La tavola fiamminga
- Autore: Arturo Pérez-Reverte
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bompiani
Di romanzi che richiamano all’antica arte degli scacchi ne ho letti più d’uno; in questo stesso filone si inserisce “La tavola Fiamminga” di Arturo Pérez-Reverte
(Bompiani, 1999), giallo, ambientato nel mondo dei collezionisti d’arte, seguendo mosse e contromosse di una partita a scacchi, cominciata nel lontano 1471!
Andiamo per ordine: la restauratrice Julia viene ingaggiata da un’amica per restaurare il famoso dipinto di Pieter Van Huys, La partita a scacchi, in cui vengono raffigurati, appunto, intenti a sfidarsi sul tappeto a quadri, Ferdinando Altenhoffen, duca di Ostemburgo e Roger de Arras, prode soldato nonché amico del duca. Alle loro spalle, intenta, sembrerebbe, a leggere un libro, la moglie del primo, Beatrice di Borgogna!
Quella che, a un primo e superficiale sguardo, sembra una scena pacifica, in realtà nasconde non pochi misteri: è proprio la bella Julia che scopre, sotto la superficie dipinta, la scritta minacciosa
“quis necavit equitem” (“chi ha ucciso il cavaliere”).
Effettivamente la storia racconta che il cavaliere de Arras morì in un agguato nel 1469. Chi sarà stato il mandante? Perché il pittore ha voluto lasciare ai posteri, ma ben celato, un indizio così importante?
Le domande sono molte e sembrano aumentare, in parallelo con il valore del dipinto, scatenando giochi di potere e subdole azioni, per potersi aggiudicare la tela!
Al contempo, mentre Julia chiede aiuto al suo ex fidanzato, professore di storia dell’arte, con cui la storia è finita già da un anno, proprio quest’ultimo, Alvaro, viene misteriosamente trovato morto nella vasca da bagno.
Julia potrebbe essere la prossima vittima, in quanto a conoscenza della scritta celata?
La protagonista, allora, cerca aiuto in un suo vecchio amico antiquario, César, e nell’abile, ma un po’ goffo, giocatore di scacchi, Muñoz.
La partita è aperta, sia sulla tela e nella storia, che nel presente!
“La tavola Fiamminga” presenta, sebbene risulti scorrevole e talora appassionante, non poche lacune: per esempio, un qualsiasi lettore, non cosi esperto e conoscitore del gioco, me compresa, ha serie difficoltà a seguire le mosse sia in avanti che a ritroso che i bianchi e i neri fanno, sebbene i disegni vogliano, in qualche modo aiutare!
Tutti i personaggi, protagonisti e comprimari, scadono spesso nel prevedibile, e certi agganci narrativi risultano forzati.
Aggiungo una nota che, a me personalmente, ha interessato: nel 1994 fu fatto un remake cinematografico del romanzo di Arturo Pérez-Reverte, “Scacco matto” con Jeremy Irons e Kate Beckinsale, ma ho fatto fatica a trovarne traccia, probabilmente per la deludente trasposizione su grande schermo!
Pur riconoscendone i suddetti difetti, è una lettura che consiglio!
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