Donne
- Autore: Andrea Camilleri
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2014
“Donne” (Rizzoli, 2014) è il romanzo in cui Andrea Camilleri racconta l’incontro con l’universo femminile. In appendice succintamente ne espone il senso, scrivendo che l’opera può considerarsi “un parziale catalogo” di figure femminili: alcune realmente esistite o inventate dalla letteratura; altre conosciute personalmente; altre ancora, rimastegli nella memoria, a seguito di racconti ascoltati.
La sua non è un’analisi antropologica ed esula da uno scopo saggistico in cui l’argomento è sviscerato nelle varie dimensioni sociologiche, storiche e psicologiche. Camilleri è un valentissimo narratore anche in questo scritto, dove dalla memoria trasferisce alla pagina “un fatto, un incontro, una storia, l’impressione di una lettura”. Icasticamente precisa:
“Cercarvi altri intenti sarebbe vano esercizio”.
La memoria, si sa, non registra gli episodi come sono realmente accaduti, perciò egli, riferendosi agli incontri personali, precisa che il piano dell’immaginazione si mescola con la realtà e questa con il sogno:
“Comunque non potrei giurare che siano realmente accaduti, può darsi che me li sia inventati o sognati e poi, col trascorrere del tempo, li abbia creduti veri”.
Nella narrazione l’intreccio della realtà con l’immaginazione è dunque strettissimo e vi opera anche la connessione tra donne della letteratura e i vissuti personali. Va detto che, nel delineare determinati profili, la passione investigativa non l’abbandona: indaga, raccoglie dati, scorge zone d’ombra e vuole saperne di più, formulando ipotesi accattivanti e intriganti.
Ricerca, creatività, memoria biografica e collettiva sono, pertanto, gli ingredienti di questo libro che si legge d’un fiato: l’interesse si mantiene desto, il lettore resta contagiato dalle indagini e dalle testimonianze dell’uomo e dello scrittore, nonché dal contesto in cui si delinea la fisionomia del Paese dal fascismo ai nostri giorni con la costante offesa della femminilità.
Scorrono, così, in un’atmosfera spesso di mistero (sorprendente l’effetto della presenza-assenza), profili di donne primitive e gelose, ammalianti e generose, raffinate amanti e capaci d’accoglienza, di dolcezza e tenacia. Non manca l’attenzione al mestiere che al tempo della gioventù di Camilleri si svolgeva nelle case di tolleranza, nonché al mondo popolare e a quello aristocratico. Le fatture fisiche e caratteriali sono elegantemente tratteggiate e incastonate in dati esistenziali di speranze e di paure, di sogni e delusioni. L’atteggiamento dello scrittore è di ironia e totale comprensione, a volte intriso di velata nostalgia. Del resto, non a caso nel rivolto di copertina, si accenna al ragazzino timido “che scopre il piacere di riaccompagnare a casa una compagna di classe”, al diciassettenne che al cinema scopre il volto della bellezza femminile o al marinaio che, durante un bombardamento, s’abbraccia a una ragazza in preda al panico e con una bambola al petto mentre le canta una ninna nanna. Quei versi li aveva cantati a Camilleri sua madre. L’effetto catartico ora si estende dal piano individuale a quello dell’amore fra i popoli:
“Per qualche minuto Ofelia compì il miracolo. Niente più guerra, niente più morte e distruzione, un gran silenzio, una gran pace dentro la quale lentamente si scioglievano affanni, orrori e angosce… M’accorsi di stare piangendo un pianto liberatorio”.
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