Il Vangelo del sorriso
- Autore: Papa Francesco
- Genere: Religioni
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2013
“Che bello se ognuno di noi alla sera potesse dire: oggi ho compiuto un gesto di amore verso gli altri”.
Lo scorso 29 aprile Papa Francesco ha postato su Twitter questa semplice frase che racchiude il pensiero, la personalità e lo stile di vita di Jorge Mario Bergoglio, 266esimo Vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica dal 13 marzo scorso.
Padre Jorge, nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 e figlio di emigranti piemontesi, fin dalla sera della sua elezione al soglio di Pietro (la fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina c’è stata alle 19.06 dopo il quinto scrutinio) si è subito distinto per il suo comportamento semplice, anzi francescano, con il suo discorso diretto alla folla che lo acclamava.
“Cari fratelli e sorelle, Buonasera... Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo … ma siamo qui … Vi ringrazio dell’accoglienza”.
La sua è stata definita una rivoluzione sia nel linguaggio sia nei gesti, fino alla richiesta di invocare la benedizione su di lui prima di impartire la sua alla città e al mondo. Non siate mai uomini e donne tristi è il sottotitolo del volume curato da Julie Schwietert, che contiene le più belle riflessioni di Bergoglio sui grandi temi dell’esistenza e della fede, nelle quali vi è continuo richiamo alla gioia e un forte incitamento alla speranza per il mondo che verrà e per la Chiesa.
“Quanti problemi potremmo evitare nella nostra vita se imparassimo ad ascoltare?”.
Nel percorso spirituale che attinge alle interviste, omelie, lettere pastorali e alle molte pubblicazioni firmate da Papa Francesco quando ancora era arcivescovo di Buenos Aires, non mancano le parole rivoluzionarie pronunciate con fierezza nelle grandi udienze generali e nelle assemblee liturgiche dei primi mesi di pontificato. (dall’Introduzione e Note di copertina del libro)
“Per favore, non lasciatevi rubare la speranza!”.
Una Chiesa che Papa Francesco vuole cambiare dal profondo per ripartire dal Concilio e aprire alla cultura moderna, come Padre Jorge (come ancora desidera essere chiamato) ha chiarito a Eugenio Scalfari nella lunga intervista che li ha visti protagonisti sulle pagine del quotidiano La Repubblica martedì 1° ottobre.
”Non sono certo Francesco d’Assisi, non ho la sua forza e la sua santità. Ma sono il vescovo di Roma e il capo della cattolicità. Ho deciso come prima cosa di nominare un gruppo di otto cardinali che siano il mio consiglio. Non cortigiani ma persone sagge e animate dai miei stessi sentimenti. Questo è l’inizio di quella Chiesa con un’organizzazione non più soltanto verticistica ma anche orizzontale. Quando il cardinale Martini ne parlava mettendo l’accento sui Concili e sui Sinodi sapeva benissimo come fosse lunga e difficile la strada da percorrere in quella direzione. Con prudenza ma fermezza e tenacia”.
Come rivelato in uno discorso, per Francesco i mali che affliggono la nostra società sono essenzialmente due: la disoccupazione dei giovani e la solitudine in cui sono lasciati gli anziani. Questi ultimi hanno bisogno di cure e di compagnia; i giovani di lavoro e di speranza ma non hanno né l’uno né l’altra e il guaio è che non li cercano più.
“Questo, secondo me, è il problema più urgente che la Chiesa ha di fronte a sé”.
Bergoglio, primo pontefice appartenente all’Ordine della Compagnia di Gesù, pastore semplice e molto amato nella sua ex diocesi, che ha girato in lungo e in largo anche in metropolitana e con gli autobus, non ha mai avuto paura di pronunciare frasi come questa:
“La società politica sopravvivrà soltanto se la nostra vocazione sarà la soddisfazione delle necessità comuni a tutti gli uomini. È questo il ruolo del cittadino”.
Un Papa che vuole essere compagno di strada di tutti, che desidera una Chiesa povera e per i poveri, non a caso ha definito antropologica prima che economica l’attuale crisi, giacché
“quello che comanda oggi non è l’uomo ma il denaro e la cultura dello scarto”.
Infatti,
“il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo, al quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici. Ricordiamo bene, però, che il cibo che si butta via è come se fosse rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame!”.
Dal discorso pronunciato da Papa Francesco, durante la consueta udienza generale del mercoledì il 5 giugno scorso si capisce che le parole più importanti che già hanno caratterizzato e che caratterizzeranno il suo pontificato il suo indirizzo sono solidarietà e condivisione. A dimostrazione di ciò il primo Pontefice proveniente dal continente americano nel colloquio con Scalfari svoltosi in un primo pomeriggio di fine settembre negli appartamenti papali nella Domus Santa Marta, ha citato la parola agape cioè “quell’amore di ciascuno di noi verso tutti gli altri, dai più vicini fino ai più lontani”, che è “appunto il solo modo che Gesù ci ha indicato per trovare la via della salvezza e delle Beatitudini”. Inoltre il Santo di Assisi è stato “l’esempio più luminoso di quell’agape di cui parlavamo prima”.
Papa Francesco ha conquistato fin da subito credenti e non credenti per il suo stile semplice, diretto e moderno, Padre Jorge non vuole più essere monarca di un piccolo Stato “la Curia ha un difetto: è troppo vaticano - centrica” e di una grande moltitudine di fedeli sparsi per il mondo ma uomo tra gli uomini.
Pubblicato da Piemme nel 2013, “Il Vangelo del sorriso” (“non siate mai uomini e donne tristi”) è un libro di dimensioni ridotte, che aiuta a conoscere l’insegnamento genuinamente biblico del Papa che sta cambiando il volto e il corso della Chiesa. Anzi forse l’ha già cambiata da quella sera del 13 marzo 2013.
“E adesso, incominciamo questo cammino: vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza”.
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Bellissima recensione,così come deve esserlo il libro. Lo leggerò. Adoro Papa Francesco.