La vita interiore
- Autore: Alberto Moravia
- Genere: Romanzi erotici
- Categoria: Narrativa Italiana
"La vita interiore" è uno dei romanzi più discussi di Alberto Moravia, sia per i contenuti che per la forma narrativa.
Per quanto riguarda la seconda, si deve dire che il romanzo si struttura come un dialogo; infatti, un io narrante pone delle domande alla protagonista, Desideria, la quale rispondendo descrive i fatti più drammatici della sua vita.
Affermare che quest’opera di Moravia appartenga alla letteratura erotica solo perché descrive scene piuttosto "spinte" sarebbe un grossolano errore; infatti, il fine del romanzo è quello di mostrare tutto lo squallore che si può annidare in un quartiere benestante di Roma come il Parioli.
Le scene di sesso certo non mancano e sono esplicite, perché la narrazione, strutturandosi in domande e risposte, è drammaticamente realistica. Tali scene sono però strutturali e subordinate alla descrizione di un ambiente dove niente, a parte l’apparenza, può dirsi umano.
Tutto, infatti, si basa solo sui soldi. Significativo, a questo proposito, è un passo che qui riporto:
"Parlami della tua madre adottiva..."
"Prima di tutto era ricca... ma non è questo il punto"
"Qual è il punto?"
"Era soltanto ricca".
Leggendo questo romanzo mi sono inevitabilmente venuti alla mente recenti fatti di cronaca; Desideria, infatti, tenta da giovanissima anche la strada della prostituzione.
Durante la narrazione, la protagonista confessa di essere indotta a certe azioni da una voce interiore, che le suggerisce anche cose estreme.
Desideria vive con la madre adottiva, Viola, che inizialmente la disprezza per il suo aspetto fisico, e non esita a dirle di averla adottata "comprandola", proprio come si fa con un oggetto.
Quando Desideria cresce, la madre, dedita a consumi sessuali molto spinti, inizia a corteggiarla.
Il romanzo merita attenzione perché affronta un argomento sempre attuale: il degrado morale di chi oltre ai soldi non ha nulla, di chi "deumanizza" il prossimo e, inevitabilmente, finisce per essere "deumanizzato" da se stesso.
Il libro, quindi, non va visto semplicisticamente come un romanzo scandaloso, perché il suo vero significato è ben diverso, poiché descrive lo squallore di chi vede i soldi come un fine e non come un mezzo, finendo inevitabilmente per essere vuoto.
Il vuoto attanaglia i protagonisti, i quali, per mancanza di soddisfazione, fanno i riti più crudi, nella speranza che il sesso li illuda di ottenere un piacere che in realtà solo una vita basata sui veri valori, diversi dal denaro, può dare.
Il romanzo forse è stato sottovalutato; io, invece, lo consiglio vivamente solo, però, ad un pubblico adulto.
Altre informazioni su questo libro e sul tema "Soldi e letteratura" nel video di Rosa Aimoni
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