I doni della vita
- Autore: Irene Némirovsky
- Casa editrice: Adelphi
Tra i manoscritti della Némirovsky pubblicati dopo la sua morte, questo, che precede di poco "Suite francese", ha il fascino discreto della grande letteratura francese di tradizione ottocentesca.
Come già in "Jezabel", l’autrice ci consegna uno spaccato della storia della Francia attraverso fatti e personaggi molto caratterizzati nelle loro peculiarità. Attraverso le due guerre mondiali che hanno insanguinato l’Europa e in modo particolare il nord della Francia, seguiamo la storia della famiglia Hardelot, proprietaria di una cartiera a Saint-Elme, villaggio della provincia francese, dove tutti si conoscono, si osservano, si disprezzano, si condannano. Protagonisti della storia Pierre Hardelot, ventiquattrenne promesso alla grassa e ricca Simone, e Agnès, senza dote ma innamorata perdutamente di Pierre. I due, convinti del loro sentimento, buttano all’aria interessi e convenzioni e restano insieme per tutta la loro lunga vita, malgrado tutto. Vita tempestata da eventi gravi e gravissimi: la prima guerra mondiale vede Pierre in trincea per quasi quattro anni, e Agnès a casa dei suoceri con il piccolo Guy; il vecchio nonno, Julien Hardelot, non ha accettato le nozze dissennate dell’erede e non vuole incontrare sua moglie. Simone, durante la ritirata delle truppe, ha incontrato uno squattrinato ma attraente soldato, che sposa e da cui ha una figlia, Rose. I molti avvenimenti narrati ci accompagnano verso lo scoppio della seconda guerra mondiale, che vede atti di eroismo da parte della popolazione civile: Agnès e Pierre fanno la loro parte, aiutando i loro cari e i concittadini a sopravvivere alle bombe, alla fame, alla disperazione.
Il lieto fine, con cui si chiude il romanzo, non ha nulla di mieloso, ma è la degna conclusione di un’epopea che la scrittrice tentava di guardare con un po’ di ottimismo, forse, temo, presagendo la tragica fine che attendeva milioni di cittadini ebrei d’Europa. Malgrado tutto ciò, questo non è il miglior romanzo della scrittrice, che in molti punti accusa una certa stanchezza e qualche forma di ridondanza, indugiando forse troppo su schemi narrativi non sostenuti da una trama adeguata.
Resta comunque gradevolissima la lettura del libro, a causa di uno stile narrativo fluente e di grande respiro.
I doni della vita (Biblioteca Adelphi Vol. 536)
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I doni della vita
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bellissimo,emozionante.ogni suol ibro è sempre più bello.