Berta Isla
- Autore: Javier Marías
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2018
Sono incantata dalla scrittura di Javier Marìas, romanziere madrileno ormai affermatissimo anche da noi, per la qualità della sua narrativa, lo sguardo aperto alla vicenda sociale e storica non solo spagnola, ma europea nella sua forma più aperta. La capacità di costruire storie e personaggi fascinosi e misteriosi, originali e tali da potercisi spesso identificare, il modo di indagare i sentimenti femminili, la vita di coppia, la sessualità, ma anche i rapporti familiari, sociali e politici, professionali e accademici che capita di instaurare nelle vite di tutti noi, rendono Berta Isla, come gli altri romanzi di Marìas, un punto di forza della letteratura europea contemporanea.
Il titolo del romanzo è il nome della sua protagonista, Berta Isla, una bella ragazza che studia a Madrid, frequenta i compagni di scuola tra i quali spicca Tomàs Nevinson, un ragazzo anglo spagnolo pieno di fascino. Suo padre Jack lavora per l’Ambasciata inglese e Tom è perfettamente bilingue, anzi, la caratteristica che lo segnala fin da giovanissimo, è l’eccezionale capacità molto apprezzata di riprodurre accenti, inflessioni, forme dialettali in diverse lingue.
Pur se fidanzato con Berta, viene mandato a studiare a Oxford, per perfezionare quella padronanza dell’inglese che gli consentiranno un ottimo posto all’Ambasciata inglese di Madrid e forse allo stesso Foreign Office a Londra.
I due ragazzi, innamoratissimi, si sposano a Madrid nel 1974 e Berta sopporta bene all’inizio le lunghe assenze del marito, preso da un lavoro a Londra che lo tiene lontano da casa per lunghi periodi, anche se è nato un bambino, Guillermo. Però il lettore sa cosa è avvenuto ad Oxford alla vigilia del suo matrimonio: Tom, che intratteneva una sporadica relazione sessuale con una giovane commessa in una libreria, dopo aver trascorso da lei una serata come tante, viene accusato la mattina dopo dell’uccisione di Janet, strangolata proprio nell’orario in cui Tom era stato a casa sua.
Il suo professore, Wheeler, capisce che il ragazzo si trova in un pericolo gravissimo, rischia di essere dichiarato colpevole, e gli suggerisce di rivolgersi a qualcuno che potrà autorevolmente tirarlo fuori da quell’accusa che può distruggergli la vita, anche
se lui si dichiara innocente.
L’incontro avviene in un pub con Mr. Tupra, uno strano individuo in abito gessato a righe troppo larghe, dall’aspetto volgare, dall’aria amichevole e coinvolgente. Tom dovrà mettersi a disposizione dell’organizzazione segreta, senza fare domande, senza condizioni, e il suo problema giudiziario sarà dimenticato. A lui la scelta.
Diventa così un agente inglese sotto copertura, a tutela della sicurezza del Regno, di cui non può rivelare nulla a nessuno, né ai suoi genitori, né a sua moglie Berta, né ora né mai.
Il romanzo è tutto incentrato sul rapporto fra Berta, incapace di capire chi sia davvero l’uomo che le dorme a fianco, il padre dei suoi figli, nel frattempo è nata Elisa. Cosa faccia davvero, dove si trovi, se è dove sia possibile raggiungerlo in caso di pericolo; infatti quando si presentano al giardino dove porta il bambino una coppia di strani irlandesi, che si avvicinano sempre di più a lei spacciandosi per amici di Tomas e alla fine minacciandola ferocemente, Berta si rende conto che è ormai sola. Non riesce in nessun modo a raggiungere suo marito per rivelargli il pericolo che incombe su di loro, e lo stesso Tomàs, tornando infine, si mostrerà freddo e lontano, come se la sua testa e la sua vita fossero in un altrove oscuro, misterioso, drammatico, non riferibile.
Il romanzo è lungo, la storia complessa, gli approfondimenti della vicenda pieni di suspense e di colpi di scena soprattutto nelle pagine finali. Il tema del tradimento, del doppio gioco, del segreto inconfessabile, della lotta sotterranea fra forze decise ad annientarsi con qualunque mezzo è al centro di tutta la narrazione di Marìas. In un dialogo tra moglie e marito, in cui Berta cerca di interrogarsi sul ruolo che Tomas interpreta in un’attività che le sfugge, lui risponde:
Esiste una cosa chiamata strategia e un’altra chiamata tattica, e in entrambe sono fondamentali il fattore sorpresa, l’imboscata, l’azione diversiva, il mimetismo, la segretezza, l’occultamento, la perfidia per te così condannabile... Anche alle Termopili ci fu un infiltrato, o un traditore, come preferisci chiamarlo. E come è stata vinta la guerra di Troia? Che cos’era il cavallo se non uno stratagemma, un regalo avvelenato, un inganno? La colpa non è di chi lo abbandonò sulla spiaggia, ma di quelli che lo portarono dentro…
Nella vicenda narrata nel romanzo corrono parallele la storia privata di un matrimonio difficile, insolito, messo a prova durissima dalle circostanze, e il rapporto con il proprio dovere di patriota, di civil servant, di difensore dei valori di tutti noi a cui alcuni uomini si sottopongono in segreto. Il tema su cui ci siamo divertiti con James Bond, nei fortunati film con Sean Connery, diventa qui vita reale, eventi drammatici, pericoli gravissimi, vite spezzate, rapporti sofferti, figli abbandonati. La capacità straordinaria di scrittura di Javier Marìas ci propone immagini efficaci, metafore centrate, per descrivere con le parole di Berta, personaggio indimenticabile, la sofferenza della sua vita coniugale a metà:
Stavamo bene insieme, malgrado le brume e i fumi on cui vivevamo avvolti. Malgrado la mia visuale così ridotta, malgrado tutto. Era come assistere alla sua vita con un occhio solo, e come se l’altro fosse cieco. A volte era difficile sopportarlo, ma lo sopportavo. E nonostante tutto lo amavo ancora, imperfettamente e con un misto di sentimenti contraddittori, come tutti. No, non come tutti, come quelli che amano meglio.
T.S.Eliot, Melville, Shakespeare, Stevenson, Charles Dickens sono la colonna sonora/letteraria che accompagna la lunga narrazione tra cultura inglese e cultura spagnola, tra sentimenti privati e politica internazionale, tra alleanze e tradimenti, fedeltà e abbandoni, espressi in una prosa complessa, piena di incisi, riferimenti, citazioni, incisi, ottimamente resa dalla impeccabile traduzione di Maria Nicola. Nella recensione de El Paìs, riportata sulla copertina del volume italiano, è riportata un’affermazione che condivido : “Il romanzo, nelle mani dei grandi scrittori, è ancora l’unico modo che gli esseri umani possiedono per conoscere davvero se stessi.”
Berta Isla
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La solita bella scrittura di Javier Marias, e la altrettanto solita mancanza di una vera sostanza. Mettersi ancora, nel 2018, a raccontare una storia di coppia significa avere ben poco da dire, e cercare di salvarsi affidandosi allo stile.