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Recensioni di libri

Tutto il sole che c’è di Antonella Boralevi

La Nave di Teseo, 2021 - Una saga familiare ambientata negli anni fondamentali per la storia italiana, quelli che vanno dal 10 giugno 1940, data dell’inizio della Seconda guerra mondiale, fino ai primi anni ‘50.

Elisabetta Bolondi
Elisabetta Bolondi Pubblicato il 30-05-2021
Tutto il sole che c'è

Tutto il sole che c’è

  • Autore: Antonella Boralevi
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: La nave di Teseo
  • Anno di pubblicazione: 2021

Le prime cinque delle oltre settecento pagine di questa bellissima saga familiare che la scrittrice Antonella Boralevi ci consegna sono intitolate “I personaggi e i loro luoghi”. Chi avrà voglia di leggere dunque Tutto il sole che c’è (La Nave di Teseo, 2021) avrà a disposizione un’accurata ricostruzione di nomi, luoghi, date, rapporti che vengono poi raccontati dall’autrice nella ricostruzione di anni fondamentali per la storia italiana, quelli che vanno dal 10 giugno 1940, data dell’inizio della Seconda guerra mondiale, fino ai primi anni ‘50, quando il racconto in prima persona di Verdiana Valiani si interrompe. È lei, ormai molto vecchia e malandata, che decide di prendere in mano il racconto della vita della sua famiglia. I lunghi mesi della pandemia l’hanno spinta a farsi insegnare come muoversi su Google e lì ha trovato un video, che mostra il Trio Lescano, le tre sorelle che con i loro vestitini a fiori intonano “Parlano d’amore i tuli, tuli, tuli, tulipan”. E poi un album, vecchi fogli di carta di Fabriano vergati da una calligrafia decisa, che scoperchiano i ricordi della vita lunghissima di due bambine, Ottavia e Verdiana, il cui rapporto difficile occupa l’intera narrazione:

“Ottavia mi ha lasciato indietro da prima che nascessi. Ho passato la vita a rincorrerla.”

Il racconto inizia dunque nel Palazzo dei Conti Valiani di San Miniato al Tedesco, in un giorno d’estate che sembra come gli altri, e invece segna l’inizio di una guerra che porterà dolore e sconvolgimento anche nell’atmosfera dorata che ospita le due bambine, i loro genitori, il numeroso personale di servizio. Il personaggio di Ottavia emerge subito come quello che impronta di sé l’intera epopea di famiglia: bella, libera, elegante, spregiudicata, innamorata di suo padre, il conte Guido, podestà nonché chirurgo direttore dell’ospedale di San Miniato, amatissimo dai suoi mezzadri, personaggio di spicco a cui tutti si rivolgono con stima e riconoscenza. Letizia, sua moglie, è una donna silenziosa e rassegnata: il suo non è un matrimonio felice, il Dottore infatti ha un’amante, a cui dedica tempo e considerazione.

Troppo lungo, direi impossibile, raccontare le complicate vicende di cui la famiglia Valiani si rende protagonista nel lungo decennio che porta dallo scoppio della guerra agli anni della ricostruzione: distruzioni fisiche e morali che occupano case, città, borghi; amori impossibili, morti drammatiche, tradimenti, fughe, sentimenti forti, rapporti interrotti e ritrovati. Antonella Boralevi ci consegna ritratti indimenticabili, tra i quali svetta certamente il fascino di Ottavia, una ragazza dotata di rara intelligenza, determinazione, coraggio, abnegazione. Molti episodi che la vedono protagonista, mentre Verdiana diligente, brava a scuola, curiosa dei meccanismi relazionali ai quali assiste spesso involontariamente, offrono uno spaccato della vita difficilissima a cui andarono incontro intere famiglie, pur se ricche e potenti, salvate forse solo dall’intraprendenza e dal coraggio di pochi.

Ottavia, il Dottore Guido, la sguattera Diomira, la cuoca Finimola, il figlio del ciabattino Franchino, l’amica ebrea di Ottavia, Miriam Modena, Fanny Capecchi, la vistosa amante del Dottore, Ranieri Ciulli, il disinvolto e ambiguo innamorato di Ottavia: tutti loro sono necessari per la ricostruzione di un periodo difficilissimo che l’autrice riesce a compiere attraverso dettagli, modalità di vita, rapporti interpersonali, con un’immediatezza oserei dire quasi cinematografica. Assistiamo ai menù raffinati della famiglia, serviti in tavole piene di oggetti preziosi, alle partite di tennis di ragazzi inconsapevoli di un futuro tempestoso che li aspetta, alle villeggiature nel villino liberty di Viareggio, agli abiti alla moda di Ottavia, di Fanny, alle feste eleganti dove si suona e si balla ai ritmi più moderni. Ma c’è anche la storia poco nota dell’occupazione tedesca di Firenze, dei bombardamenti e delle distruzioni, del sangue, degli ospedali dove il Dottore aiutato dalla coraggiosa Ottavia salva vite, della fame, della borsa nera, dei pericoli sempre più vicini: la fuga su un carretto in cui tutta la famiglia prende posto, fingendosi un convoglio della Croce Rossa, con finti feriti a bordo, la sconvolta Finimola, e una Ottavia in divisa da crocerossina, è un racconto davvero epico. Dopo il bombardamento del ’44, infatti, la famiglia andrà a vivere a San Domenico di Fiesole, in una villa ottocentesca di proprietà del fratello del Dottore, Baldo. Saranno accolti da una situazione drammatica, che non rivelo per spingere alla lettura integrale di questo romanzo affascinante. Ottavia resterà, come era stata Micol dei Finzi Contini, un personaggio femminile indimenticabile.

Tutto il sole che c’è

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tutto il sole che c’è

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