La riforma ottocentesca dei Quattro Canti di Palermo
- Autore: Giovanni Fatta
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
“La riforma ottocentesca dei Quattro Canti di Palermo”, l’accurato saggio di Giovanni Fatta, docente universitario che si avvale della prestigiosa prefazione del professor Nino Vicari, tratta del restauro dei Quattro Canti di Palermo nel periodo post-unitario e si distingue per la qualità dei contenuti, per la ricchezza della documentazione e dei dati e per le notizie riportate.
Giovanni Fatta tratta episodi a prima vista secondari, come i retroscena di ordine politico e amministrativo che condussero alla realizzazione di quest’opera architettonica. Furono modificati alcuni elementi di rilievo rispetto all’aspetto seicentesco, come le vasche inferiori che non sono quelle originali. Tutti i palazzi che si affacciano sulla via Maqueda hanno però un basamento nuovo in ragione dei lavori compiuti tra il 1861 e il 1866.
Vi fu la necessità, peraltro già avvertita anche in passato, di raccordare le quote; in particolare via Maqueda, che presentava sul piano di calpestio una differenza sensibile con avvallamenti che confluivano sul Cassaro, su via Toledo, che ebbe una leggera rettifica del suo percorso rispetto all’asse originale. L’avanzamento dei lavori per la via Maqueda procedette lentamente con lavori ingenti per la demolizione di palazzi e conventi, nonostante ciò, il progetto ambizioso e grandioso di costruire quest’importante asse venne portato avanti con l’aristocrazia locale costretta ad un forte indebitamento. La via venne terminata circa un secolo e mezzo dopo la prima modifica del taglio originale e il sistema viario che stava intorno ne risultò negativamente rimaneggiato.
La pavimentazione del Cassaro Alto venne ad essere modificata nel tempo ma rimaneva costante il problema delle differenze di quote che procurava la stagnazione di acque ai Quattro Canti con rigagnoli e piccoli ruscelli che creavano problemi alla viabilità. Fu necessario perfino, come documentato nel libro da fotografie ed incisioni, approntare una serie di piccoli ponti per potere scavalcare gli accumuli di acqua. Si trattava di portare a soluzione un problema non solo di decoro ma anche di natura prettamente funzionale. Si intervenne con un progetto redatto già nel 1856, in uno scorcio dell’ultimo periodo del Regno delle due Sicilie, che venne poi inaugurato quasi dieci anni dopo.
“La riforma ottocentesca dei Quattro Canti di Palermo” di Giovanni Fatta ha il merito di far uscire dall’oblio artigiani, scultori, progettisti che operarono nel lavoro di rifacimento dei piani di calpestio di questa area monumentale. Molti i dettagli sui diversi materiali utilizzati e sugli apparati effimeri apposti in particolari occasioni. Prese corpo e forma l’assetto urbano della Palermo unitaria, anche attraverso degli organi esecutivi, come ben dimostra la costituzione di un Ufficio Tecnico del Comune dove operavano grandi registi della Palermo ottocentesca come Giuseppe Damiani Almejda e Giovan Battista Basile.
La riforma ottocentesca dei Quattro Canti di Palermo
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