Una vacanza incantevole
- Autore: Elizabeth Jane Howard
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2024
Per la prima volta in Italia, Fazi editore pubblica nella Collana “Le strade” il romanzo Una vacanza incantevole (2024, titolo originale The Beautiful Visit, traduzione di Manuela Francescon) redatto nel 1950 da Elizabeth Jane Howard (Londra, 26 marzo 1923 - Bungay, 02 gennaio 2014), autrice della Saga dei Cazalet con 250mila copie vendute in Italia.
Sono nata a Kensington. Mio padre era un compositore. Mia madre proveniva da una famiglia ricca e credo fosse un’inguaribile romantica. Sposò mio padre nonostante le deboli proteste della sua famiglia, per la quale sposare un musicista era brutto quanto sposare un commerciante, ma molto meno sicuro dal punto di vista economico.
L’io narrante del romanzo d’esordio dell’autrice britannica, una giovane appena sedicenne, cerca di diventare adulta mentre sta per scoppiare la Prima Guerra mondiale. Il padre non era bravo come compositore e non ebbe successo, e la madre non sapeva niente di soldi (né di musica). Ebbero in quattro anni quattro figli, che si passavano i vestiti man mano che crescevano, finché la bambinaia smise di portarli per negozi e i loro coetanei cominciarono a ridere di loro. La madre era graziosa ma sempre stremata dalla fatica di sfamare un numero crescente di persone.
La loro fu un’infanzia come tante altre, con governanti e interminabili passeggiate ai Kensington Gardens. I quattro figli impararono in fretta che la maggior parte degli altri bambini non avevano padri compositori e durante le passeggiate si vantavano del loro con quelli che incontravano: ostentavano conoscenza e amore per la musica e tenevano conversazioni collaudate sull’argomento per impressionare i loro amici più ricchi e in generale più fortunati. Erano ragazzi intelligenti e loro ne erano colpiti. La cosa li aiutava a sopportare la mancanza di feste, vacanze al mare e giocattoli costosi.
A un certo punto, i fratelli maschi andarono in collegio e le sorelle restarono a casa. Della loro infanzia comune ricordavano bene due cose. La prima era la povertà. Non che fossero davvero poveri ma, come veniva loro ricordato costantemente, avevano una reputazione da mantenere. La seconda cosa che ricordavano era la musica, che dominò le loro vite fin dai primissimi ricordi. Venivano costretti ad ascoltarla per ore e ore, in silenzio, certe volte per pomeriggi interi. Lo studio del pianoforte toccò a tutti e quattro, soprattutto alla figlia più piccola, l’unica a sopravvivere alle temute lezioni di un donnone mastodontico con la pronuncia blesa, che adorava il loro padre e si lasciava andare a incontrollabili accessi di collera di fronte alla loro incompetenza. Le ore di esercizio prima di colazione, con le dita bluastre dal freddo, diedero il colpo di grazia alla già tiepida passione degli altri.
Questa vita fatta di sacrifici e doveri cambiò quando la quarta figlia fu invitata a passare le vacanze di Natale nella casa di campagna di un’altra famiglia, i Lancing, lontani parenti della madre. La ragazza rimane dapprima entusiasta, poi terrorizzata dall’enormità dell’avventura: non era mai andata in nessun posto da sola.
E adesso per ben dieci giorni sarei stata circondata da sconosciuti, in stanze nuove, con cibo e mobili nuovi, in campagna.
Un romanzo raffinato, che rivela il talento innato di Elizabeth Jane Howard, la quale attraverso queste pagine denuncia e critica la società inglese dell’epoca, che riteneva fosse il matrimonio l’unica possibilità di una vita rispettabile per le ragazze borghesi del tempo.
Se pensavo all’invito con calma, naturalmente mi rendevo conto che era la mia occasione, l’opportunità che tanto agognavo di allontanarmi dalla mia famiglia e vedere gente nuova, sperimentare una vita diversa.
Una vacanza incantevole
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