SoloLibri.net
  • News
    • News dal mondo dei libri
    • Ultime uscite in libreria
    • Concorsi e premi letterari
    • Fiere del libro e festival letterari
    • Dal libro al film
    • Ti presento i miei... libri
  • Recensioni
    • Recensioni di libri
    • Novità libri
    • Uno scrittore ci racconta un libro...
    • Indice libri - autori - editori
  • Rubriche
    • Approfondimenti
    • Libri da leggere e regalare
    • Storia della letteratura
    • Consigli per scrittori
    • Come si scrive?
    • Parole, proverbi e modi di dire
    • Aforismi e frasi celebri
    • Lavoro con i libri...
  • Speciale Scuola
    • News scuola
    • Esame di maturità
    • Università
  • Chi siamo
  • Collabora
    • Scrivi una recensione
    • Diventa un collaboratore
    • Scrittore? Promuoviti con noi

CONTINUA A SEGUIRCI

Facebook Twitter Instagra, Flipboard Google News RSS

Recensioni di libri

Fiabe e leggende popolari siciliane di Giuseppe Pitrè

Donzelli, 2016 - Analizziamo un racconto popolare, in cui la persona morta resta nel mondo da fantasma se ha commesso peccati, raccolto da Serafino Amabile Guastella e pubblicato da Giuseppe Pitrè.

Federico Guastella
Federico Guastella Pubblicato il 30-11-2022
Fiabe e leggende popolari siciliane

Fiabe e leggende popolari siciliane

  • Autore: Giuseppe Pitrè
  • Genere: Classici
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Donzelli
  • Anno di pubblicazione: 2016

Nel 1888, tredici anni dopo la prima imponente pubblicazione Fiabe, novelle e racconti del popolo siciliano, lo scrittore siciliano Giuseppe Pitrè pubblicava l’opera Fiabe e leggende popolari siciliane (Donzelli, 2016) che accoglieva centoquattro racconti inediti e venticinque varianti, la maggior parte da lui raccolti nel palermitano.
L’opera costituisce il volume XVIII della “Biblioteca delle Tradizioni popolari” e contiene la bellissima leggenda di Serafino Amabile Guastella, l’aristocratico di Chiaramonte Gulfi, intitolata La Lavannera di S. Giuvanni, riportata anche da Giovanni Gentile in un saggio sul medico palermitano presente nel volume Il tramonto della cultura siciliana.

L’argomento appassiona, giacché concerne il destino del peccatore dopo la morte: una sorta di teologia popolare che, ben diversa dalla religione cattolica o cristiana, fa pensare a una sorta di metempsicosi per cui sia l’anima che il corpo, al fine di espiare la colpa commessa, continuano a vivere in terra con le sembianze di un fantasma. Ecco la traduzione quasi letterale della leggenda:

Dicono che ai tempi antichi c’era una lavandaia, che aveva una comare battezzata, e una volta, come fu, come non fu, per motivi d’interesse, questa lavandaia si mise a sparlare della comare “Il Signore ce ne possa liberare, perché peccato come a questo non ce n’è.”

Guastella in nota ne spiega il significato: cominciò a dirle delle parole indecenti, qui molto ingiuriose per San Giovanni, protettore del comparatico. Sempre secondo quanto riportato da Guastella, la novellatrice si sente venire la pelle d’oca al solo raccontare di offese tra comari. Secondo il popolo, una parola ingiuriosa lanciata da comare a comare, non è perdonabile: e S. Giovanni la punisce severamente.

La conversazione tra le due inizia così:

La comare le diceva: - “pensate a San Giovanni!” - “Che San Giovanni e San Giovanni!” e non so che, e non so come. - “Vedete che il San Giovanni è geloso!” - “Che geloso e geloso!...”E le lacera con le unghie il viso.

All’insanabile conflitto segue un imprevedibile evento:

Dopo aver fatto questa bella sceneggiata, si carica il fardello del bucato, e se ne va al fiume, ma appena comincia a battere la tela, all’improvviso si ferma. Le altre lavandaie le dicono: - “Che fu? Che avete avuto?” - Vanno per guardare, e si accorgono che era morta. Vennero i becchini, e non fu possibile toglierla da dove era. L’attaccarono con le corde e un poco di persone si misero a tirarla; ma non ci riuscirono, perché sembrava una montagna. Finalmente ebbero a venire i preti per esorcizzarla, e solo così riuscirono a liberarla.

La chiusa, commenta Sebastiano Lo Nigro (“Racconti popolari siciliani”, Olschki editore, 1958), è come una mesta cantilena che scandisce il lavoro della lavandaia-fantasma:

Ora ogni notte se ne viene al fiumicello, e si mette a battere la tela, e, quando canta il gallo, s’arrampica sul tetto della chiesa di San Giovanni e sparisce, non si sa dove.

Il motivo del rivivere da fantasma si ritrova in una delle opere più prestigiose di Guastella: il poemetto Vestru dal sottotitolo Scene del popolo siciliano (Piccitto & Antoci, 1882 edizione subito tolta dalla circolazione, giacché zeppa di errori d’ortografia; II edizione, Ragusa, Piccitto & Antoci 1885; III edizione Chiaramonte Gulfi, Vacirca, 1936; IV edizione a cura di Gino Carbonaro, 1973).

Un pregio è dato dalla seconda parte che, in prosa dialettale, riporta storie e leggende da considerarsi come un documento di mitologia popolare, mostrando, in buona parte, una “dottrina” che fa centro attorno a una visione magica e animistica della realtà.
Chi muore con i piedi legati, non può intraprendere il nuovo cammino: resta sospeso nell’aria e non sa dove deve andare. È questa la sorte toccata a un prete ucciso dal sacrestano: l’anima, dice la narratrice, appare sul tetto della chiesa sotto forma di un cane bianco, malgrado il colpevole fosse stato giustiziato:

Ma con tutto questo l’animuccia è ancora a mezz’aria, e di tanto in tanto appare sopra le tegole della chiesa di san Silvestro.

Racconti leggendari questi, che, attraverso incisivi quadretti, rivelano la vita contadina, la cui visione demologica è davvero singolare: mette in luce aspetti etici entro una percezione spiritica, familiare peraltro a buona parte della narrativa siciliana da Luigi Capuana a Pirandello, per citare appena due nomi.

Cola Pesce e altre fiabe e leggende popolari siciliane. Ediz. integrale

Amazon.it: 28,50 €

30,00 €
Vedi su Amazon

© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Fiabe e leggende popolari siciliane

  • Altri libri di Giuseppe Pitrè
  • News su Giuseppe Pitrè
Fiabe, novelle e racconti del popolo siciliano
Fiabe novelle e racconti popolari siciliani. Volume 1
Cola Pesce
Fiabe, novelle e racconti del popolo siciliano. Volume 2
“Lu pisci russu”: analisi e commento del racconto popolare siciliano

“Lu pisci russu”: analisi e commento del racconto popolare siciliano

Giufà: riassunto e analisi di due novelle di Giuseppe Pitrè

Giufà: riassunto e analisi di due novelle di Giuseppe Pitrè

Il vaso del basilico: riassunto e analisi della novella di Giuseppe Pitrè

Il vaso del basilico: riassunto e analisi della novella di Giuseppe Pitrè

Lascia il tuo commento

Segui Sololibri sui social

Facebook Twitter Instagram Flipboard Google News Youtube

Segui Sololibri sui social

Facebook Google News Instagram Twitter Youtube Flipboard

I libri più cliccati oggi


Natale rosso sangue. Il mistero di Silent House
Il gatto e la bambina del ghetto
Non ci capisco niente. Lettere dagli esordi
Fino a quando esisto
La ribelle di Auschwitz
La chiesa della solitudine

Tutte le Recensioni e le novità dal mondo dei libri nella tua casella email!

ISCRIVITI SUBITO
Ami leggere?

Seguici, commenta le recensioni e consiglia i libri migliori da leggere

Novità libri

Scrivi una recensione

Diventa un collaboratore

Sei uno scrittore?

Segui i nostri consigli e promuovi il tuo libro gratis con Sololibri.net

Consigli per scrittori

Ti presento i miei... libri

Uno scrittore ci racconta un libro

Link utili

Informazioni generali

Condizioni di pubblicazione

Privacy

Preferenze pubblicità

Chi siamo

Segui Sololibri sui social

Pagina Facebook Profilo Twitter Profilo Instagram Flipboard Google News Youtube Telegram RSS

Sololibri.net / New Com Web srls
C.F./P.Iva 13586351002