

Gigi
- Autore: Colette
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: L’orma editore
- Anno di pubblicazione: 2025
L’adolescente Gigi, nella Parigi di fine secolo, viene istruita da sua nonna e sua zia a diventare una dama d’alta classe, una cortigiana come lo erano state loro; un’educazione severa che verrà mutata dalle scelte della giovane nipote per il suo futuro. Gigi (L’orma editore, 2025, traduzione di Ornella Tajani) venne scritto nel 1942 nel periodo più nero della storia di Colette e della Francia, e pubblicato nel giugno del 1944, pochi giorni dopo lo sbarco in Normandia. Il breve romanzo diventò presto leggendario, scrive la straordinaria Daria Galateria nella postfazione del libro, sorprendendo Colette che, da grande scrittrice, sapeva che i romanzi e finanche le fiabe andavano incastonate in una robusta impalcatura di realtà.
Colette, Sidonie-Gabrielle Colette, è stata una straordinaria scrittrice francese nella Parigi della Belle Époque. Attrice, si esibiva anche al Moulin Rouge; giornalista e critica teatrale, ha vissuto con intraprendenza e audacia. Ha avuto tre mariti e diversi amori anche omosessuali. Anticonformista, è stata molto amata dai lettori e dalla critica; ha conosciuto D’Annunzio e ottenuta la stima di Proust. È stata insignita delle più importanti onorificenze accademiche; nel 1944 divenne membro, una delle prime donne, dell’Académie Goncourt, nel 1948 candidata al Premio Nobel per la letteratura e nel 1953 fu nominata Grand’Ufficiale della Legion d’onore.
Colette, che amava scrivere in un ampio studio con accanto l’attrezzatura per la ginnastica che praticava fin da ragazzina, scrisse Gigi, una delle ultime opere, costretta a letto dall’artrite che l’avrebbe tormentata fino alla morte nel 1954, e dal dolore per l’arresto e l’internamento del suo terzo marito in un campo di concentramento. Ha vissuto interamente le sue passioni e i suoi scandali che hanno fatto di lei una vera icona della modernità. La sua vita è già un romanzo.
Gigi era il diminutivo della graziosa quindicenne Gilberte, dai capelli biondo cenere, alta quanto la nonna, Madame Alvarez, dagli zigomi rosei e alti e gli occhi blu come la notte. Attorno alla signora Alvarez, con il cognome spagnolo di uno dei suoi amanti deceduti, gravitava tutta la sua famiglia. André, la figlia nubile abbandonata dal padre di Gigi, che cantava di sera in teatro, dolcemente disprezzata dalla madre perché non era riuscita a mantenere le tradizioni di famiglia; e Zia Alicia, sorella settantenne della Alvarez, mai chiesta in moglie da nessuno, che viveva di rendite modeste. Alicia aveva un suo gusto personale e deciso, la voce era ancora giovane e si dava arie da marchesa. Sapeva stare a tavola, conosceva la lezione, spezzava il pane con delicatezza e mangiava con la bocca chiusa. Madame Alvarez andava a letto per ultima e si alzava la mattina presto per prima, preparava il caffè e pensava al pranzo andando al mercato con al braccio la rete della spesa. Gigi e la sua educazione erano al centro della vita quotidiana dell’intera famiglia; doveva crescere e affrontare “l’opulenza intermittente di una vita galante”.
La casta indifferenza dell’infanzia dominava ancora tutte le movenze di Gilberte. Sembrava un arciere, un angelo impietrito, un maschiaccio con la gonna, raramente aveva le parvenze di una ragazza.
Veniva istruita alle buone maniere, alla conoscenza delle pietre e dei gioielli, perle e diamanti, allo champagne e alla buona cucina: a compiacere agli uomini. Era proibito leggere romanzi, facevano venire la malinconia, mettersi la cipria perché rovinava la pelle e fermarsi davanti alle vetrine dei negozi.
La loro casa era frequentata da Gaston Lachaille, un uomo facoltoso che amava viziarsi con champagne, donne e automobili. D’estate soggiornava a Deanville e in inverno a Montecarlo. Occhi neri, naso un po’ lungo, aveva fiuto per gli affari e chiamava mamita la signora Alvarez: era il figlio ricchissimo di uno dei suoi ex amanti. Era stato appena abbandonato dalla sua ultima amante e, tra una tazza di camomilla e una partita a carte con Gigi cresciuta chiamandolo zio Gaston, la famiglia volle cogliere la buona opportunità.
Quando una donna conosce le preferenze di un uomo, sigari compresi, quando un uomo sa cosa piace a una donna, giocano ad armi pari...
Colette è stata una donna che ha sfidato le convenzioni sociali del suo tempo, e in questo suo breve romanzo ci sono tutti i temi a lei cari come l’identità femminile, la libertà e le audaci scelte personali. Gigi è una giovane protagonista indipendente e forte, in un’epoca in cui le donne poco potevano ottenere. La sua capacità di legare le dinamiche sociali all’introspezione psicologica ha influenzato diverse generazioni di scrittrici e scrittori. Racconti di amori e di dolori, ombre malinconiche e piacevoli passatempi, sono i cardini dei romanzi dell’incantevole Colette.

Gigi
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