Il Natale rappresentato
- Autore: Carlo Di Franco
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2013
La tradizione del Presepe, che trova le sue origini ai primordi della cristianità nelle catacombe paleocristiane, si è estesa dal bacino del Mediterraneo a tutto il mondo. La “luce del mondo” nasce in un “cortile” (dal latino praesepe) per diffondersi nel mondo. Diverse nei tempi e nei luoghi le rappresentazioni del Presepe, realizzate con elementi compositivi del materiale più vario (corallo, gesso, avorio, marmo, ecc.).
Nell’agile volume di Carlo Di Franco si forniscono, con facile e fluente scrittura, le chiavi interpretative relative ai personaggi rappresentati, al paesaggio, alla religiosità e ai simbolismi del presepe, specie in terra di Sicilia, a Palermo.
Il luogo della Natività è rappresentato diversamente essendovi a volte una capanna oppure un rudere o altresì una grotta. Il rudere rimanda a un tempio pagano ormai desueto per l’avvento del Cristianesimo. Il bambinello è l’elemento centrale verso il quale a Palermo vi è una devozione particolarmente diffusa; uno di cera - al quale secondo una antica leggenda spuntarono i dentini - si trova nella Chiesa di Gesù e Maria alla Mercede. La nobiltà, non solo quella palermitana, aveva il desiderio di avere questo oggetto prezioso di devozione nei propri salotti. Veniva prevalentemente fabbricato in cera, dando inizio a questa nuova arte che è la ceroplastica e assumeva finiture sempre più accurate. Nelle case lo si teneva sempre esposto, non come oggigiorno, solamente nelle ricorrenze, ma nel bel mezzo del salotto, racchiuso in una scatola di diverso materiale per preservarlo.
La grotta, è considerata l’utero della Terra, simbolo della nostra nascita fisica, simbolo del nostro porsi ora e adesso. In Sicilia si è scelto di rappresentare la grotta e non il rudere o la capanna, perché meglio simboleggia il ventre della terra.
Nel Presepe il castello di Erode che era in realtà al centro della città, lo si colloca invece isolato a simboleggiare la magnificenza del potere umano.
Dio si presentò, invece, tra il popolo mentre, di contro, la maggior parte degli uomini tende a stare lontano da Dio nel palazzo isolato.
Un altro elemento di contraddizione lo si riscontra nella presenza dei re Magi di cui è incerto l’esatto numero e cosa realmente portassero. La loro simbologia si esplicita attraverso i loro doni in cui l’oro rappresenta la potenza terrena, l’ordine reale, l’incenso che veniva usato negli altari, l’ordine sacerdotale, e la mirra che veniva usata per ungere i corpi e renderli incorruttibili, rappresenta l’ordine secolare.
“Il Pescatore e il Cacciatore, di cui il primo pesca nel laghetto rimanda ad antichi cicli di vita e morte. Si vuole trovare un riferimento anche alla figura di Pietro, quasi in attesa della chiamata o infine il simbolo del pesce, utilizzato come segno acronimo di appartenenza alla prima comunità cristiana. Con il secondo, il cacciatore, vengono a rappresentarsi le più antiche attività dell’uomo per assicurarsi i mezzi di sussistenza”.
Gli offerenti e i bottegai sono una presenza costante nel Presepe Napoletano dove sono rappresentate tutte le diverse categorie dagli artigiani, ai macellai e ai falegnami. Le varie figure rappresentano i mesi dell’anno secondo i prodotti di stagione che mettono in vendita. A Gennaio, il macellaio e il salumiere, a Febbraio il venditore di ricotta e di formaggi e così seguendo fino al mese di Dicembre con il venditore di pesci o, meglio, il pescatore.
La pubblicazione “Il Natale rappresentato”, dell’antropologo Carlo Di Franco è parte integrante di un cofanetto contenente cinque percorsi particolari editi dall’associazione LAPADEMI, dal titolo “Palermo... a tema”, pubblicati nel 2013.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il Natale rappresentato
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