Ritorno a Berlino
- Autore: Verna B. Carleton
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2017
Un romanzo pubblicato negli Stati Uniti nel 1959, scoperto in Germania nel 1962, vede ora la luce in traduzione italiana per merito di Guanda, che lo pubblica con il titolo di “Ritorno a Berlino”: un romanzo storico di grandissimo interesse sociologico, politico, umano, che l’autrice, Verna B. Carleton, americana ma di padre tedesco, morta nel ’67, aveva dedicato al tema degli esuli dalla Germania nazista, argomento su cui era molto sensibile anche per ragioni autobiografiche.
Eric Devon e sua moglie Nora, londinesi, sono imbarcati su una nave da crociera, la Caribe, e stanno tornando in patria dal Sud America: a bordo hanno conosciuto una giovane americana molto cordiale, con cui Nora ha subito legato, e un invadente tedesco di Colonia, Herr Grubach, tutto teso a magnificare la incredibile rinascita della Germania malgrado che la guerra che l’ha quasi rasa al suolo sia passata da pochi anni; siamo infatti nel 1956 e le macerie prodotte dai bombardamenti alleati sono quasi volutamente dimenticate, a favore di una forsennata voglia di rinascita e di cancellazione dello scomodo passato. Eric è profondamente turbato dalle esternazioni di Grubach, perché malgrado viva a Londra da oltre venti anni e sia naturalizzato inglese, è in realtà fuggito appena in tempo da Berlino, nel 1932, quando già la tempesta hitleriana stava per chiudere le frontiere agli ebrei. Malgrado fosse biondo infatti, una origine ebrea lo avrebbe discriminato e per questo la madre Agnes, anglofila, lo aveva fatto espatriare. Eric Devon era in realtà Erich Dalburg, figlio coccolato di una ricca famiglia berlinese: suo padre, un raffinato editore, e la madre, figlia di un alto esponente dell’esercito, avevano un giro di amicizie ed un patrimonio che presto saranno oggetto delle bramosie naziste. Il padre stesso sarà imprigionato e morirà in carcere; la sorella/cugina Kathe, fuggirà a Parigi dove sposa un francese e sparisce, come anche la capofamiglia, la zia Rosie, sorella di sua madre sposata ad un nazista, con cui Eric non ha più rapporti da decenni.
Eric tuttavia decide di tornare a Berlino perché i suoi fantasmi lo perseguitano. Incontrerà molti pezzi della sua dispersa famiglia, imparerà a leggere la realtà in modo diverso, capirà cose che non aveva affatto compreso, dovrà fronteggiare persone vere, non più fantasmi del suo inconscio, che lo aiuteranno a capire, con grande dolore, se stesso, soprattutto, ma anche il suo rapporto coniugale, quello con il suo passato troppo violentemente rimosso.
Un romanzo incentrato sulla ritrovata identità, sulla memoria, personale e collettiva, sulla storia della Germania postbellica. La vicenda di Berlino negli anni Cinquanta, la divisione in due della Germania e della sua stessa capitale, prima della costruzione del Muro, il rapporto difficile con i suoi concittadini, ex nazisti, tuttora antisemiti, faranno riflettere Eric con grande sofferenza interiore, pronto poi, alla fine, al ritorno a Berlino: non si può fuggire per sempre da se stessi e dalle proprie radici. Eric ritrova alcune pagine del diario che suo padre aveva scritto in carcere, alla vigilia della sua morte e in quelle parole lo ritroverà:
“Ai seguaci del regine nazista è stato promesso il mondo. A livello superficiale, tutti questi nazisti danno un’impressione di forza straordinaria che si basa sulla più spietata indifferenza per qualunque diritto umano se non per il potere, Ma sotto sotto, sono confusi, primitivi, lacerati dai conflitti”.
Quello che convincerà Eric al suo ritorno definitivo in Germania, sarà la visita al lager di Bergen-Belsen, per ricordare suo cugino Leo lì sepolto in una delle tante fosse comuni. Il pellegrinaggio in quel luogo di dolore estremo, rimosso dagli abitanti della ridente cittadina, dice come il negazionismo nei confronti della Shoah fosse presente e dominante ancora nei tardi anni Cinquanta nella coscienza di troppi tedeschi. In “Ritorno a Berlino” ci sono molte interessanti riflessioni sugli ebrei colti, laici, progressisti, che si sentivano assolutamente tedeschi, digiuni di riti e sinagoghe, rabbini e prescrizioni alimentari.
“Gli ebrei tedeschi andranno incontro all’esilio o alla morte come è accaduto per secoli. Ma questa volta molti di loro non capiranno neppure perché vengono perseguitati, quando l’unica cosa ‘ebrea’ che hanno è il cognome e spesso hanno cambiato anche quello”.
Per questo e per altre ragioni molto profonde il libro di Verna B. Carleton si conclude con una lettera che il protagonista scrive all’amica americana, firmandosi finalmente con il suo nome vero, assunto con dolente consapevolezza, Erich Dalburg.
Ritorno a Berlino
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