Inverno in luglio
- Autore: Doris Lessing
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2013
Dell’amore fra tre persone ne scrisse Henri-Pierre Roché, che pubblicò il libro in Francia quando aveva settantaquattro anni, perché la donna reale del romanzo cambiò idea e ruppe un’amicizia con lo scrittore che durava da cinquant’anni. Era il 1953 quando fu pubblicato Jules e Jim. Truffaut ne fece la trasposizione cinematografica nel 1962, con grande successo e la consacrazione dell’attrice Jeanne Moreau. Nessuno si aspettava che da una trama simile derivasse anche un racconto cristallino e crudele come Inverno in luglio di Doris Lessing (Feltrinelli editore, 2013 più ristampe, traduzione di Franca Castellenghi Piazza).
Narrato interamente in terza persona, per evitare tracce di autobiografismo, al principio vediamo tre persone che mangiano insieme: Kenneth e Tom, fratelli e Julia. Siamo in Rhodesia, in una delle fattorie più ricche del paese. Julia ha lasciato anni fa l’Inghilterra per mettere a frutto le sue competenze linguistiche. È sempre stata l’assistente personale di manager, politici e industriali. Viaggiando in business class ha girato il mondo più volte. Mai legata con nessuno, ma solo sesso occasionale, con uomini di cui sapeva solo il numero della stanza. L’unica vera relazione è stata con un industriale di New York, uno dei pochi non sposati.
Nel frattempo emerge una aridità di cuore, un senso di stanchezza per un lavoro che si può compendiare così: escluso il sesso, ha fatto la moglie per anni per uomini facoltosi. A parte il suo vero lavoro, le veniva chiesto se quei calzini erano giusti per quelle scarpe e se la cravatta era intonata al gilet. Julia era esausta, sfinita.
Finisce a Città del Capo e conosce due fratelli, Tom e Kenneth. Sono indivisibili e accettano entrambi Julia nella loro tenuta. Nei primi mesi Julia non fa nulla e i fratelli quando tornano dal lavoro si lasciano contagiare dall’apatia. Si dicono le cose da fare, poi ognuno si dirige verso il proprio letto. Kenneth è un uomo cinico che tiene a bada le “esigenze” maschili andando di tanto in tanto in città per due giorni.
Tom e Julia sono gelosi del nulla perché non è facile trovare moglie per Kenneth e le altre non hanno importanza. Tom, riflessivo, pingue, di buon carattere, chiede alla persona più importante della sua vita, Kenneth, se secondo lui è una buona cosa sposare Julia. Lui dice di sì e Julia acconsente al matrimonio.
Alla fine la donna si ritrova a fare da moglie a entrambi.
Quando Tom parte per la guerra, Kenneth e Julia diventano amanti, dormendo nello stesso letto. Quando Tom ritorna, capisce tutto, non che sia contento ma l’altro è il fratello, è stato lui a chiedere a Julia di vivere con loro, sono sempre loro che litigano animatamente per la storia del matrimonio di Kenneth. Ma l’uomo una mattina si presenta e dice che ha trovato una ragazza adatta a fare la moglie. Julia si sente col cuore spezzato, chi vuole intromettersi nel terzetto? Kenneth ha una casa sua nella fattoria, una dimora rimasta a lungo disabitata, avendo lui vissuto sempre nella grande casa del fratello. La donna chiede a Kenneth la decenza di abitare lì con sua moglie. Che sicuramente non avrà ventitré anni, ma molti di più, tutte notizie che Julia trova nella camera di Kenneth. Nemmeno bella, ma con un vestito molto elegante, segno che è ricca.
La stessa sera la donna chiede al marito quanto sono ricchi. Tom le risponde che sono benestanti all’inverosimile e la donna ha quasi vergogna di lasciare una ricchezza ingente agli eventuali figli di Tom. Capisce che vuole un bambino per rimettere in sesto le cose.
Ma è proprio Kenneth, a quel punto, a rispondere:
Sei vecchia, hai quarant’anni.
La scrittrice ha scritto questo racconto lungo quando ancora era difficile, se non impossibile, per le donne fare cure ormonali. Ma poi un bambino per rimettere a posto cosa? Tom non vuole che il fratello vada via, anzi da sposato ritorna una sorta di moralità che loro tre hanno trascurato.
Doris Lessing, che le femministe nel 1977 avevano preso a modello, in realtà rifiuta l’isolamento dei sessi, aveva da rimproverare alcuni aspetti del patriarcato ma era una donna libera e indipendente.
La verità è che delle donne operaie o di quelle che badavano a figli piccoli, la Lessing sapeva molto poco. E per molto tempo, fino ai giorni nostri, alle scrittrici è stato chiesto di essere anche sociologhe, psicologhe, esperte di diritto di famiglia. La Lessing ci ricorda che primariamente il suo lavoro era quello di raccontare storie.
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