Sorella, mio unico amore
- Autore: Joyce Carol Oates
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2009
Ci vogliono lettori forti e motivati per leggere con crescente senso di disagio quello che la straordinaria e coraggiosa scrittrice ci racconta in questo romanzo fiume, sia per la lunghezza (oltre 600 densissime pagine), sia per la complessità della struttura narrativa. “Sorella, mio unico amore” dà voce a Skyler Rampike, un ragazzino protagonista insieme alla sua famiglia di un atroce fatto di cronaca realmente avvenuto nel New Jersey alla fine degli anni novanta...
In una bella villa in stile coloniale della East Coast americana vive la famiglia Rampike: Bix, il marito poco più che trentenne, wasp classico, ex atleta di successo, sta ora facendo la scalata economica nella multinazionale che lo ha assunto; la moglie Betsey, di origini modeste, goffa e insicura, tenta una scalata sociale nella speranza che i denari del marito possano introdurla nella sofisticata e ricca società locale; i due figli della coppia, il maschietto Skyler e la piccola Edna Louise, dovrebbero assicurare ai loro ambiziosi e aridi genitori il successo a cui aspirano. Mentre, però, il ragazzo, goffo e insicuro non riesce a diventare un atleta, imprevedibilmente la piccola, pompata dalla madre, diventa all’età di appena quattro anni una promessa del pattinaggio su ghiaccio. La bambina cambierà nome e verrà gettata con un’incredibile violenza psicologica in una specie di orribile star system dello sport infantile che la farà divenire, nel breve giro di due anni, un personaggio noto ed osannato da un pubblico affamato di celebrità da costruire e distruggere con la stessa rapidità. Alla vigilia del settimo compleanno, la piccola Bliss Rampike viene trovata uccisa nella caldaia della sua casa: i genitori in panico sembrano voler coprire il fratello, a cui la piccola era morbosamente attaccata, che dormiva ignaro nella sua stanza. Da quel momento, l’inferno si abbatterà sul piccolo Skyler, dalle cui parole procede l’intero racconto fino all’epilogo, straziante come tutto il conturbante romanzo.
Chi leggerà le pagine di questo libro imparerà molto sulla società americana durante gli anni della presidenza Bush, capirà in che trappola si è cacciata la gran parte della middle class statunitense, quali colpe hanno le chiese o il sistema economico e si spiegherà, forse, anche la recente crisi finanziaria che è anche soprattutto crisi morale. I personaggi tratteggiati dalla Oates sono dei veri mostri, purtroppo estremamente realistici, e la critica politica, etica, valoriale che la scrittrice pone davanti ai nostri occhi di lettori occidentali non può che farci riflettere sugli errori tragici che questo modello di vita sociale ha ingenerato. Anche se le pagine finali del romanzo si aprono alla speranza, credo che tutti noi dovremmo essere riconoscenti ad una scrittrice che ha avuto il coraggio civile di scoperchiare una pentola piena di veleni che rischiano di soffocare tutti noi. Dal punto di vista strettamente letterario, il libro si avvale di diverse tecniche narrative anche formalmente, dando voce ai personaggi da vari punti di vista e in momenti diversi lungo un asse spazio- tempo vagamente inquietante.
Sorella, mio unico amore
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