Sylvia Plath - Linda Wagner
- Autore: Sylvia Plath
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Castelvecchi
- Anno di pubblicazione: 2013
La foto di copertina è quasi struggente: Sylvia Plath è ripresa in piano americano e sorride all’obiettivo, i suoi occhi, però, non fino in fondo. L’inquadratura stretta ritaglia un interno asettico; Sylvia è quasi tenera nella sua posa formale, le braccia conserte ma non serrate, l’acconciatura fresca di parrucchiere, un’acconciatura da signora per bene, tardi anni Cinquanta. Ma c’è qualcosa che non torna, come un’ombra lieve, divisa tra occhi e pieghe della bocca: il riassunto simbolico della sua vita.
La biografia che le dedica Linda Wagner-Martin (“Sylvia Plath”, Castelvecchi, 2013, nella puntuale traduzione di Paola Pavesi) non è una biografia in senso stretto. Anche se intessuta di ricostruzioni private, l’indagine si attesta, soprattutto, tra le righe della produzione letteraria (diverse raccolte poetiche e un unico romanzo, l’inarrivabile “La campana di vetro”), diaristica ed epistolare della Plath, là dove, cioè, è possibile rintracciare ulteriori rimandi a una parabola esistenziale repentina, tragica e fiammeggiante al contempo.
Quando Sylvia Plath decide di farla finita ha poco più che trent’anni, due figli, un grande amore alle spalle e più nessuna voglia di vivere: il lungo corpo a corpo con la depressione finisce per lei nel modo peggiore, in una Londra intirizzita del febbraio 1963. Fine della corsa per Sylvia Plath, la bambina precoce, la figlia gelosa e ribelle, la poetessa del dolore e della vita, Sylvia la “strana”, l’insicura, l’incompresa. Sylvia che nasconde un dolore lancinante tra le ombre di quegli occhi incapaci di sorridere del tutto: una delle autrici più pregnanti del secolo scorso e sono tutt’altro che frasi fatte.
Disincantata (“I bouquet sono per gli arrivi, le partenze o i dolci incontri/ E io sono andata e venuta, ma non sono ancora tornata"), evocativa ("L’acqua che sento sulla lingua è calda e salata, come il mare/ E viene da un paese lontano quanto la salute”), introspettiva (“Madre, nonna, bisnonna/ allungano mani da megere per tirarmi dentro”), ma è pressoché impossibile prescindere dalla sua storia per comprendere appieno i rivoli delle sue poesie: un rapporto giocoforza biunivoco di scambi, rimandi, traslati, proiezioni, la vita vissuta e quella distillata, goccia a goccia, verso per verso, pagina dopo pagina, libro dopo libro.
Uno dei meriti maggiori del libro che le dedica Linda Wagner-Martin sta proprio nella restituzione di questa contiguità, una contiguità intrinseca tra l’autrice e la sua opera, tra la scrittrice e la persona. Non crediate sia sempre così, succede infatti solo a chi si esprime, più che altro, per “stato di necessità”.
“Sylvia Plath si è esercitata per tutta la vita nella sua arte. Leggeva molto, perché, come spesso accade alle persone che ne vivono, amava le parole e la loro armonia. Ma prima ancora di invecchiare, la Plath aveva già imparato a intrecciare quelle parole per se stessa. La sua prima, breve poesia, fu pubblicata quando aveva solo otto anni., da quel momento lavorò sempre diligentemente – quasi voracemente – per capre che cosa porta uno scrittore ad essere tale”
scrive la Wagner-Martin proprio all’inizio del suo racconto, quindi prosegue per ulteriori duecento pagine, sulle orme e gli anfratti di una delle espressioni artistiche più autentiche di sempre. Leggete dunque questo libro e subito dopo quanto più potete di Silvia Plath: ne vale davvero la pena.
[Sylvia Plath: The Critical Heritage] (By: Linda Wagner-Martin) [published: April, 1997]
Amazon.it: 1.113,24 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sylvia Plath - Linda Wagner
Lascia il tuo commento