Transatlantic
- Autore: Colum McCann
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2014
Isola di Terranova, Oceano Atlantico. Giugno 1919. I piloti Jack Alcock “Ventisei anni. Veniva da Manchester. Era snello, attraente, audace, dallo sguardo determinato e dai capelli fulvi” e Arthur Brown “sembrava già vecchio a trentadue anni, dai luminosi occhi azzurri, nato in Scozia, leggeva le opere di Aristofane e ammetteva che sarebbe stato felice di vivere volando”, si preparavano al primo volo transatlantico, 1800 miglia in circa 72 ore senza scalo.
L’aereo, destinato a entrare nella storia, era un bombardiere Vickers Vimy modificato “una piccola creatura agile e leggiadra dalla forma di una libellula”.
Grande attenzione e cura erano state prestate all’abbigliamento e all’occorrente per il volo “caschi, guanti, giubbotti e stivali fino al ginocchio sono imbottiti di pelliccia. Sotto indossano tute Burberry. A qualsiasi quota ci sarà da gelare”. Tra i tanti giornalisti accorsi per seguire l’evento spiccava per intelligenza e acutezza Emily Ehrlich “bassa di statura e inelegantemente grossa”, che non poneva mai domande ma osservava per poi scrivere sul suo taccuino. La figlia di Emily, la diciassettenne Lottie scattava fotografie facendo domande pertinenti e brillanti ai piloti.
Finalmente era arrivato il giorno della partenza, l’aereo decollava e subito virava in direzione est. Alcock e Brown portavano con loro un sacco contenente la posta. Grazie alla perizia di entrambi, Jack e Arthur dopo aver incontrato banchi di nubi, pioggia e neve, erano atterrati a Clifden, piccolo centro nella costa occidentale irlandese.
Dublino. 1845. “Pastrano nero e una grossa sciarpa grigia. I capelli lunghi e crespi, pettinati con la riga in mezzo”, il ventisettenne Frederick Douglass era giunto a Dublino ospite nella dimora “una casa di tre piani su Great Brunswick Street, una delle strade più belle della città” del suo editore Webb per promuovere la sua autobiografia volta a sensibilizzare gli irlandesi alla causa dell’abolizionismo.
Douglass, nato nel Maryland, “la schiavitù non sarebbe riuscita a trattenermi nel suo osceno abbraccio”,
“Quando da ragazzino aveva imparato a scrivere, era stato come recidere un albero, dalla corteccia al cuore”.
Il paese che Frederick aveva trovato era in piena carestia causata dal poco raccolto delle patate negli anni 1845-1849 colpite dalla peronospora, fungo malefico. Fame, povertà e miseria ovunque.
“Mai si sarebbe aspettato una Dublino così. I poveri erano così emaciati e pallidi, sembravano creature lunari”.
Le conferenze e le letture pubbliche di Douglass avevano riscosso un gran successo.
“Poi si mettevano tutti in coda per acquistare il suo libro”.
“Era lì, disse, nella speranza di far sollevare anche solo un cappello, ma alla fine quel cappello avrebbe sollevato i cieli”.
La gente partecipe stringeva le mani di Frederick ansiosa di ascoltare la vita dura e grama degli schiavi.
“Mai più, lui avrebbe camminato come schiavo”.
L’esempio di Douglass avrebbe dato coraggio alla giovane cameriera di Webb Lily a tentare la fortuna in America.
New York. 1998. il senatore George Mitchell “sessantaquattro anni. Asciutto. Brizzolato” dopo aver salutato la giovane moglie e il figlio piccolo si era avviato all’aeroporto per l’ennesimo viaggio che l’avrebbe condotto a Belfast. Il compito del senatore era arduo ma rilevante: Mitchell avrebbe dovuto portare a termine le trattative di pace in Irlanda del Nord, trattative passate alla storia con il nome di “Accordi del Venerdì Santo” (Belfast 10 aprile 1998).
“Duecento voli in tre anni. Uno ogni tre giorni”.
Transatlantic (Rizzoli, 2014), finalista al Booker Prize 2013, contiene il giusto equilibrio di storia e finzione. Con una prosa composta di brevi frasi “l’ho adottata in questo romanzo per sottolineare l’idea di realismo: un modo per dire le cose sono andate veramente così, senza fronzoli”, Colum McCann, insegnante di scrittura creativa presso l’Hunter College di New York, racconta con maestria e abilità tre vicende separate nel tempo. È la verde terra irlandese che lega i vari personaggi, migranti tra nuovo e vecchio mondo.
L’autore irlandese naturalizzato statunitense, vincitore del National Book Award nel 2009 con Questo bacio vada al mondo intero, partendo da avvenimenti realmente accaduti, costruisce una trama ambiziosa e di ampio respiro dove quattro figure di donne Lily, Emily, Lottie e Hanna fanno da filo conduttore a racconti connessi tra loro.
“Ho sempre amato descrivere le donne, perché hanno il ruolo più ingrato ma non meno significativo, per far andare avanti il mondo.”
Così si è espresso McCann in una recente intervista.
“Nessuna storia è muta. Per quanto se ne approprino, la schiaccino, o la riempiano di menzogne, la storia umana rifiuta di tacere. Malgrado la sordità e l’ignoranza, il passato continua a scorrere nel presente”. -Eduardo Galeano-
TransAtlantic
Amazon.it: 9,50 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Transatlantic
Lascia il tuo commento