Mio fratello
- Autore: Daniel Pennac
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2018
Quattro fratelli tutti amati, ma Daniel Pennac ammette di preferire Bernard agli altri. Il fratello è appena morto dopo un’improvvida operazione alla prostata in una clinica privata, dove c’è stata la resezione di parte dell’intestino.
Bernard era magrissimo, Daniel non si capacita di vedere il fratello gonfio come un otre, enorme. Cosa gli hanno fatto? Il suo fratello mansueto che dormiva per conto suo, perché la moglie si lamentava troppo del suo russare. Piccolo imprenditore con venti operai al seguito, Bernard va in pensione ancora giovane, si costruisce una seconda vita, fatta di riservatezza e silenzio.
Daniel cerca di vederlo il più possibile con le loro partite a scacchi infinite. Daniel sa leggere negli occhi di Bernard e in quegli occhi trova anche una forma lieve di depressione, curata anche con l’ausilio di una psicologa che vede settimanalmente.
In "Mio fratello" quando non parla del fratello, Pennac scrive di un testo teatrale che porta il nome di Bartleby lo scrivano di Melville che a ogni richiesta di lavoro risponde: "preferirei di no" (in inglese questa frase è magnifica "I would prefer not to").
Si sovrappongono il testo teatrale e la morte del fratello, con la convinzione che Bernard sia un po’ come lo scrivano, appartato, di poche parole.
Daniel pian piano comincia a trovare sempre più somiglianze, si accorge che gira il caffè col cucchiaino come faceva Bernard, che ragiona come faceva il fratello; l’elaborazione del lutto è lunga.
Il senso dell’umorismo di Bernard era unico, non scattava in melodramma mai. A ogni sventura c’era un senso, non alzava la voce mai, ma sapeva dirti tra le parole se gli era piaciuto un libro del fratello oppure no. Più pungente di un critico letterario, ma al contempo fiero di un fratello scrittore.
All’interno del libro "Mio fratello" c’è una foto con Bernard e Daniel Pennac su un tronco d’albero. Bernard che ha nove anni mette le mani sulle spalle di Daniel che ha solo tre anni, buonissimo, anche se in alcuni casi un po’ irrequieto. Negli occhi di Bernard c’è la calma, sa che a suo fratello non succederà mai niente di brutto.
Libro emozionante, a tratti struggente, scritto e tradotto benissimo.
Mio fratello
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