Al contrario
- Autore: Giuseppina Torregrossa
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2021
Al contrario (Feltrinelli, 2021) è il nuovo romanzo della scrittrice siciliana Giuseppina Torregrossa, nata a Palermo e vive tra la Sicilia e Roma, dove ha lavorato più di vent’anni come ginecologa. È stata già autrice di Cortile nostalgia, Il figlio maschio e di Panza e prisenza, Il basilico di Palazzo Galletti, Il sanguinaccio dell’Immacolata, dedicati alla figura del commissario Maria Teresa Pajno, detta Marò, del Commissariato del quartiere Politeama di Palermo.
“Era il mese di agosto del 1927 quando il dottor Giustino Salonia, detto Tino, arrivò alla stazione di Malavacata, e subito capì di essere stato fregato”.
Se la stazione era una sorta di avamposto di frontiera e non si notava neanche una casa all’orizzonte, in tanta desolazione il dottor Salonia comprese in un lampo che era troppo tardi per tornare indietro e rassegnato girò le spalle al binario, offrendosi a questo paese sbocciato in una Sicilia di terra e non di mare. Sul piazzale della stazione la corriera stava aspettando Giustino, una volta fatta issare la valigia sul tetto, il dottore si era accasciato con un sospiro contro lo schienale, cedendo al caldo e al cattivo umore. Per tutto il tragitto della corriera, una strada in salita, tortuosa e piena di buche, stretto tra viddani e polli, il medico ripensava al suo amico, Puleo, assessore ai Lavori pubblici di Malavacata, che lo aveva invogliato ad accettare quell’incarico nel feudo Paternò, di proprietà della principessa Fernandez. Nel paese di Malavacata mancava il medico condotto, serviva un medico bravo, che conoscesse il mestiere e anche l’arte di comandare, giacché:
“Voi mi insegnate che, quando si ha in mano la salute della gente, si ha un potere illimitato”.
Appena sceso dalla corriera, Malavacata gli si parò davanti con le sue mulattiere di sassi rotondi alternati a lisce balate, le case di pietra tagliata a vivo. Nel punto più alto si fronteggiavano due altissime rocche, sorvolate da uno stormo di colombe bianche. Di fronte si apriva una larga spianata, pelata come la testa del tignuso. L’aria era ammorbata dal tanfo dei canali di scolo. Il grande feudo di Paternò era dunque quello: un ammasso di casupole, sporcizia e miseria! E per fare il medico condotto in questo posto sperduto, polveroso, nell’entroterra dell’entroterra siciliana lui aveva lasciato a Palermo la moglie Gilda Accursio in Salonia, la loro bambina appena nata e un lavoro sicuro al Policlinico! Il dottor Giustino Salonia, detto Tino, “si guardò intorno smarrito: per terra, accanto a lui, le valigie. Non sapeva dove andare. Solo era, solo e in un posto che non conosceva”.
Nel nuovo romanzo di Giuseppina Torregrossa, non c’è la bellezza sontuosa di Palermo, con i suoi colori e i suoi odori seducenti, finora esplorati dalla brava autrice, ma la bellezza nascosta della terra di Sicilia, quella dove il mare non appare neanche all’orizzonte. È una terra generosa, ricca di grano, ulivi e vigne, ma anche petrosa, paludosa, satura di polvere e quindi ricca di contraddizioni come il carattere del medico condotto di Malavacata, nato bastian contrario, che subito donerà anima e corpo alla comunità, e il suo studio medico diventerà il cuore del borgo. Dalla fine degli Anni Venti fino alla caduta di Mussolini, l’autrice compone la saga corale di un paese della Sicilia dapprima governato dagli uomini, e dopo lo scoppio della II Guerra Mondiale, “al contrario”, con gli uomini diventati soldati, governato dalle donne, impegnate nel “fronte interno” a lavorare durante le quattro stagioni, i beni della terra.
“Arrivarono pentoloni fumanti di pasta al ragù, polli e anatre arrosto, grandi frittate, vino, aspro e cattivo, ma capace di dare ebbrezza. Il patto di fiducia tra gli uomini e la terra si era rinnovato”.
Al contrario
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