Potere di altro genere. Donne, femminismi, politica
- Autore: Giorgia Serughetti
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Donzelli
- Anno di pubblicazione: 2024
La vittoria di Giorgia Meloni alle elezioni politiche del 2022, seguita pochi mesi dopo (nel 2023) dall’elezione di Elly Schlein alla segreteria del Partito Democratico, ha condotto alla situazione inedita di un conflitto fra campi avversari che vede due donne alla guida della coalizione di governo e del maggior partito d’opposizione.
Sono entrambe delle prime volte. Come è stata la prima volta, sempre nel 2022, che donne si siano trovate al vertice delle istituzioni dell’Unione europea: Ursula Von del Leyen alla presidenza della Commissione europea, Roberta Metsola al Parlamento europeo, Christine Lagarde a capo della Banca Centrale.
Ma - nota la fascetta editoriale apposta all’ultimo libro di Giorgia Serughetti, autorevole collaboratrice del quotidiano “Domani” - la vittoria di Giorgia Meloni non è la vittoria di tutte le donne.
Il presente libro, Potere di altro genere. Donne, femminismi, politica (Donzelli, 2024), consta in tutto di cinque capitoli. I primi tre capitoli articolano un percorso che muove dalla distinzione tra politica “delle donne” e “per le donne”. Il quarto capitolo tratta il caso dell’aborto, che va delineandosi come una delle principali frontiere politiche nell’opposizione tra destra e sinistra a livello globale.
Nel capitolo conclusivo, infine, spostando il focus sul tema della violenza di genere, si esamina il ruolo dei nuovi movimenti femministi e la loro capacità di legare battaglie storiche con obiettivi più vasti di trasformazione sociale e di riconoscimento e tutela di tutte le minoranze.
A proposito della distinzione accennata sopra si legge a pagina cento di questo libro:
Accanto alla appropriazione del linguaggio dei diritti, un altro aspetto significativo delle nuove strategie retoriche impiegate dai movimenti anti abortisti e dai partiti della destra radicale è l’impiego di argomenti mutuati dal femminismo per servire obiettivi opposti a quelli del fronte pro choice.
È un discorso incentrato sulle donne come “vittime dell’aborto”, che considera l’interruzione di gravidanza lesiva della salute fisica e psichica di chi la pratica.
A tal fine è importante il richiamo che l’autrice fa a pagina 104 di uno scritto di Carla Lonzi - fondatrice insieme alla pittrice Carla Accardi e, inizialmente, di Elvira Banotti del combattivo gruppo “Rivolta femminile” - del 1971 “Sessualità femminile e aborto”.
Una cura particolare dedica l’autrice alla confutazione del mito della “sostituzione etnica”: “un legame stretto - sostiene l’autrice - unisce, nella visione dell’ultra destra l’ostilità alle emigrazioni e l’agenda conservatrice sulle politiche familiari”. Quindi:
“Il disegno bio politico volto a preservare l’ethos nazionale, o cristiano europeo, “bianco” esige il controllo dei corpi delle donne, perché è loro il compito di riprodurlo, di garantire biologicamente la continuità della tradizione”.
Perciò “accanto al sostegno alla maternità appare essenziale per la destra politica e religiosa restringere il diritto a interrompere la gravidanza, o intervenire sulle procedure per ostacolarne l’attuazione o scoraggiare le donne a farvi ricorso”.
“Ciò che la Costituzione può garantire - sostiene la Serughetti:
“La libertà di tutte” senza incorrere in false contrapposizioni fra diritti della donna e diritti del feto è la libertà da coercizioni o costrizioni per le donne a divenire madri”.
La sfida è agire - recita la conclusione del libro - in questa crisi provando a rompere la dicotomia fra partito e movimento e aprire i partiti alle connessioni con l’agire orizzontale delle reti sociali. Solo così il femminismo potrà plasmare i temi e le forme di mobilitazione di forze politiche “desiderose e capaci di accoglierne la radicalità”.
Potere di altro genere. Donne, femminismi e politica
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