La fragilità del leone
- Autore: Antonella Sbuelz
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2016
Nel suo nuovo avvincente romanzo Antonella Sbuelz riesce a mettere insieme storia collettiva e memorie familiari, trama coinvolgente e lingua colta e raffinata, in un affresco che ci racconta una Venezia vista al momento della caduta della Repubblica Serenissima, mentre le truppe napoleoniche, baldanzose ma scalcagnate, si apprestano a depredarla dei suoi tesori, mentre si sta per firmare il celebre Trattato di Campoformio, che concede all’impero Austroungarico il territorio veneto, dominio durato fino al 1866.
La grande storia tuttavia resta sullo sfondo della narrazione, mentre seguiamo da vicino le vicende dei protagonisti del libro: la diciassettenne Nastasia, travestita da ragazzo, che tenta di sfuggire alla fame e alla violenza di una famiglia poverissima, cercando di vendere qualche foglia di tabacco per sopravvivere, anche se le pene per i contrabbandieri erano severissime. Nel suo vagabondare per i territori a ridosso della laguna, acquitrinosi e malsani, con la sua bisaccia e i suoi zoccoli di legno, incontra un ragazzo poco più vecchio di lei: è Thomas, un pittore che era giunto a Venezia dalla tedesca Bamberga, in cerca della luce e dei colori della città lagunare, anche lui con molti segreti e una storia alle spalle piuttosto complicata, che nel corso della narrazione Antonella Sbuelz racconta con commossa leggerezza.
Ne “La fragilità del leone” infatti si alternano i racconti di due diversi anni: il 1797, che vede protagonisti Thomas e una bella e fascinosa patrizia veneziana, Lucrezia, moglie del Senatore Alvise e madre della piccola Luisa, e l’anno successivo, il 1798, che vede l’incontro tra Thomas e Nastasia. Non voglio qui raccontare la trama del libro, per lasciare ai lettori il piacere di scoprire a poco a poco il percorso che porterà i protagonisti a concludere la lunga vicenda; tuttavia è interessante notare come l’autrice abbia lavorato con attenzione sulla costruzione dei personaggi, appartenenti a opposte classi sociali, approfondendo temi che sono insieme pubblici e privati. Nastasia è una ragazza che malgrado non sia potuta andare a scuola ha orecchiato in chiesa le parole della cultura e ha imparato segretamente a leggere, dimostrando che malgrado abbia ricevuto i precetti morali della chiesa e quelli sociali dell’Ancien Régime, è capace di pensare con la sua testa e di fare scelte concrete che la porteranno verso una forma di libertà, impensabile per una ragazza del popolo di quei tempi; altrettanto coraggiosa si dimostra Lucrezia, dalla bellezza sontuosa, sposata appena diciottenne con il molto più anziano Alvise; presto si accorge, dopo la nascita di Luisa, che ha un labbro leporino ed è scansata dal padre, che nella sua esistenza i privilegi di classe e di censo non le bastano: inviterà il giovane pittore Thomas in casa, una splendida villa veneta, dandogli incarichi professionali, ma accogliendolo nel suo letto senza sentirsi troppo in colpa: così fan tutte, nel suo ambiente, sembra pensare. Dimostrerà in modo ancora più evidente il suo coraggioso anticonformismo. Molto intenso il rapporto tra Thomas e la piccola Luisa: lei ha nove anni, non vede suo padre che molto raramente, si affeziona al pittore a cui chiede miracoli: vuole imparare a nuotare, a dipingere, mostrando già da piccola che le costrizioni del suo ambiente le stanno troppo strette che le condizioni di vita delle ragazze possono cambiare.
Il senatore Alvise rappresenta invece la decadenza di una classe di dominatori: malgrado gli insegnamenti paterni, ha sposato Lucrezia per obbligo familiare, tentando invano di reprimere la sua omosessualità; nella disperazione della sua vita affettiva, si è giocato ciò che restava del grande patrimonio di famiglia ai tavoli da gioco e nei “ridotti”, luoghi segreti dove si aggira un’aristocrazia ormai battuta dal susseguirsi impetuoso degli avvenimenti.
Antonella Sbuelz, profonda conoscitrice dei temi affrontati e padrona della lingua con cui li esprime, ci racconta così il tema della fragilità, reso evidente dai leoni che vengono picconati dagli operai veneziani pagati dai francesi per distruggere i simboli più evidenti della gloriosa Serenissima: i leoni di San Marco, metafora della decadenza di un’intera società, del breve passaggio da un tentativo di libertà promessa dalla armate napoleoniche al buio della Restaurazione. I territori intorno alla laguna veneta, attraversati dell’esercito degli occupanti, i canali dove i miserabili contadini raccolgono canne per farne poveri oggetti da vendere per sopravvivere, sopraffatti da padroni violenti, le chiese di campagna affrescate da pittori che hanno voluto imprimere a quelle povere pareti il segno della speranza, i cibi poveri, patate, gamberi arrostiti, poca acqua, morti frequenti per la pellagra di bambini innocenti, questo lo scenario in cui l’autrice ambienta la sua storia, che divide opportunamente in tre parti: acqua, terra, cielo, quasi un percorso di ascesa da una condizione di deprivazione morale ed affettiva dei protagonisti, che poi si avvieranno, faticosamente, a dispetto della grande Storia, verso una piccola grande serenità. Il viaggio, la pittura, l’amore, la famiglia, su questi grandi temi letterari Antonella Sbuelz ha sputo costruire una storia piena di sensibilità, di umanità profonda nel disegnare personaggi piccoli e grandi, capaci di illustrare momenti della vicenda nazionale, quella che si studia superficialmente a scuola, con attenzione ai dettagli del quotidiano,che danno la misura della competenza della studiosa di storia minuta: bellissima la scena di Nastasia che indossando per la prima volta un paio di vere scarpe, che le vanno strettissime, prova a camminare su di un tronco d’albero per provare a stare in equilibrio. Un romanzo tutto da leggere, e forse da rileggere, pieno come è di spunti di riflessione su come eravamo, poco più di due secoli fa, e come per certi versi siamo ancora, fragili e incerti su un futuro denso di ostacoli, dove nuovi dominatori sbriciolano monumenti millenari e la forza dei sentimenti potrebbe essere la sola risposta adeguata.
La fragilità del leone
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