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Recensioni di libri

Fai bei sogni di Massimo Gramellini

Pubblicato ad inizio 2012 da Longanesi, “Fai bei sogni” di Massimo Gramellini è un libro sbalorditivo, denso di tutto: di vita, di verità, di sentimento, di dolore e di passione, pur nella semplicità di quello che racconta e, soprattutto, di come lo racconta.

Claudia Graziani
Claudia Graziani Pubblicato il 04-04-2012

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Fai bei sogni

Fai bei sogni

  • Autore: Massimo Gramellini
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Longanesi
  • Anno di pubblicazione: 2012

Scheda e prezzo libro:

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Pubblicato a marzo 2012 da Longanesi, “Fai bei sogni” è un libro sbalorditivo, denso di tutto: di vita, di verità, di sentimento, di dolore e di passione, pur nella semplicità di quello che racconta e, soprattutto, di come lo racconta. Massimo Gramellini ha avuto, dote rara, il coraggio di guardare indietro con attenzione alla propria infanzia, pur sapendola disseminata di ferite profonde. L’ha raccontata tutta in maniera concisa e quotidiana, mantenendo un sorprendente equilibrio tra confessioni sofferte (mai lamentose) e messaggi di fiducia nella vita (mai retorici); quest’ultima traspare sempre, malgrado il costante tono cupo di tutto il libro.

Le emozioni forti, specie quelle dolorose, non hanno bisogno di molte parole per esprimersi: in “Fai bei sogni”, poche frasi per volta mettono il lettore in contatto con tutta l’amarezza e la disperazione di un bambino cresciuto senza madre e in un ambiente vuoto di affetti. Ci si aspetta fin dal principio che il finale riserverà la soluzione positiva, ma quello che non si immagina è che quella soluzione consisterà nello scoprire una dolorosissima verità, che al piccolo Massimo era stata taciuta per proteggerlo. Questo tentativo, invece di lenirgli la sofferenza, lo aveva condannato a vivere una vita che non era la sua. Eppure il suo inconscio sapeva, perché la psiche umana è misteriosamente potente e onnisciente: in un suo racconto precedente l’autore aveva scritto, senza saperlo, dettagli ben precisi proprio su quella verità che gli era stata nascosta e che la sua anima aveva invece disperatamente bisogno di guardare in faccia.

La chiave per uscire dalla disperazione, dunque, si rivela essere proprio il monito di molte religioni, calato in una dimensione che più reale e concreta di così non potrebbe essere: la verità libera l’anima e la parte che davvero tiene vivi è la lucidità inconsapevole dei bambini che siamo stati. Tornare bambini e accogliere il dolore è ciò che ci può salvare. Ed è ciò che ha salvato Massimo Gramellini, poiché per tutta la vita era stato torturato più dalla menzogna che dal lutto. Adesso può spiccare il volo, perché conoscere la verità gli permette di “lavare via il dolore col sapone del perdono”.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Fai bei sogni

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Commenti: 3

  • Tiziana Cazzato
    10 maggio 2012, 10:38

    LE PAGINE DI GRAMELLINI: UN BEL SOGNO!

    Quando fra le mani si prende il libro di Gramellini, lo sguardo si ferma su quell’azzurro cielo chiaro e sereno, nel quale cerca il libero volo un palloncino rosso tenuto stretto dalla mano di un bimbo che ha lo sguardo rivolto verso l’alto.
    Un quadro d’insieme che trasmette un senso di serenità, dipinta nella tonalità azzurra della volta del cielo, e un messaggio di gioia rappresentato dal gioco di un bambino. E poi quel titolo, “Fai bei sogni”, che vuol essere un invito, quasi un dolce comando a chi cerca la strada della felicità. Sembra non essercene una diversa da quella che ci spinge a guardare in alto, ad alzare gli occhi al cielo senza staccare i piedi da terra e a seguire il libero volo di un palloncino che si lascia cullare dal vento.
    Si aprono le pagine e gli occhi iniziano a scorrere fra le righe con la speranza e la sensazione che le parole dell’autore continuino a percorrere la strada verso la felicità, a dipingere quel quadro di serenità, in cui ci siamo immersi prima di iniziare a sfogliare il libro.
    E iniziamo ad ascoltare la storia di un bambino, di un adulto, che ha paura di rivelarsi e raccontarsi una verità che già conosce e possiede, perchè “preferisce ignorarla, la verità”. Per non soffrire. Per non guarire. Perchè altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere.
    Iniziamo a vivere la storia di un bambino e di un adulto che cammina sulle punte dei piedi e a testa bassa, perchè il cielo lo spaventa, e anche la terra.
    Iniziamo a leggere un romanzo, dedicato a quelli che hanno perso qualcosa, un lavoro, un amore, un tesoro, e ci sentiamo sin dall’inizio coinvolti da una storia che sembra raccontare un angolo della nostra vita, che sembra aver ascoltato i battiti del nostro cuore, rendendoci partecipi, quasi protagonisti di una vita che non ci appartiene ma che, pagina dopo pagina, diventa sempre più nostra.
    Gramellini ci riconosce il diritto di poter credere che il suo romanzo sia stato scritto apposta per noi, come le canzoni dell’estate: le sue parole si sono davvero sintonizzate con l’anima del mondo e ci turbano e suscitano sentimenti sinceri e profondi, persino in un’epoca come la nostra che ha trasformato le emozioni in un genere televisivo.
    Giunti all’ultima pagina, ritorniamo a rivolgere lo sguardo a quel cielo sereno e nel nostro cuore batte un’emozione in più, riconoscendo nell’immagine del bambino, che, chiudendo gli occhi, vediamo giovane, adulto, vecchio, e poi di nuovo bambino, Salem, l’autore e anche un po’ noi stessi.
    E sappiamo che la vita non è una storia a lieto fine, ma è solo un palloncino gonfiato dai nostri sogni, che potrebbe esploderci fra le mani... Eppure continuiamo a gonfiarlo ogni giorno, continuiamo ad accogliere quell’invito di Gramellini a fare bei sogni, belli come la lettura di questo romanzo, di questa verità raccontata con la dolcezza di un bambino e l’amara consapevolezza di un adulto che comtinua a tenere i piedi per terra e ad alzare gli occhi al cielo.
    Imperdibile.

  • Antonio Marianantoni
    6 giugno 2012, 10:01

    Il libro è molto bello. Il dolore per la perdita della mamma, presente in tutto il libro e causa di insicurezze e paura del futuro, viene raccontato con leggerezza, con gli occhi ingenui di un bambino e una punta di ironia. Mi ha colpito molto la frase “Non essere amati non è la sofferenza più grande, la più grande è non essere più amati.”

  • Alessandra Terenzi
    25 ottobre 2013, 19:18

    Un romanzo lieve, una carezza per tutti coloro che hanno vissuto un’infanzia difficile. Ma non solo.
    In queste pagine ci sono le paure, le insicurezze, il senso di inadeguatezza di ogni essere umano.
    Gramellini, con grazia ed ironia, racconta la sua crescita difficile e dolorosa, ma mai rinunciataria.

    “Dovevo agire, però. I mostri del cuore si alimentano con l’inazione. Non sono le sconfitte a ingrandirli, ma le rinunce.”

    E poi Elisa, “impasto di anima e zigomi”, l’anello mancante per una completa rinascita, per ripartire da zero, perdonando il passato.
    E’ un bel libro, leggetelo.

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