I venti
- Autore: Mario Vargas Llosa
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2025
Il capolavoro di Federico Fellini, Amarcord, inizia con un vecchio spaventato, angosciato, che si aggira nella nebbia, perché si è perso; perdere i punti di orientamento è terribile, quasi come una previsione di morte. Così accade al centenario protagonista de I venti, romanzo del Nobel peruviano Mario Vargas Llosa edito nel 2025 da Einaudi, con la traduzione di Federica Niola.
Il centenario si dimentica il proprio indirizzo; così vaga per Madrid un giorno e una notte, nella speranza di ricordarsi dove abita. È una storia distopica e disperata, un saluto che Vargas Llosa rivolge al mondo. Il suo unico amico, Osorio, lo definisce un inguaribile conservatore. È definitiva la critica a questa società:
Ma per la gente come me, di un’altra epoca, la vita senza librerie, senza biblioteca e senza cinema è una vita priva di anima.
I sentimenti, i pensieri, le passioni sono sfumati:
Viviamo in un mondo in cui ciò che in passato chiamavamo arte, letteratura, cultura non è più frutto della fantasia e dell’abilità dei singoli creatori, ma è prodotto dai laboratori, atelier e fabbriche. Ovvero da quelle maledette macchine.
Nel suo girovagare per Madrid incontra il gruppo degli “squilibrati”; pensa o crede che in loro ci sia qualcosa di buono, un lontano segnale di rivolta. Si deve ricredere: “Amano i belletti e i farmaci, disprezzano il sesso e sono ostinatamente vegetariani”. Ricorda l’amore per Carmencita:
Fare l’amore con delicatezza con cui scrivevi una poesia, godere insieme, ebbri di desiderio e felicità, sentire che il tempo si annullava e che raggiungevi l’immortalità dell’istante dato dall’estasi carnale: che meraviglia!
Niente, neppure la passione interessa le nuove generazioni. “In che regime viviamo oggi? Non è dato saperlo, ma di certo viviamo nella menzogna sistematica”. Ci sono università nelle quali “la filosofia condivide il dipartimento accademico con la teologia e la cucina”. La truffa, l’imbroglio, l’intreccio, il garbuglio sono tali da poter dire:
Di fatto abbiamo perso la libertà senza rendercene conto, e il peggio è che siamo contenti e ci crediamo perfino liberi! Che idioti!
Non sono i deliri di un centenario; sono considerazioni lucenti, sono il capitolo finale di un disastro annunciato.
Nel momento della più alta modernità scientifica e tecnologica, stiamo tornando al paganesimo, alla stregoneria primitiva.
Racconta anche dei venti, questo romanzo, ma non quelli che illuminano una giornata e che permettono di vedere oltre; i venti di Vargas Losa sono quelli che arrivano dal proprio corpo, puzzolenti e indesiderati.
I venti
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