Di carne e di nulla
- Autore: David Foster Wallace
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2013
David Foster Wallace è stato uno dei più grandi scrittori contemporanei (da molti considerato il più grande) e questa è cosa risaputa. Per chi è interessato a conoscerlo ancora meglio c’è questa interessante raccolta di saggi su un po’ di tutto: si passa da un punto di vista sull’Aids a considerazioni sul cinema e sul parallelo film con effetti speciali – film porno, per poi trattare soprattutto di letteratura e della società americana. A completare il libro due interviste e una conversazione telefonica che ci danno una percezione di come interagiva DFW anche in ambiente simil-casalingo.
A parte la possibilità di conoscere meglio lo scrittore e il suo pensiero, questo libro ci fa anche e soprattutto molto riflettere (in modo spesso divertente) su tanti aspetti che ci circondano. E se i problemi sociali o gli impatti sociali di tante scelte sono sempre rintracciabili nei suoi scritti, la letteratura (o presunta tale) è nel mirino della maggior parte dei brani che propone. E gli spunti non mancano. I giovani scrittori catapultati verso il successo, l’introduzione a The Best American Essays con le motivazioni che lo hanno portato a scegliere alcuni pezzi piuttosto che altri, le biografie dei personaggi famosi con la tendenza alla drammatizzazione della loro vita e conseguente involontaria banalizzazione del fondamento della loro opera.
E c’è ovviamente di più. Una simpatica digressione sull’uso di ventiquattro parole nell’inglese-americano. E le interviste che, tra le altre cose, ci possono aiutare a apprezzare al meglio il suo capolavoro Infinite Jest. Per non parlare dell’azzeccatissimo intervento sull’undici settembre e sulla libertà. Anzi, più che intervento, una serie di domande su cui almeno chi non fa parte di quegli "immaturi" descritti in Decisorizzazione 2007 dovrebbe essere ed è portato a farsi. Perché
cercare davvero di essere informati e colti oggi significa sentirsi quasi sempre stupidi, e aver bisogno di aiuto.
Insomma il DFW che abbiamo imparato a conoscere e che sempre ci stupisce: divertente, preciso, caustico, ironico, irriverente, magistrale, impeccabile. E poi la scrittura, mai banale e mai “occasionale”, forbita “e” (e non “ma”) chiara, perché in fondo
una scrittura forbita non significa scrittura ornata in modo gratuito; significa scrittura pulita, chiara, massimamente rispettosa.
Di carne e di nulla
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