come si intitolava la storia. A volte ne dimentichi la trama, ma se un racconto arriva a toccarti ti resterà accanto, infestando quei luoghi della mente che visiti molto di rado.