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Recensioni di libri

Fiabe novelle e racconti popolari siciliani. Volume 1 di Giuseppe Pitrè

In questo racconto di Giuseppe Pitrè è sorprendente nell’oralità popolare il dono della magia, sicuramente d’ascendenza orientale, che cambia in meglio la sorte della sofferenza, di rottura rispetto al passato.

Federico Guastella
Federico Guastella Pubblicato il 16-12-2022
Fiabe novelle e racconti popolari siciliani. Volume 1

Fiabe novelle e racconti popolari siciliani. Volume 1

  • Autore: Giuseppe Pitrè
  • Genere: Raccolte di racconti
  • Categoria: Narrativa Italiana

Fra le narrazioni di Agatuzza Messia la fiaba Li tri belli curuni miei, che si legge nell’opera di Giuseppe Pitrè Fiabe Novelle e racconti del popolo siciliano, mostra un carattere novellistico e ha come argomento il comportamento tenacemente virtuoso di un personaggio femminile: donna saggia e modesta che manifesta la sua intimità nella cura della casa.

L’incipit è doloroso, parla della morte della madre e della sua orfanità.
Inizia da qui la sua peregrinazione fino a quando accadono eventi inspiegabili al di fuori della realtà che sfuma e si dissolve nell’immaginario:

Cammina di qua, cammina di là, vide un palazzo, ma tutto annebbiato, cominciando dal portone e finendo ai finestroni. Entra e vede le grandi camere. Entra in cucina, e vede il gran ben di Dio.

Scorgendo nelle altre camere un totale disordine, si mette a scopare per rendere puliti gli ambienti fino a fare brillare il palazzo. Poi, in cucina, prepara il brodo di gallina; illumina le stanze e si nasconde. A mezzanotte in punto ascolta una voce:

Oh le tre belle corone mie! Oh le tre belle corone mie!

E questa voce andava diffondendosi per il palazzo. Entra ed entra una signora.

Oh il bene (dice) E da dove mi viene questo bene?! Oh! Vieni qua, figlio mio! Vieni qua figlia mia! Se tu sei uomo, io ti prendo per figlio! Se tu sei femmina, il Signore ti ricompensa.

La voce, che dà alla narrazione il senso del realismo magico, è un antidoto all’incertezza, un segno di speranza perché l’orfana possa uscire dalle ristrettezze. Difatti, viene accolta nel palazzo dalla signora che le dice:

Io esco la mattina andando a cercare le tre belle corone mie. Tu qua, figlia mia, sei la padrona, le chiavi sono appese nel buco della serratura, fai tutto quello che ti piace.

Il meraviglioso si amplifica quando la ragazza scopre, aprendo una porticina, tre bei fanciulli con gli occhi aperti e senza parlare. Quindi, immobili. La struttura espositiva, semplice e lineare, si apre a un quadretto bozzettistico in cui prevale la componente dello spettacolo che suscita attesa e suspense.

Questo il racconto della visione premonitrice, organizzato secondo l’espediente stilistico chiamato climax:

Un giorno la ragazza si trovava affacciata al finestrone, ed era presa dalla noia; guarda a terra nel giardino, e vede una serpe con tre serpentelli: viene un’altra serpe e gliele ammazza. Viene la serpe madre e vede i figli morti. La poveretta si mette a contorcersi e a sbattersi di qua e di là: all’ultimo va a prendere una certa erba e mette a strofinare la prima piccola serpe, ed essa resuscita; strofina le altre due e così resuscitano tutte e tre.

La ragazza, abbastanza scaltra comprende il comportamento che deve tenere e raccoglie quell’erba che le occorre per ridare vita ai tre ragazzini, liberandoli dall’incantesimo. Dandosi otto giorni di tempo, alla signora fa così ritrovare i suoi figli.

La narratrice conclude il racconto, ponendo in evidenza con la forza del fascino il premio che la ragazza riceve:

Si aprì la camera, e si videro quei tre giovani. Considerate la contentezza! La madre si getta e abbraccia i figli piangendo a lacrime di sangue. La banda si mise a suonare a gloria (mi meraviglio!). Subito mandarono a chiamare il cappellano per fare il matrimonio del figlio grande con la giovane.

Magici gli eventi, distanti dalla rassegnazione alla sventura.

Grazie a essi, la vicenda umana della protagonista, inizialmente negativa, si muta nel contrario e si concretizza nella stabilità di tenaci affetti familiari.
Quanto a respiro e scansione, la caratteristica dell’oralità popolare, cioè della storia raccontata a un pubblico di ascoltatori e di complici, è dunque un potere di magia e di seduzione, di finzione, imprevedibilità e di spettacolo.

Fiabe novelle e racconti popolari siciliani volume 1 di Giuseppe Pitrè

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Fiabe novelle e racconti popolari siciliani. Volume 1

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