Gli Dei dell’Olimpo
- Autore: Barbara Graziosi
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: UTET
- Anno di pubblicazione: 2015
Barbara Graziosi è una giovane studiosa di lettere classiche, ed insegna materie letterarie alla Durham University. Il libro intitolato “Gli dei dell’Olimpo”, descrive il modo in cui le divinità greche sopravvissero nell’arco della storia, e soprattutto come vennero via via considerate (e utilizzate) da politici e uomini religiosi per mantenere e consolidare il proprio stato di potere.
Agi inizi, gli Dei erano creature immortali che intervenivano pesantemente nella vita umana, favorendo oppure ostacolando le gesta degli eroi. Le origini degli dei e le loro caratteristiche erano descritte dai famosi poemi di Omero ed Esiodo; queste opere, però, non erano considerate “scritture sacre” come il “Corano” o la “Bibbia”. Nessuna pretesa dogmatica appare in Omero e in Esiodo, la religione greca non ha un testo sacro. Per questo motivo, la rappresentazione degli dei e la loro natura poté essere messa facilmente in discussione da artisti e filosofi. Ben presto alcuni pensatori, come Senofane (VI secolo a.C.), iniziarono a dubitare dell’esistenza degli dei:
“Se i buoi, i cavalli o i leoni avessero le mani, e con le mani potessero dipingere come gli uomini, i cavalli dipingerebbero gli dei sotto forma di cavalli, i buoi di buoi, e ognuno darebbe agli dei la propria forma”.
La critica proseguì nel V secolo a.C., quando Atene divenne una democrazia. In questo periodo, si diffuse una nuova e rinnovata fiducia sulle possibilità degli uomini di autogovernarsi. Gli esseri umani non avevano bisogno di despoti o aristocratici, quindi neanche di divinità.
“L’uomo è la misura di tutte le cose”
affermava Protagora esprimendo in pieno la cultura del periodo. Altri filosofi, come Democrito, misero seriamente in discussione la rappresentazione tradizionale degli dei. Nello specifico, Democrito affermava che i fulmini non fossero lanciati da Zeus, ma al contrario provocati da fenomeni fisici come la frizione degli atomi.
In epoca ellenistica, anche per via degli influssi provenienti dall’oriente, Alessandro impiegò gli dei per appropriarsi di un’identità divina, attraverso la quale poteva enfatizzare le sue conquiste. Con questo fine volle emulare le gesta di Dioniso, e raggiungere i territori lontani visitati dal dio, come l’India. Grazie alle conquiste d’Alessandro, gli dei greci subirono gli influssi della cultura orientale; fu in questo periodo che le varie divinità vennero assimilate ai pianeti.
Anche nell’antica Roma non mancarono esempi di politici, come Cesare ed Augusto, che, per consolidare il proprio potere, affermavano di essere privilegiati dagli dei e protetti da loro. È noto come Roma assimilò la cultura greca;
“la Grecia conquistata conquistò i suoi conquistatori”
sentenziava Orazio. Lo scenario cambiò nuovamente quando si diffusero il Cristianesimo e l’islam, le due grandi religioni monoteiste.
Nel Medioevo gli dei non sparirono completamente, ma furono considerati entità diaboliche, invenzioni oppure allegorie. In ogni caso, era comunque inseriti nella cultura del tempo. Un’altra interpretazione fornita dagli eruditi cristiani fu quella della praeparatio evangelica, secondo la quale la mitologia e la filosofia greca non facevano parte di una cultura a sé stante, ma erano una sorta di preparazione all’arrivo di Cristo. Le divinità greche ebbero, però, nuova vita nel Rinascimento, epoca in cui si volle sottolineare la potenza della creatività umana. In questo periodo, le divinità antiche venivano utilizzate anche per le festività, oppure per enfatizzare pubblicamente il potere di politici o religiosi. Nel 1466 Papa Paolo II utilizzò Cupido per celebrare la sua vittoria sui conti di Anguillara.
Gli dei continuarono a sopravvivere anche nelle epoche successive; comparirono in maniera copiosa nell’opere letterarie o pittoriche del barocco, e nell’età romantica
“ispirarono passioni estreme, e persino la follia”.
Durante l’illuminismo
“gli artisti e gli intellettuali si rivolsero ai Greci come esempi di armonia estetica, razionale compostezza, ricerca scientifica e giustizia sociale”.
Nel corso della storia, filosofi e pensatori continuarono a far riferimento alle divinità greche per meglio esplicare le loro opinioni. È noto come Friedrich Nietzsche contrappose lo spirito Dionisiaco, che esalta la forza della vita e permette all’essere umano di superarsi attraverso la volontà di potenza, a quello Apollineo, che invece rappresenta l’ordine e l’equilibrio e la rinuncia alla vita.
Per tutti questi motivi, è condivisibile ciò che afferma Barbara Graziosi, ossia che
“gli antichi dei sopravvissero attraverso le epoche, non morirono, ma subirono piuttosto un’evoluzione, reinventandosi a seconda delle necessità e delle circostanze”.
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