53 poesie
- Autore: Costantino Kavafis
- Categoria: Poesia
- Casa editrice: Mondadori
È un piacere riprendere in mano i piccoli libri stampati da portare con sé, come oggi portiamo lo smartphone, da leggere in qualunque momento libero, specie se si tratta di poesie. È il caso di Costantino Kavafis e delle sue 53 poesie, tradotte da Filippo Maria Pontani (Oscar Mondadori, “I Miti”, p.66, 1996).
Costantino Kavafis, uno dei massimi poeti del Novecento, è considerato un esponente del Decadentismo europeo. Caratteristiche di questa corrente sono alcuni elementi che ricorrono nella poetica di Kavafis e ce lo fanno amare, innanzitutto l’attenzione verso le piccole cose che accadono praticamente a tutti, ma estratte dal banale e viste con una colorazione esistenziale qualitativa. È lui stesso a ricordarlo:
Da quanto ho fatto, da quanto ho detto di scoprire non cerchino chi fui.[...] Di me le azioni meno percettibili e dei miei scritti quelli più velati – sarà solo di lì che capiranno. (Segreti, in Poesie inedite, vv. 1-2; 7-9)
Il “piccolo mondo” in Italia è stato inaugurato da Pascoli, mentre la sfiducia nel futuro, costante nei versi del Nostro, è tratto profetico di Leopardi.
Quest’ultimo infine postula la solidarietà umana, Kafavis ripone la sua fiducia solo negli dei.
Tra paura e sospetti, / con la mente sconvolta e gli occhi esterrefatti, / ci logoriamo e vagheggiamo scampi / al rischio certo / che ci minaccia tanto atrocemente.
Il poeta, nato nel 1863 ad Alessandria d’Egitto da famiglia greca, muore nella stessa città nel 1933, dopo essere vissuto a Londra e a Istanbul. Sente nell’aria anticipazioni di guerra, osserva le dittature, pur non nominandole. Parla di mura che gli sono state costruite attorno. Possiamo leggere questa condizione sia in senso individuale, destinata sempre al diverso (Costantinos era gay), sia in senso politico e sociale.
Abbiamo l’elemento del ricordo, specie degli anni giovanili, carichi di erotismo efebico appassionato; l’omosessualità è apertamente dichiarata, tolta dal ghetto della demonizzazione, descritta soprattutto nei baci e nelle mani, con una grazia incantevole e una struggente nostalgia.
C’è la rivalutazione della classicità, confrontata con la povertà del tempo presente. Valga per tutte la bellissima e famosissima Itaca, nei cui versi tutti diventiamo Ulisse, con la raccomandazione di far durare a lungo il viaggio, di fermarsi ai porti, acquistare profumi e gioielli presso i Fenici, il sapere in Egitto, e tornare a Itaca in vecchiaia, carichi di sapienza.
Itaca t’ha donato il bel viaggio. / Senza di lei non ti mettevi in via. / Nulla ha da darti più. / E se la trovi povera, Itaca non t’ha deluso. / Reduce così saggio, così esperto, / avrai capito che vuol dire un’Itaca.
Qui meta e cammino si uniscono, ogni passo è la meta prefissata che dona senso, lo illumina e lo spinge.
Kavafis è stato considerato un cinico, cosa non vera e da lui negata, infatti ha conservato la fede negli oracoli: vengono ricordati quelli ricevuti da Nerone e da Cesare, non compresi né ascoltati. È rimarcata la presenza degli dei, che vedono il futuro, “i sapienti ciò che si avvicina”, mentre
Fuori, per via, la turba / non sente nulla / con le orecchie dure.
Scopriamo il suo lato squisitamente aristocratico, ma è l’aristocrazia del cuore da coltivare. In diverse liriche il poeta ricorda la gioventù trascorsa in ristrettezze economiche.
La rivalutazione del corpo e della sessualità, del Bello, affine a quella dannunziana, ha una teleologia e una sublimazione di tipo freudiano, scoperte dopo aver consumato le esperienze amorose:
Anni di giovinezza, vita di voluttà… / Come ne scorgo chiaramente il senso. / […] Ma il senso mi sfuggiva, allora. / Nella mia giovinezza scioperata / si formavano intenti di poesia, / si profilava l’ambito dell’arte.
L’artista scrive le sue 154 liriche dopo i 40 anni, pubblicate postume nel 1936.
Il sentimento della morte, della perdita, tipicamente decadente, è ricorrente:
Voci ideali e care / di quelli che morirono, di quelli / che per noi sono persi come i morti. / Talora esse ci parlano nei sogni, / e le sente talora nei pensieri la mente. / Col loro suono, un attimo ritornano / suoni su dalla prima poesia della vita - / come musica, a notte, che lontanando muore.
53 poesie
Amazon.it: 6,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 53 poesie
Lascia il tuo commento