Il basilico di Palazzo Galletti
- Autore: Giuseppina Torregrossa
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2018
Le poliziotte palermitane vanno alla grande in questa estate letteraria all’insegna dei gialli. Nel nuovo romanzo di Giuseppina Torregrossa, “Il basilico di Palazzo Galletti” (Mondadori, 2018) ecco di nuovo Maria Teresa Pajno in azione in un torrido ferragosto nella città che si prepara alla Acchianata, per la festa di Santa Rosalia, che cade il 4 settembre.
Mentre il caldo secca le piante, soprattutto il basilico, fa marcire i rifiuti, riempie di miasmi maleodoranti i quartieri centrali della città, Marò cerca nella cucina di piatti raffinati un nuovo slancio amoroso da parte dell’ormai stanco Sasà, il commissario con cui è stancamente fidanzata. Un delitto eccellente, forse un femminicidio, coinvolge Marò: nel palazzo Galletti, ormai quasi disabitato, ha restaurato un appartamento la giovane Giulia Arcuri, erede di un’illustre e ricca casata cittadina, che si è circondata di opere d’arte, oggetti di design, strumenti di cucina preziosi ma anche di sex toys, imprevedibilmente. Lei è diafana, veste solo di bianco, soffre di una malattia della pelle ereditata dalla nonna, esce solo di sera, ma proprio la sera di ferragosto viene trovata morta, per colpi feroci inferti sulla sua testa di capelli rossi fiammeggianti con un oggetto misterioso.
La descrizione della società palermitana che la commissaria Marò incontra nel corso delle complicate indagini è puntuale e interessante. A fianco alla classe elevata di cui Giulia e la sua elegante madre, Donna Margherita, fanno parte, ecco Maria la Buttana, il semidemente Pinuzzo, gli accaldati poliziotti che nell’estate rovente debbono assicurare presto alla giustizia il presunto colpevole, le autorità cittadine lo richiedono.
La parte più interessante del romanzo di Giuseppina Torregrossa tuttavia è affidata agli odori, ai sapori, ai cibi ma soprattutto al dialetto che permea tutta la narrazione alla quale conferisce una straordinaria musicalità. L’elegante e raffinata Margherita canterà una ninna nanna alla figlia morta, stesa sul tavolo settorio dell’obitorio, facendo intenerire i pur avvezzi medici legali...
“L’ucchiuzzi di me figlia, su sireni.. Oh, specchiu di l’occhi mia, / facci d’aranciu / ca mancu ‘ ppun tesoru iu ti cangiu…”
Daniela Palumbo, magistrata incaricata dell’inchiesta, divorziata e sovrappeso, buddista, Marina Sorbello, la migliore amica della bianca Giulia, magra, bionda, elegante, altera, Maria Calascibetta, la vecchia prostituta dai leggins in lurex e le labbra piene di rughe e di rossetto sbavato, ma con il cuore grande, Margherita Arcuri, prima vedova di un personaggio influente ed ora privata dell’unica adorata figlia, pronta ad aprirsi all’amicizia con la commissaria Marò sono le figure femminili protagoniste del romanzo che emanano profumi che anche noi lettori crediamo di sentire: rose, basilico, essenze raffinate contenute in preziose fiale, ma anche l’odore dei pesci al mercato, delle carni arrostite, dell’umidità salmastra, dei rapporti sessuali appena consumati, delle granite di gelsi. La sensualità che si avverte in ogni riga di questo romanzo ci riporta alla carnalità della Sicilia, ai suoi colori forti, la sua storia millenaria, alla sua lingua infarcita di arabismi, alla sua vegetazione lussureggiante, ai suoi personaggi dalla personalità inconfondibile. Per chi ha difficoltà con la lingua siciliana, l’autrice fornisce un ricco glossario, pieno di aggettivi, modi di dire, espressioni uniche e intraducibili.
Il basilico di Palazzo Galletti
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