La donna che fugge di Alicia Giménez-Bartlett

Nel romanzo intitolato La donna che fugge (Sellerio, 2024, trad. di Maria Nicola), scritto da Alicia Giménez-Bartlett, torna l’inossidabile coppia di investigatori spagnoli conosciuta con il nome di Petra Delicado e Fermín Garzón. Una coppia che ha avuto molto successo negli anni precedenti e che ora continua la serialità con il dovuto fascino.

In questo libro i due sono alle prese con un’indagine alquanto variegata e difficile. Un uomo, ambulante proprietario di un camion che faceva lo street food, viene trovato morto, accoltellato al cuore. Ma chi vuole la morte di un innocuo, almeno all’apparenza, cuoco?
Il socio, Eduardo Castillo Montes detto Bob, è un simpatico quarantenne che nulla sa del suo socio, se non che era un importante e perfetto chef e che lui, ora, è rovinato perché non può portare avanti l’attività da solo.

Eduardo Castillo Montes. Quarant’anni tondi, età che oggi dà ancora diritto di considerarsi giovani, mentre un tempo era quella della piena maturità. Celibe, studi di psicologia abbandonati al secondo anno. Era così loquace che dopo ogni domanda ci vedevamo costretti ad interrompere il flusso torrentizio delle sue interminabili risposte.

Questa loquacità non nasconde qualcosa? Davvero lui è innocente e non sa nulla?
Andando a fondo dell’investigazione si viene a scoprire l’esistenza di una fantomatica, quanto bellissima, donna che ha comprato molto cibo proprio poco prima dell’ultima chiusura. Chi è costei? Esiste una ricevuta intestata a una francese, ma Petra e Fermin non riescono a trovarla e risulta irreperibile all’ultimo indirizzo conosciuto

Distinsi i lineamenti regolari, proporzionati, senza dubbio molto belli. Aveva sopracciglia alte e ricurve, che dovevano darle un’aria angelica, in contrasto con la bocca grande, serrata, che mostrava una determinazione potente. Il fisico era longilineo, muscoloso, e i capelli di un nero corvino. Eccola, la donna in fuga.

La donna risulta essere, comunque, una spietata criminale capace di uccidere e sfregiare un uomo con il coltello. Ma cosa ha a che fare una persona del genere con la vittima Pierre Laurent? Qual è il filo rosso che li legava?

Accanto all’indagine vera e propria si assiste alla crisi coniugale, piuttosto sofferta e dolorosa, di Petra, che dopo il fallimento di tre matrimoni credeva di avere trovato l’uomo perfetto. Ma lui ora si è messo in testa di andare a vivere in campagna, in solitudine, a stretto contatto con la natura, immersi nel silenzio. Tutte cose che Petra aborrisce e non vuole assolutamente saperne. Che accadrà tra i due? Ci sarà un ricongiungimento o si assisterà all’ennesimo fallimento?

Una lettura di genere particolarmente lenta, ma ricca di dialoghi e di colpi di scena. È una continua fuga verso un qualcosa di indefinito, dove nulla è come appare.

Una infiltrazione in un vero e proprio gioco d’ombre. Inseguivamo due fantasmi, due fotografie in realtà.

I personaggi de La donna che fugge sono caratterizzati e ben descritti, e per gli amanti della serialità dei due investigatori questo nuovo romanzo di Alicia Gimenez-Bartlett è un’ulteriore conferma, una vera e propria perla. Per gli altri la lettura di un giallo molto prolisso e lungo che cattura con continui cambi di scena, dove il certo viene ribalto in un gioco al massacro che colpisce e coinvolge il lettore in prima persona. Nel complesso un buon romanzo, che tuttavia non mi ha entusiasmato troppo.