Gli angeli di Cocteau. Lettere 1946-1954
- Autore: Umberto Saba
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2013
Il famoso poeta Saba in otto anni manda venticinque lettere a un giovane di belle speranze, Sergio Ferrero. Ferrero poi diverrà un narratore di romanzi originali.
Umberto Saba, tra i migliori poeti del Novecento, ha nella raccolta de Il Canzoniere, che uscì per Einaudi nel 1948, il suo massimo fulgore.
Nei ritagli di tempo amava scrivere lettere a giovani maschi ventenni, che avevano velleità letterarie, in particolare si affezionò a Sergio Ferrero, che idolatrava letteralmente il suo maestro.
In realtà, la fascinazione intellettuale di Saba aveva anche un che di ambiguo, di tenera attrazione verso questi giovanetti; pur sposato, il poeta non fece mai mistero di una omosessualità tormentata, nemmeno consumata, tanto che nel Canzoniere non ci sono poesie dedicate a qualche suo amore castigato verso qualche ragazzo. In realtà, Saba amava la discrezione e il mistero e mise sempre in primo piano l’amore coniugale.
Non per questo non civettava con il giovane Sergio, chiedendo anche dell’amico Federico, un giovane uomo, bellissimo. Le lettere sono stupende, ci si ritrova tutto l’inferno di Saba, che aveva seri problemi di salute, accompagnati da ansia e attacchi di panico.
C’è da dire che la situazione economica della famiglia Saba era terrificante: non c’erano entrate fisse, la moglie non lavorava, lui accettava di fare di tutto, anche la correzione di bozze, ma patì la mancanza di un impiego stabile e duraturo; inoltre in questo carteggio, il poeta era già avanti con gli anni e poi, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, le persone si dichiaravano "vecchie" prima dei sessanta anni.
E questo si ritrova anche nelle lettere, in cui si lamenta di reumatismi, di mal di testa, ma soprattutto da periodi di eccezionale pigrizia. Ora, nel nuovo secolo, quello stato letargico lo chiameremmo depressione.
"Mio caro Sergio, ho ritardato a risponderti perché non avevo il tuo indirizzo.
Ed oggi ti prego di perdonarmi la matita e la carta, ma sono ammalato e ti scrivo stando a letto. Uno di questi giorni è possibile che io venga a Milano, per Federico. Pare che egli stia male davvero, non certo quanto me, ma io sono vecchio. Vorrei che tu mi trovassi alloggio o in un alberghetto non caro, il più vicino alla stazione di Milano...."
In queste poche righe c’è l’uomo Saba, che si preoccupa dei suoi "ragazzi" come un nonno. Niente entusiasmi, il viaggio sembra un appuntamento dallo psichiatra e poi in quasi tutto il carteggio si scusa di scrivere nel letto, dove usa carta e matita, perché non si regge in piedi.
Ma ci sono anche pagine di assoluta tenerezza e altre in cui sprona questi suoi ventenni a scrivere, scrivere tanto e soprattutto leggere tanta poesia e narrativa.
Per evitare, chiaramente, che diventino "i poeti della domenica".
Gli angeli di Cocteau. Lettere 1946-1954
Amazon.it: 13,29 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Gli angeli di Cocteau. Lettere 1946-1954
Lascia il tuo commento