I guerrieri della tempesta
- Autore: Bernard Cornwell
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Longanesi
- Anno di pubblicazione: 2018
Uhtred, quanto ci sei mancato. L’aldermanno di Bebbanburg è tornato, nel nuovo e nono romanzo delle cronache dei re sassoni, “I guerrieri della tempesta”, edito a gennaio 2018 da Longanesi (pp. 401, euro 18,60), nella traduzione di Donatella Cerutti Pini. È da “Il trono senza re” (sempre Longanesi, 2017), che lo scrittore inglese di grandi avventure storiche Bernard Cornwell non pubblicava in Italia un sequel delle vicende di Uhtred, nobile di natali northumbri ma cresciuto da uno jarl danese e protagonista anche di una fiction televisiva a puntate della BBC, giunta in Italia alla seconda serie, The last kingdom (Netflix, Mediaset).
Anglia, IX secolo. Barba grigiastra, lineamenti segnati dalle rughe, il signore della guerra dimostra la sua età matura per un guerriero, ma è sempre letale e ancora più scaltro. Prima dei duelli, ai quali non si sottrae, accentua movimenti lenti e indecisi per fingere d’essere anziano e facilmente superabile. I giovani baldanzosi ci cascano e vengono inesorabilmente battuti.
Le qualità del condottiero che abbiamo imparato ad amare ci sono tutte: spirito d’iniziativa, doti guerresche, ascendente sugli uomini, lealtà a tutta prova, capacità di improvvisare strategie imprevedibili. E tutte hanno modo di tornare a farsi apprezzare. Non può mancare l’epica battaglia finale, dall’esito prevedibilmente infausto per i vessilli di Uhtred, col profilo del lupo. Questa volta, poi, la situazione sembra più scoraggiante che mai: non si può nemmeno sperare che i nostri possano arrivare provvidenzialmente a sovvertire l’esito dello scontro a vantaggio della causa giusta, semplicemente perché nessuno potrebbe mai arrivare. Eppure, Bernard Cornwell trova anche in questa circostanza disperata il modo geniale e plausibile per ribaltare le sorti dello scontro a favore del valore sassone.
L’avversario della nona avventura è un gigante norvegese, lo jarl Ragnall Ivarson, giunto di sorpresa, con trenta navi e milleduecento uomini, a risalire il fiume Maerse per invadere la Mercia. Proviene dall’Irlanda, i preti cristiani di quell’isola gli hanno predetto che farà sua l’Anglia, a condizione di abbandonare le terre irlandesi. A sostegno gli hanno concesso non pochi e temibili guerrieri irlandesi, al comando di Conall, fratello e nemico del bravo Finan, amico fidato da decenni del nostro Lord e valida spada al suo fianco.
Ragnall a sua volta ha un fratello minore, Sigtryggr, che ha sposato Stiorra, la figlia di Uhtred. Hanno generato Gisela, la prima nipote. Il nonno teme ora di vedere spuntare le insegne del genero tra quelle dell’armata normanna, prossima all’assedio di Ceaster. Normanni, è così che, più che Vichinghi, Bernard Cornwell chiama spesso Danesi, Svedesi e Norvegesi, come ha cominciato a fare dallo scorso titolo.
Sigtryggr è “il Guercio”, da quando ha perso un occhio in combattimento con lo stesso Uhtred. Nonostante questo, resta un bell’uomo – fuori e dentro – e un gran combattente, molto abile con la spada.
Con sollievo, i suoi vessilli non sono tra quelli che Ragnall fa sventolare per mostrare la sua forza, già rilevante allo sbarco e che continua a crescere, calamitando chiunque sia attratto dalla prospettiva di vittoria, prede e ricchezza. Sono tanti, che Ragnall può permettersi di perderne un gran numero per espugnare Ceaster, la fortezza romana dov’è asserragliata anche la regina di Mercia, Aethelflaed, arrivata per l’intronizzazione del nuovo vescovo, Leofstan. È un buon religioso, ha come tutore spirituale padre Beocca, che perfino quel pagano mangiapreti di Uhtred considera il miglior uomo di quelle terre. E Beocca ha detto a Leofstan di fidarsi del Lord.
Fiducia ben riposta, perché mentre tutto sembra compromesso, un’incursione all’alba contro l’accampamento normanno, sotto una violenta tempesta, offre la misura della maestria di Uhtred. L’ordine è di uccidere e soprattutto ferire, perché i morti si piangono e si dimenticano, invece i feriti restano un peso e un pensiero grave per qualsiasi esercito. E lo rallentano.
Va detto che accanto a Ragnall è riapparsa Brida, una sassone, donna selvaggia e pagana. È stata la prima amante del giovane Uhtred, ma è irriconoscibile. Invecchiata precocemente, è diventata una strega. Ha giurato di evirare tutti gli uomini e lui per ultimo, molto lentamente. Intanto ha cominciato dal primo figlio del “lupo” northumbro, padre Oswald.
Sigtryggr e Stiorra sono assediati in Irlanda. Ci sarà da andare a liberarli, mettendo a frutto attitudini nautiche, capacità strategiche e carisma di capo. Al rientro in Anglia, dopo qualche manovra arriva il momento di affrontare le cospicue forze di Ragnall, che il norvegese tiene unite col terrore e il ricatto.
Uhtred gli va incontro con i suoi sul campo di battaglia e non c’è da sperare in rinforzi. Sono soli, sopra una modesta altura debolmente fortificata.
Quattro conto uno, si prospetta un massacro, ma ricordate:
“wyrd bio ful draed il fato governa ogni cosa”
Gliel’hanno predetto: sarà padre di re.
I guerrieri della tempesta. Le storie dei re sassoni
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