Stupore e tremori
- Autore: Amélie Nothomb
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2006
"Stupore e tremori": ecco un altro libro (sembra) autobiografico, scritto con quell’ironia stilistica e contenutistica che distingue le opere della scrittrice Amélie Nothomb. L’autrice, che è nata e ha vissuto i primi anni della sua vita in Giappone, finalmente è riuscita a tornarci facendosi assumere per un anno alla Yumimoto, nota multinazionale. Ben presto però si accorge che il paesaggio da favola che ha avvolto i suoi primi anni infantili è tutt’altra cosa rispetto all’atmosfera che si vive nella grande azienda. La gerarchia è tutto: ci si può rivolgere solo al proprio diretto superiore, mentre gli ordini che discendono dall’alto possono saltare gradini. La prima assurdità cui deve sottostare, è fingere di non conoscere la lingua, perché potrebbe mettere in imbarazzo i partner commerciali che non si aspettano un’occidentale che capisce il giapponese. Non si possono fare domande, è vietato discolparsi davanti a un superiore, non si può lavorare senza autorizzazione, neanche se il lavoro consiste nell’aggiornamento dei calendari. Una gaffe dopo l’altra, si ritrova a fare la guardiana ai bagni del quarantatreesimo piano, maschili e femminili prima, solo femminili poi.
Questa discesa è causata più dall’incomprensione delle regole di etichetta giapponese che da reali incapacità: quando il signor Tenshi le affida il compito di redigere sotto falso nome una relazione sul burro light belga, il risultato è ottimo, solo che a causa della soffiata della sua diretta superiore, il tutto si risolve in una sgridata generale.
La soffiata è stata opera di Fubuki Mori, la stupenda diretta superiore di Amélie, l’incarnazione della bellezza orientale, la donna che la Nothomb non si stancherà di ammirare neanche dopo tutte le umiliazioni che dovrà sopportare per causa sua.
Eppure Amélie non riesce ad odiarla:
"(...) perché una bellezza che ha resistito a tanti corsetti fisici e mentali, a tante costrizioni, soprusi, divieti assurdi, dogmi, asfissia, desolazione, sadismo, cospirazioni del silenzio e umiliazioni - una bellezza del genere è un miracolo di eroismo"
Questa bellezza tuttavia non le impedisce di cogliere i lati ridicoli della sua superiore quando si trova in presenza di uno scapolo: essere ancora nubile a ventinove anni in Giappone era un’ignominia.
L’autrice ha una scrittura che è fatta per essere letta, come l’aria è fatta per respirare. Tuttavia, quest’opera non presenta l’originalità di altri suoi libri autobiografici (ma si può parlare di "autobiografia" per la Nothomb?). Nonostante la godibilità generale, alla fine ci si chiede se alcuni passi non sono stati scritti con un certo risentimento: il rancore è davvero estraneo a questa raccolta di episodi, al limite del ridicolo e dell’assurdo?
Sia come sia, la sua scrittura è così coinvolgente e verosimile, che le si perdona tutto.
Stupore e tremori
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