Fabio Izzo, di Acqui Terme (Alessandria), ha vissuto tra Italia, Finlandia e Polonia. La cultura e la letteratura di quest’ultimo Paese, in particolare, hanno lasciato un segno profondo nelle sue opere tanto che si è cimentato nella traduzione della poesia dal polacco e ha messo la Polonia al centro del suo romanzo Uccidendo il secondo cane (Oblomov, 2020).
L’autore è stato scoperto dalla casa editrice “Il Foglio Letterario” con il suo primo romanzo, Eco a perdere, pubblicato nel 2005: un mix di autobiografia e riflessioni notturne. Ne sono seguiti altri sette, editi dal Foglio Letterario e da Terra d’ulivi senza contare racconti e traduzioni varie, un portfolio di bizzarre ma colte storie d’amore e punk, con atmosfere quasi sempre dissacranti e sarcastiche.
Presentato per due volte al Premio Strega, appassionato di scrittura e letteratura, si è sentito molto coinvolto allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.
Da ciò è nato il suo ultimo romanzo, Ucraina, appunto una guerra. La vita scorre fuori dai margini (Il Foglio Letterario, 2022). Abbiamo scambiato due chiacchiere con lui per saperne un po’ di più
- Bentornato su Sololibri, Fabio. Oggi i lettori desiderano sapere qualcosa in più sulla tua nuova pubblicazione “Ucraina, appunto una guerra. La vita scorre fuori dai margini”. Qual è il significato profondo del titolo del libro?
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Il libro nasce dalla mia esperienza diretta. Una settimana dopo lo scoppio della guerra sono andato in Polonia, a Cracovia e Przemyśl, al confine con l’Ucraina per vedere e per cercare di aiutare. Ho fatto un po’ di volontariato, quasi venti giorni, raccontati sulle pagine de L’Ancora, settimanale diffuso nella mia città e nel Basso Piemonte.
Il libro non racconta questa esperienza ma si basa su essa. Lì infatti ho avuto modo di conoscere e di incontrare molte persone in fuga dalla Guerra. Tutte loro avevano bisogno anche di raccontarsi. In questo modo sono riusciti a esistere. Non si parla di resistenza. La loro tutt’al più è una resistenza umana alla guerra, ribadendo il loro diritto di esistere. Più che della morte avevano paura di essere ignorati, dimenticati e abbandonati
All’inizio, sinceramente, non sapevo come potevo raccontare questa storia. Avevo mille dubbi. Un altro libro sulla guerra? Non volevo assolutamente raccontare la guerra, non sono Hemingway e non ero partito, per l’appunto, per fare la guerra. Così poi ho deciso di scrivere questo mockumentary (mock = falso + documentary = documentario) in italiano si può rendere con pseudo-documentario (o con documentario ucronico, distopico),
- Vuoi presentarci il protagonista del libro? Cosa spicca maggiormente in lui e perché la scelta di raccontare proprio la “sua storia”?
Il protagonista è infatti un uomo in fuga, russofono ma Ucraino, infatti insegnava russo a scuola, fino a quando si poteva e si chiama Yosyp.
Al suo arrivo in città vive in stazione (questo è vero, il centro di accoglienza principale era diventata la stazione ferrovia di Cracovia) e passa lì il suo tempo a guardare il mondo degli altri, a due velocità. Quello dei polacchi e degli stranieri che viaggia verso luoghi esotici e di vacanza e l’altro, quello degli ultimi, i diseredati, che sognano di viaggiare verso le località segnate sui cartelloni luminosi della stazione, luoghi che conoscono solo per sentito dire.
Yosyp ha un sogno in più, tornare alla normalità e fare lo scrittore. Ha sempre amato i suoi libri e più volte si chiede che fine abbiano fatto. In un paragrafo importante (il libro non ha capitoli ma è composto solamente da due parti) ricorda l’esilio di Dostoevskij in Siberia e, come lui, volta le spalle all’Europa.
Comincia così a notare cose che prima non aveva mai notato e a descrivere il mondo, il suo mondo come mai aveva fatto.
Recensione del libro
Ucraina, appunto una guerra. La vita scorre fuori dai margini
di Fabio Izzo
- Intorno a Yosip ruotano altri personaggi secondari, sia maschili che femminili. Ce li puoi presentare?
Il mondo del protagonista è composto da altri disperati in fuga dalla guerra e da qualche generoso volontario, come il barbiere della stazione, la commessa della libreria o la barista del bar dove è solito rifugiarsi.
Yosyp si commuove per le vicende di Margot, una giovane che non smette più di piangere, La sua storia rappresenta un po’ la storia della sua nazione. Margot, la vergine di Mariupol’ viene prima sedotta e poi abbandonata dalle promesse di un poliziotto
Il protagonista stringe amicizia con Mila. Voglio citare alcuni stralci significativi in merito
Mi piacerebbe dire che Mila arrivò con la pioggia e se ne andò con il sole. Sarebbe stato perfetto, ma le vicende umane non sono mai destinate alla perfezione. Mila arrivò in un giorno di Febbraio, in una città che non conosceva da una città che non conoscevo. Non sapevo nulla di lei. Mi immaginavo molte cose. Inventavo storie. L’avevo sempre fatto, ma in fondo lo facciamo tutti, no?
C’era una guerra al di là del confine e questa era una brutta storia che, sommate a tutte le brutte storie che avevo vissuto, mi portò a fare qualcosa.
Ero e sono un tipo pigro. Vorrei dirvi che la storia di Mila mi cambiò e forse è vero, ma cambiò altre cose della mia vita, non la pigrizia. Infatti sono passati mesi da allora e solamente ora mi decido a raccontare questa storia.
Perché ora? Non lo so dire.
Forse perché dopo tanto tempo ho visto la sua foto cambiata su WhatsApp, come un ladro. Non ho il coraggio di contattarla, non avrebbe più senso. Era lì, con una maglietta, una t-shirt con una scritta in inglese, Born to be brave. Nata per essere coraggiosa.
Ecco sì, Mila arrivò nella mia vita un lunedì, pioveva, questo è vero e se ne andò via dalla mia vita con molto coraggio. Di lei ricordo il sorriso e la sua dieta, rigorosamente a base di pesce.
- Il romanzo è diviso in due parti. Di cosa tratta la seconda?
La seconda parte del libro è quella della disillusione. Yosyp trova un lavoro, uno di quei lavori che non vuole fare nessuno, e va in terapia. I suoi amici sono i due colleghi con cui divide il turno di notte. Le sue paure sono diventate realtà. Gira come un fantasma per le strade di Cracovia e si aggrappa al ricordo di Mila che, al contrario suo, si è calata alla perfezione nella nuova società, scalando posizione su posizione
Yosyp, torna sempre sui suoi luoghi, quelli che l’hanno meglio accolto, e ritrova, per caso Mila al bar che lo invita la domenica seguente a un barbecue organizzato dalla società dove lavora
Cito un’unica frase che riassume il pensiero del protagonista:
E tu, da cosa scappi?
Da una vita passata.
Grazie a Fabio Izzo per questa storia coinvolgente e ricca di riferimenti e di chiavi d’interpretazione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Fabio Izzo in libreria con “Ucraina, appunto una guerra”
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