Sabotaggio
- Autore: Arturo Pérez-Reverte
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2020
Trentasette anni, una passione per le donne, i bei vestiti e le scarpe di vernice; abituato al pericolo e alle situazioni estreme, ex trafficante di armi, avventuriero senza scrupoli, spia al soldo dei franchisti, uomo senza ideali che si limita a eseguire gli ordini: Lorenzo Falcó è il protagonista della trilogia dello scrittore spagnolo Arturo Pérez-Reverte che, dopo Il codice dello scorpione e L’ultima carta è la morte, ha pubblicato, come i precedenti per Rizzoli, Sabotaggio (2020, traduzione di Bruno Arpaia).
Maggio 1937. Mentre in Spagna la guerra civile continua il suo corso sanguinoso, l’ombra della scura notte di un imminente conflitto si sta allungando sull’Europa e una doppia missione porta Lorenzo Falcó a Parigi.
La prima riguarda Léo Bayard, intellettuale comunista il cui nome compare di frequente sui giornali. Francese, uomo di mondo, scrittore di successo, aviatore e avventuriero, sostenitore della Repubblica, eroe di guerra che tiene conferenze, scrive articoli e si pavoneggia per il suo passato di combattente per la libertà…
Sta anche preparando un libro e un film per convincere la Francia a intervenire e appoggiare la Repubblica.
Con il suo aspetto da damerino elegante, la sua mancanza di vergogna e il denaro di cui può disporre, Falcó dovrà avvicinarsi a lui fino a entrare nel ristretto circolo delle sue amicizie. Infine, dovrà riuscire a farlo passare per un agente fascista e farlo eliminare dai suoi stessi compagni.
La seconda missione, invece, è legata all’Esposizione Universale la cui inaugurazione è prevista a Parigi agli inizi di giugno. I “rossi” desiderano che la Repubblica sia ben rappresentata: vogliono che nel padiglione spagnolo ci sia un quadro di grandi dimensioni, che rivendichi la lotta del nobile popolo spagnolo contro il fascismo, così da ottenere il sostegno internazionale. La tela è stata commissionata a Picasso, il quale, ben pagato, sta lavorando già da parecchi giorni al soggetto che pare essere Guernica, la prima cittadina spagnola ad aver subito un bombardamento aereo. L’obiettivo di Falcó è sabotare il lavoro del noto pittore spagnolo, così che non arrivi mai all’Esposizione Universale.
Da questo momento Falcó sarà Ignacio Gazán, simpatizzante della Repubblica e collezionista d’arte proveniente da una facoltosa famiglia spagnola che si è stabilita all’Avana e che commercia in sigari.
Nella capitale francese – la cui descrizione si basa su una seria e accurata documentazione – in pieno fermento culturale e intellettuale, gli evidenti presagi della guerra che devasterà il continente si mescolano alla musica, all’arte, agli affari in cui sono coinvolti intellettuali, rifugiati e attivisti:
“Falcó pensò che, in quei tempi convulsi, quella babele internazionale sembrava organizzata da un’agenzia di pubbliche relazioni nordamericana priva di complessi razziali o politici. Lì, come i sassi scorrevoli di un torrente, rifugiati e fuggitivi di tutt’Europa, temporaneamente lontani dai fili spinati, dalle frontiere incerte e dai fucili, si mescolavano con i turisti”.
In questa terza avventura, che conquista dalla prima all’ultima delle sue quattrocento pagine, Falcó deve muoversi con estrema cautela e astuzia nella sfera d’azione di diverse forze avversarie, tutte molto pericolose, e si dimostra ancora una volta un vero predatore, freddo, calcolatore e amorale, una spia che non ha problemi a torturare, uccidere e mentire. Eppure, il fatto che conosciamo così intimamente anche i suoi punti deboli – che sappiamo che la violenza che esercita sugli altri non è causata dall’odio o dal risentimento, da un’ideologia o dal fanatismo, ma è semplice “lavoro” – ci permette, se non di giustificarlo, almeno di capirlo e di dimenticare che sta dalla parte dei “cattivi”.
Del resto, si tratta di situazioni in cui la vita è in costante pericolo, nessuno è quello che appare, molti mentono e celano segreti inconfessabili: il male non è solo da una parte.
Un altro aspetto molto interessante di questo libro è il processo di revisione cui vengono sottoposti molti intellettuali, artisti e scrittori realmente esistiti – solo Marlene Dietrich mantiene quell’aura di donna irraggiungibile che l’ha sempre contraddistinta:
“La Dietrich era più bassa di quanto Falcó aveva immaginato vedendola al cinema, ma il suo aspetto era imponente. Vestiva di nero e argento, elegante e un po’ eccessiva, e si muoveva come nei film. Fumava anche da un lungo bocchino. Si guardava intorno, distante, accettando con artificiale naturalezza l’omaggio delle decine di sguardi rivolti a lei”.
Fra gli altri, senza voler demistificare a tutti i costi Picasso, Arturo Pérez-Reverte suggerisce che l’artista spagnolo abbia dipinto Guernica per denaro, sottolineando che la cifra, accettata come valore simbolico, fosse in realtà molto più alta rispetto ad altri quadri. Pur essendo un grandissimo pittore, l’uomo aveva molti lati oscuri: era considerato un repubblicano, ma non ha mai messo piede in Spagna durante tutta la guerra ed è rimasto a Parigi anche quando i nazisti hanno occupato la città.
Che si tratti di un’opinione più o meno condivisa o di un’interpretazione personale poco importa: questo romanzo è anche il romanzo corale su un’epoca e costituisce un’ulteriore prova dell’abilità di Arturo Pérez-Reverte nel creare un mondo parallelo a quello reale, ricco di particolari e di personaggi, dove il protagonista non solo si trova al centro dell’azione, ma è anche alle prese, ad esempio, con le imprevedibili conseguenze di brevi momenti di “distrazione” – come un bagno fuori stagione nelle fredde acque della Senna – o con proposte di sesso a tre. E poi, naturalmente, con doppiogiochisti, uccisioni, tensione crescente, cambi e colpi di scena... Tutto nel solco della migliore letteratura di spionaggio.
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